Turismo scolastico in Calabria: missione possibile? La proposta di Arillotta

"Una Regione turistica deve avere molte guide turistiche". Ecco gli spunti di riflessione sui viaggi d'istruzione in Calabria dello storico reggino

“Da tempo immemore si parla di turismo scolastico in Calabria. Di qualche giorno è la notizia della decisione della Giunta Regionale, grazie alla Vicepresidente Giusi Princi, di incentivare la scelta di mete calabresi per i viaggi d’istruzione attraverso contributi economici.

Qualche altra volta si erano assunte simili iniziative, se non ricordo male riguardanti anche il turismo invernale montano; tuttavia non ho avuto modo di leggere  eventuali report sui risultati di tali iniziative.

Ferma restando la condivisione e l’apprezzamento per tali sforzi, propongo qui qualche riflessione che nella sua semplicità non vuole certo essere esaustiva, ma solo un contributo da parte di un insegnante che si è ritrovato ad accompagnare i suoi alunni fuori dalle mura domestiche.

Il viaggio è un’occasione innanzitutto formativa, e non può essere affidato al caso; d’altra parte era un punto fondamentale nell’educazione dei giovani dei secoli scorsi.

Purtroppo però oggi, molto spesso, le mete dei viaggi d’istruzione vengono scelte sulla base di pacchetti preconfezionati da agenzie di viaggi che, ovviamente, propongono offerte “massimizzate” per destinazioni di sicuro effetto.

Il risultato spesso è che i “viaggi” si trasformano in “gite”, certamente allegre ma non altrettanto certamente con le ricadute di crescita umana e culturale che dovrebbero essere alla loro base.

A questo si aggiunga la scarsa conoscenza che della Calabria e delle sue peculiarità hanno, ahimè, gli stessi insegnanti, ovvero quelli che dovrebbero essere i promotori dell’offerta e non i semplici fruitori di un giretto stile vacanza organizzata.

Ecco quindi qualche proposta operativa che, ribadisco, vuole più avere lo scopo di avviare una riflessione per una politica del settore che porti a risultati durevoli.

Innanzitutto si dovrebbero stabilire dei prezzi certi e coerenti con il tipo di turismo: pernottamenti e pasti a costi accettabili per le tasche delle famiglie, senza rinunciare a buoni standard qualitativi. Una classe in gita può anche adattarsi a più camere quadruple, ma non a trasandatezza ed incuria.

In secondo luogo si deve garantire l’apertura e la fruizione dei siti: non si possono fare spostare le persone per poi farle trovare di fronte ad un cancello chiuso o ad un’area senza uno straccio di indicazione o ricoperta di erba, mentre sul sito magari fa bella mostra una bella  foto vecchia di anni.

Ancora servono guide competenti: questo settore costituisce una sicura e decorosa fonte di guadagno per queste figure in tanti luoghi: non comprendo perché qui da noi tali risorse scarseggino o vengano affidate a pur colti e preparati volontari che però sono disponibili… quando possono. Una Regione turistica deve avere molte guide turistiche.

Un punto importante è poi la valorizzazione delle peculiarità locali: più che su ciò che chiunque può trovare ovunque, e magari meglio valorizzato, dovremmo puntare su ciò che ci distingue dagli altri, che si trova solo da noi o comunque diversamente che altrove. Ecco allora che ci si dovrà focalizzare su luoghi, oggetti, prodotti unici e farli conoscere; giusto per dire, io vedrei bene l’inserire nel tour una visita ad un luogo in cui si propone il Bergamotto di Reggio Calabria, o la liquirizia, o la nduja o la cipolla di Tropea, tanto per fare qualche esempio di prodotti noti e richiesti da quelli che vengono a visitarci, ma che spesso restano ignoti ai nostri corregionali.

Infine, ma non ultimo per importanza, impiegherei dei fondi per far fare ai docenti dei viaggi di istruzione ad hoc, per consentire loro di conoscere quello che andranno a proporre poi, con consapevolezza, ai loro alunni: non so, ad esempio, quanti insegnanti calabresi abbiano visitato i tanti importanti musei calabresi o visitato siti come Santa Severina, Rossano,  Le Castella, Sant’Aniceto, Gerace, Casignana, e non continuo perché l’elenco vuole essere esemplificativo e non esaustivo.

Questo sarebbe il vero corso di aggiornamento che i docenti calabresi dovrebbero frequentare, anche perché i primi promotori delle bellezze calabresi devono essere i calabresi stessi: e se non conosciamo la nostra cultura, come potremo promuoverla?

Filippo Arillotta