Vaccine day al Gom, giornata vissuta tra timori, speranze e qualche certezza - VIDEO

Sentimenti contrastanti al Grande ospedale Metropolitano in occasione dell'avvio della campagna vaccinale. Ma un solo invito: 'Fatelo'

Non è un giorno come gli altri al Grande ospedale Metropolitano. C’è un’aria diversa. Quella delle grandi occasioni. D’altra parte il Vaccine day ha dato anche centralità a tanti ospedali considerati di seconda fascia ma che hanno tenuto botta ad una pandemia che ha colto di sorpresa tutto il mondo. Il Gom però, dopo essersi distinto anche nella cura del virus, si presenta all’appuntamento con un abito nuovo, fresco di un riconoscimento non da poco.

GOM ECCELLENZA CALABRESE


Una indagine statistica pubblicata sul Corsera, assegna al nosocomio reggino il 14° posto tra le strutture ospedaliere su cui gli addetti ai lavori ripongono maggiore fiducia per la qualità del lavoro svolto. Gongola il Commissario Iole Fantozzi, che divide il riconoscimento con i primari e il personale.

Il Commissario è stata la prima a imbracciare simbolicamente lo scatolo contenente le trenta (delle sessanta dosi complessive) destinate al Gom. Nelle sue parole tanta emozione e molta speranza. La giornata, per quanto simbolica, rimane storica per l’avvio della campagna vaccinale in contemporanea con gli altri Paesi europei.

Per questo, la tensione è palpabile. All’ottimismo e alla emozione della dirigenza ha fatto da contraltare l’ansia mista alla tensione degli infermieri. E i primari, come i buoni padri di famiglia, a fare coraggio e da esempio. Non solo al personale ospedaliero, ma alla popolazione tutta, invitata a più riprese a mettere da parte paure e preconcetti e decidere di vaccinarsi.

Ristobottega

VACCINAZIONE MANGANO, MOMENTO SOLENNE

Il momento della prima vaccinazione al dottore Carmelo Mangano è quasi solenne. Il Primario è sotto tutti i riflettori, prima di giungere alla postazione, è fotografato, intervistato in diretta web, fermato anche per una sola battuta fatta col sorriso sulle labbra, per smorzare quella tensione naturale che un evento del genere richiede.

Al di là della porta una serie di infermieri in attesa di essere vaccinati. Loro sono quelli in prima linea, quelli che rischiano più di tutti perché stanno 6 o 7 ore a contatto con gli ammalati, seppur con le dovute precauzioni.

Alcuni di loro confessano che un po’ di timore c’è, ma anche che occorre affrontarlo perché vale la pena vaccinarsi. È una giornata particolare per tutti. C’è chi è emozionato per essere tra i primi a ricevere il vaccino e chi nonostante la paura si dice convinto che occorre farlo soprattutto per salvaguardare gli altri – “se ognuno pensa di uscirne non pensando alla collettività, non vaccinandosi, non andremo lontano” – ma c’è anche chi, come un giovane medico donna, una 25enne assunta proprio durante l’emergenza covid, non mostra alcun timore nel sottoporsi alla vaccinazione, dichiarandosi felice di poterlo fare subito.


Intanto il fatidico momento si avvicina e il rischio assembramenti tra i giornalisti desiderosi di catturare magari l’immagine simbolo di questa giornata, cresce. Si richiama all’ordine. Ora è un viavai di camici bianchi. Si dettano le regole per poter riprendere e immortalare il momento tanto atteso contingentando le presenze nella stanza del laboratorio allestito per l’occasione.

Via alla prima somministrazione. Via al Vaccine day.

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