Covid e immunità di gregge, Arcuri: 'Entro settembre italiani tutti vaccinati'

Il commissario per l'emergenza Covid ha svelato alcuni dettagli del piano di distribuzione vaccini ed ha fatto il punto sui numeri della pandemia in Italia

Vaccino Covid, è questo l’argomento del momento. In vista dell’arrivo del nuovo anno un barlume di speranza si accende fra la popolazione mondiale che non vede l’ora di deporre le armi, acquisite in questo lungo anno, contro il virus che ha creato la pandemia.

A fare il punto sulla situazione Coronavirus e vaccino in Italia è stato, nella serata di ieri, il commissario Arcuri.

“Entro settembre sarà possibile vaccinare tutta la popolazione”

Una bella notizia l’aveva già data il ministro della salute nel corso della sua informativa al Senato. Speranza ha annunciato, infatti, che il vaccino sarà gratuito per tutti senza alcuna distinzione.

“A cavallo tra il secondo e il terzo trimestre del prossimo anno saremo potenzialmente in condizione di vaccinare la totalità della popolazione”.

Lo ha assicurato il commissario straordinario per l’emergenza Covid-19 Domenico Arcuri nel corso di una audizione in videoconferenza davanti alle commissioni riunite Trasporti e Affari sociali della Camera.

Il piano distribuzione di Arcuri

“Il piano per la distribuzione e la somministrazione dei vaccini è sostanzialmente pronto. L’interlocuzione con amministrazioni locali, forze armate e grandi aziende è in atto. Non siamo preoccupati dalla temporalità, quando i vaccini ci saranno noi saremo pronti. Abbiamo lavorato bene e in anticipo”.

Il primo vaccino disponibile, ha aggiunto, “sarà distribuito sul territorio nazionale direttamente dalla azienda produttrice”.

“Per il vaccino Pfizer sono stati già individuati 300 punti di somministrazione, sostanzialmente presidi ospedalieri: l’87% di questi presidi già dispone delle celle frigorifere necessarie a conservare questo tipo di vaccino a temperature estremamente basse (almeno -75) anche se le dosi dovessero restare in giacenza per oltre 15 giorni”.

Il commissario ha spiegato, inoltre:

“Abbiamo organizzato un modello di distribuzione e somministrazione in due grandi blocchi. Il primo riguarda appunto i vaccini, quelli Pfizer, che vanno conservati a temperature bassissime: il secondo interessa i vaccini che si possono conservare tra i 2 e gli 8 gradi, verosimilmente per primi quelli Astrazeneca e a seguire gli altri. I vaccini Pfizer saranno distribuiti direttamente dall’azienda produttrice e conservati nei 300 punti di somministrazione individuati; tutti gli altri saranno convogliati in un grande hub centrale e di qui trasportati in sicurezza, con l’aiuto dell’Esercito, nei 1.500 punti di somministrazione (1.200 più i precedenti 300). Si tratta di due modelli diversi il primo complesso dal punto di vista quantitativo, il secondo relativamente più semplice.

Più avanti, probabilmente nel secondo trimestre dell’anno, non è escluso, anzi è assai probabile che medici di medicina generale e pediatri di libera scelta verranno richiesti di contribuire alla somministrazione dei vaccini ai propri assistiti. Più avanti ancora per una somministrazione ancora più massiva sarà possibile coinvolgere anche le farmacie“.

L’immunità di gregge

“Solo con l’immunità di gregge riusciremo ad uscire in qualche modo da questa tragedia. Il mio dovere è di mettere tutti gli italiani nelle condizioni di vaccinarsi – ha spiegato Arcuri – I nostri esperti dicono che dovrebbero farlo almeno il 60% delle persone per raggiungere un livello di contagiosità scarso. Noi auspichiamo che grazie ad una campagna di comunicazione massiva si possano superare le ritrosie a sottoporsi al vaccino che pure ci sono, non so se nella popolazione o in chi ritiene di rappresentarla sui media”.

I numeri sulla diffusione della pandemia in Italia

Il commissario, in serata, ha poi partecipato al cosiddetto punto stampa per fare il punto sulla diffusione della pandemia in Italia.

“Oggi (3 dicembre 2020 ndr.) abbiamo avuto il peggior numero di morti, 993. Un numero così alto di morti non si vedeva dal 27 marzo quando abbiamo avuto 969 decessi. 58.038 italiani sono morti e un concittadino ogni 36 è stato contagiato. Numeri che fanno tremare e non dimenticare mai, ora che la curva dei contagi va rallentando.

Le misure restrittive prese con il dpcm del 3 novembre hanno funzionato. Rispetto ad un mese fa – ha sottolineato – abbiamo il 18% di positivi in meno, mentre il tasso di positività si è abbassato di 5,3 punti percentuali, al 10,2%. Oggi in terapia intensiva è ricoverato lo 0,5% dei contagiati italiani: al picco della prima ondata erano il 6,7%. I ricoverati in ospedale sono il 4,2%, nel picco della prima ondata erano il 41,5%, dieci volte di più”.

Per Arcuri ora “non bisogna allentare la presa. Alleggerire misure significherebbe rischiare la terza ondata. Nel mondo ci sono 74.500.000 persone contagiate, in Europa uno ogni 42 abitanti. Sarebbe davvero complicato intravedere la luce alla fine del tunnel e rituffarci nel buio se iniziamo le vaccinazioni durante la terza ondata”.

Sui vaccini ha aggiunto:

“L’ente di certificazione europea ieri ha comunicato che è probabile che il 29 dicembre si concluda la certificazione del primo vaccino, quello della Pfizer, ed entro il 12 gennaio si possa concludere l’autorizzazione per il secondo vaccino di Moderna. Se questo sarà, a partire da ultima decade di gennaio sarà possibile partire con campagna di vaccinazione di massa in Italia che abbiamo preparato”.

L’auspicio è che il programma condiviso con l’Unione europea, che ci riserva il 13,46% delle dosi di vaccino, ci permetta di averne 202 milioni nei prossimi cinque trimestri, tra gennaio 2021 e marzo 2022. Con queste quantità- ha spiegato Arcuri – potremmo vaccinare a cavallo tra il secondo e il terzo trimestre dell’anno prossimo tutti gli italiani che lo vorranno e mettere tra le scorte altre decine di milioni di dosi che serviranno per le riprese che potrebbero servire negli anni successivi”.