Covid e test rapidi, scoperto a Reggio un centro analisi con reagenti scaduti

Test rapidi senza autorizzazione e con reagenti chimici scaduti. La scoperta dei NAS di Reggio Calabria

Ambienti non idonei, inosservanza delle misure per il contenimento epidemico e mancata comunicazione di positività al tampone. Sono solo alcune di un lungo di irregolarità scoperte dai Carabinieri per la Tutela della Salute durante specifiche verifiche sulla regolarità delle attività imprenditoriali di prelievo ed analisi diagnostica per la ricerca del virus SARS-CoV-2.

Le ispezioni, condotte su scala nazionale, hanno rilevato irregolarità presso 67 centri oggetto di controllo, contestando 94 violazioni penali ed amministrative, per un ammontare di 145 mila euro di sanzioni pecuniarie. Di queste il 60% delle violazioni rilevate dai NAS è attribuibile all’inosservanza di norme e comportamenti connessi con l’applicazione delle misure di contenimento epidemico.

Catania, Pescara, Catanzaro, Latina, Lecce, Campobasso, Bologna, Cremona, ma c’è anche Reggio Calabria fra le città colpite dalle irregolarità.

Centro analisi con reagenti scaduti: la scoperta dei Nas di Reggio Calabria

Nella nota presente sul sito Quotidiano Sanità si legge infatti:

“Individuato un centro di analisi cliniche accreditato per aver eseguito testi rapidi per l’accertamento della positività al covid-19 in assenza di autorizzazione e dei relativi requisiti funzionali nonchè utilizzato reagenti chimici scaduti di validità. Sequestrati 17 reagenti irregolari il cui valore complessivo ammonta a 1.000 euro. Il legale responsabile e un tecnico di laboratorio, peraltro non iscritto al relativo albo, sono stati deferiti all’AG”.