Reggina – Ti ricordi quand’eri grande, ora sei…


di Matteo Occhiuto – E sono centoquattro. Anche quest’anno, nonostante le tante difficoltà, ci sei arrivata. Un pò debilitata, da un presente non scintillante come un passato fin troppo rimpianto ma oggi lontano, ma ancora viva e combattiva. Per la tua storia, per la tua gente, per la tua città.  A cui, da 104 anni dai ancora modo di parlar di te, di goder e piangere per te, di vivere con te.  Una simbiosi destinata a non estinguersi mai. Neanche nel periodo, probabilmente, di minor attaccamento, la gente, cara Reggina, ti ama ancora.

Reggina_(S.S._Dominante)_1939Perché in tutti questi anni hai regalato emozioni inimmaginabili e nel bene o nel male continui a farlo. A prescindere dalla categoria e dell’avversario. Dalla Dominante al Reggio Football Club. Calcio d’altri tempi, come quello in cui la maglia amaranto si spinse, per la prima volta, in Serie B, guidata da Tommaso Maestrelli. Sfiorando il sogno della Serie A con le dita, salvo poi dover esser costretta a rimandare – e di più di trent’anni – l‘apoteosi.

Un traguardo raggiunto attraverso la crescente collettività di una città, sempre più stretta attorno alla sua gemma, vessillo da difendere e di cui esser sempre orgogliosi. Anche nel giorno del ritorno in Serie C prima e addirittura C2. Perchè, si sa, che è quando si tocca il fondo che poi si risale fino al Paradiso.  Ed è cosi che, prendendoci per mano, siamo riemersi dall’Inferno. Riempiendo il Curi di Perugia, affollandolo di bandiere e sciarpe e amaranto, ritornando in cadetteria. Che avremmo anche potuto lasciare appena 365 giorni dopo, facendo impazzire i ventitrémila di Pescara. Non era destino, non era ancora il momento – evidentemente – di porre fine all’Attesa. Quella, per intenderci, con la A maiuscola.Reggina_1987_88

Ma, come sempre, la resa, nella città di Reggio Calabria, non è mai stata considerata un’opzione. Neanche dopo il ritorno in terza serie, appena ventiquattro mesi dopo essere andati ad un rigore dall’Olimpo del calcio. Una nuova parentesi di ombre, durata questa volta appena cinque anni. Conclusi, questa volta sì, con la consapevolezza di essere pronti a viverlo davvero il sogno. Reggina1999Che, alla fine, diventerà reale in un caldo pomeriggio di giugno del 1999, donando a Reggio Calabria uno dei suoi giorni più gloriosi di sempre. Un’altalena di straordinarie emozioni che ha accompagnato una meravigliosa cavalcata quasi un decennio, con il delirio di Bergamo, le lacrime causate da Cossato, la salvezza del -11 e tante e tante altre emozioni che nessuno potrà, in alcun modo, cancellare mai. Neanche adesso, che si è tornati nei campi di Provincia, in cui capita anche di perdere.

Ma, in fin dei conti, non importa. Quello che ti lega ai tifosi non è il risultato, ma un sentimento irrazionale inestinguibile. A prescindere che si giochi con la Juve o con la Leonfortese. Perchè, magari, sì è bello ricordare quand’eri grande. Ma, certamente, è bellissimo festeggiarti anche quando, come adesso, sei un pò piccolina.

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