Un percorso nella Calabria ebraica. La Giudecca di Bova: ricerche, proposte, itinerari


di Federica Campolo – Il parco Archeoderi di Bova Marina e la chiesa dello Spirito Santo a Bova hanno rappresentato i due poli di un asse culturale, comprendente vari siti archeologici della zona Jonica, particolare oggetto d’interesse dell’evento Presenze Giudaiche nella Calabria grecanica:una proposta di itinerario.

L’incontro, che ha avuto luogo domenica 16 luglio, ha preso avvio presso il parco archeologico con i saluti istituzionali della dott.ssa Rossella Agostino, direttore Museo e Parco Archeoderi, che ha introdotto gli interventi del dott. Salvatore Patamia, segretario regionale per la Calabria Mibact, e della dott.ssa Francesca Crea, coordinatore commissione straordinaria Comune di Bova Marina.

Entrambi hanno sottolineato l’importanza di promuovere iniziative a tutela dei beni archeologici, affidati alla competenza di professionisti come il dott. Pasquale Faenza, conservatore di beni culturali che, come dichiarato da Patamia, «è uno di quei personaggi che l’Italia ci invidia».

La sfida di riuscire a tracciare un affascinante itinerario culturale, reso tale dall’eterogeneità dei diversi siti della calabria jonica, è stata colta dal Vice Prefetto Crea che già nel maggio del 2013 ha ideato un Accordo di Collaborazione sottoscritto da 10 comuni (Bova Marina- Brancaleone- Casingana- Portigliola- Locri- Gerace- Marina di Gioiosa Jonica- Gioisa Jonica- Monasterace- Stilo).« Siamo riusciti a creare una collaborazione che ha come scopo la valorizzazione di siti archeologici di diversa e varia natura» ha dichiarato la dott.ssa Crea, mettendo in luce le ricadute favorevoli, in termini di collaborazione e promozione, sostenute dall’ iniziativa. L’intervento della dott.ssa Deborha Penchassi, esperta di storia dell’ebraismo in Italia, ha tracciato un percorso storico tra le tappe principali delle vicende giudaiche. La storia dell’ebraismo, raccontata dalla studiosa del Lincoln Square Synagogue di New York, è stata ripercorsa attraverso i nomi dei celebri capostipiti del popolo d’Israele e i fenomeni storici che ne hanno determinato la diaspora.

«Nel mondo la gente non capisce che la Calabria è stato un centro importantissimo non solo per il meridione, ma per tutta l’Italia» ha dichiarato la Penchassi, evidenziando la posizione strategica di una regione che è stata nel tempo terra di passaggio e di commercio per molte popolazioni ebraiche. Interessanti le proposte della dott.ssa Agostino volte a creare, in un futuro prossimo, una rete culturale oltreoceano: tra gli spunti forniti una mostra fotografica sulle sinagoghe di Ostia, Bova e Now York e un mirato intervento di restauro degli stessi luoghi di culto. Particolarmente evocativo l’atto di donazione da parte dell’AIAB (Associazione Italiana di Agricolatura Biologica) di due piante di bergamotto, che come sottolineato dal dott. Faenza, acquisiscono maggiore valore e suggestione proprio per la sacralità del sito in cui verranno piantate. Lo stesso Faenza ha curato l’intervento conclusivo della prima parte dell’incontro, illustrando la struttura e le caratteristiche della sinagoga (seconda per antichità in Occidente, dopo quella di Ostia antica) e del suo mosaico policromo raffigurante i più importanti simboli ebraici.

L’evento è proseguito alle 21.00 presso la Chiesa dello Spirito Santo nella straordinaria cornice notturna del borgo di Bova decorato, in occasione della festività della Madonna del Carmine, da una suggestiva sfilata di fiaccole accese e dai colori abbaglianti dei giochi pirotecnici. I saluti e i ringraziamenti del Sindaco Santo Casile hanno introdotto gli studi della dott.ssa Chiara Corazziere, postdoctoral Reseearcher Università Mediterranea di Reggio Calabria, fittamente intrecciati alle ricerche condotte da Pasquale Faenza che hanno messo in luce interessanti aspetti relativi all’insediamento delle comunità ebraiche in Calabria, con particolare interesse per la Giudecca di Bova.

«La tesi della mia ricerca- dichiara la dott.ssa Corazziere- mira a dimostrare l’originalità creativa degli ebrei nella progettazione urbana»; numerosi sono stati i caratteri ricorrenti nell’insediamento urbano, individuati e analizzati dalla studiosa che auspica l’ideazione di nuove strategie di suggestione per la valorizzazione del patrimonio. Gli studi condotti dal dott. Faenza, relativamente al quartiere ebraico di Bova, evidenziano elementi interessanti che si pongono in stretta continuità con gli standard urbanistici rilevati dalla Corazziere e con quanto riportato dalle testimonianze di Domenico Alagna: nuove interessanti scoperte che lasciano affiorare nuove teorie e nodi problematici, tutti da analizzare, tutti da restituire alla storia. «Occorre iniziare- dichiara Francesca Crea- occorre perseverare, occorre credere».

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