di Daniela Bonanno Conti – Secondo un recente sondaggio realizzato dall’Associazione Italiana di Chirurgia Plastica Estetica (Aicpe), nel 2014 le rimozioni di tatuaggi sono state 12mila.
Per chi si fosse pentito della propria scelta del tatuaggio, vuoi perché la persona amata è cambiata, vuoi perché le situazioni della vita variano, voi perché la moda cambia, bisogna tenere presente che non è così facile rimuovere un tatuaggio dalla nostra pelle.
Innanzi tutto, la totale scomparsa del tatuaggio non è assicurata. Tra i trattamenti più usati per la rimozione dei tatuaggi troviamo quella che utilizza i laser q-switchati (laser Q-S) ma sono indispensabili diverse sedute distanziate di circa 6-8 settimane per un risultato ottimale.
Il trattamento è fastidioso e doloroso e occorre usare un’apposita crema anestetizzante 30 minuti prima della seduta e durante il trattamento, deve essere appositamente applicato del ghiaccio sulla cute.
A detta degli esperti, inoltre, la rimozione è più problematica per chi presenta una tonalità di colore più scura della pelle.
Per quanto concerne poi i cosiddetti “tatuaggi cosmetici” (sopracciglia, labbra, camouflage di cicatrici), bisogna eseguire dapprima dei test su piccole aree prima di procedere al trattamento completo.
Dopo la rimozione del tatuaggio, inoltre è possibile che si formino sulla pelle le temute “bollicine”, per cui è indicato trattare la pelle con unguenti antibiotici e applicare una medicazione occlusiva per uno o due giorni. Inoltre, in corrispondenza del tatuaggio rimosso, potrebbe formarsi una sorta di ombra chiamata “fantasma del tatuaggio” che rischia di non abbandonarci per alcuni anni o meno frequentemente, rimanere per sempre.
Quindi attenzione, il tatuaggio è quasi come un diamante, a volte è per sempre.