Venticinque anni senza Massimo Troisi, genio che parlava a tutti

Massimo Troisi non era un comico, era un genio che l'Italia poteva vantare in tutto il mondo

Venticinque anni senza risate. Il 4 giugno del 1994 si spegneva a Roma, tradito da un cuore fragile, Massimo Troisi, uno dei comici più amati del cinema e della televisione italiana.

Nato 41 anni prima a San Giorgio a Cremano, in provincia di Napoli, era diventato celebre prima con il trio La Smorfia, insieme a Lello Arena ed Enzo Decaro, e poi sul grande schermo. Tra i suoi film pià amati “Ricomincio da tre”, “Non ci resta che piangere”, “Pensavo fosse amore… invece era un calesse” e “Il Postino”, per il quale ottenne una candidatura postuma agli Oscar.

Sono proprio i racconti di chi ha vissuto in prima persona il set del suo ultimo film, che restituiscono l’immagine più fedele dell’artista napoletano. L’amore sviscerato per la recitazione, la sensibilità che raggiunge vette poetiche, la malinconia che sbuca fuori da occhi probabilmente consapevoli di un destino avverso. Ha dato tutto sè stesso in quell’interpretazione, cosciente di un sipario vicino ma ostinato e dedito al punto da rinviare un’operazione che avrebbe potuto salvarlo.

Massimo Troisi non era un comico, era un genio che l’Italia poteva vantare in tutto il mondo. Capace di far ridere con uno sguardo, un movimento impercettibile del viso, o più semplicemente abbandonandosi al suo dialetto napoletano che diventava un linguaggio universale, comprensibile da tutti.

Un Totò post-moderno che da De Curtis ‘rubava’ l’innata eleganza, un’ironia sottile e raffinata ma al contempo capace di arrivare ad ogni essere umano. Una magia fuori dal normale, una luce abbagliante che va oltre il percepibile.

Il senso più profondo che l’arte può trasmettere è anche nella Napoli di Troisi e Daniele, un fusione che ha visto il suo apice nella canzone ‘Quando’ un meraviglioso affresco, pura poesia accompagnata da musica struggente.

Un quadro sentimentale e malinconico, come Troisi e Daniele stessi, accomunati da un cuore troppo grande per contenerli. Più veloce del tempo, Troisi si è abbattuto come una folgore  e ha finito per ingannare tutti. Lasciandoci più soli, ma mai privi del suo inarrivabile talento.