Il caso di Viviana e Gioele: l'analisi psicologica della dott.ssa Frattima

Dalle indagini emerge il quadro clinico di una donna fragile, che nonostante la sua debolezza psichica, si impegnava ad essere una buona madre

Giorno 3 agosto 2020, in una campagna di Caronia in provincia di Messina, viene rinvenuto il corpo di Viviana, donna e mamma di Gioele, un bimbo di 4 anni, anche lui ritrovato recentemente morto non lontano dal corpo dalla madre. Una tragedia che ha colpito ognuno di noi, la voglia di verità e l’incapacità di credere alle diverse tesi che vedrebbero la stessa madre responsabile della morte del proprio figlio.

Dalle recenti indagini, emerge un quadro clinico di Viviana caratterizzato da ricoveri psichiatrici ed un tentativo suicidario avvenuto qualche mese prima la reale morte, ciò mette tutti noi davanti a valutare una profonda sofferenza della stessa, una donna fragile, che nonostante la sua debolezza psichica si impegnava ad essere una buona madre.

A testimoniarlo i video che la stessa ha pubblicato sul web, video di una estrema sensibilità che vedevano una madre che voleva riaffermarsi come musicista, lavoro che svolgeva prima della gravidanza e della maternità, che lei stessa dichiara di aver vissuto con difficoltà ma con profondo amore nei confronti di suo figlio. Ed è proprio così, Viviana non è stata e non è la sola a vivere il momento della maternità con difficoltà, la donna è esposta ad un radicale cambiamento emotivo ed ormonale che ae volte sfocia in gravi depressioni.

Ciò ci mette davanti ad un a grande consapevolezza che è quella di non avere una rete sociale di supporto in grado di sostenere la maternità e la fragilità naturale di ogni donna che diventa mamma.

A mio avviso questa tragedia poteva essere evitata se solo Viviana fosse stata accompagnata e seguita in un percorso di sostegno familiare, in grado di farle svolgere il suo ruolo genitoriale al meglio e farla sentire meno sola.

Per quanto riguarda la risoluzione dell’indagine, credo sia controproducente ogni tipo di deduzione non sostenuta scientificamente e basata su ipotesi fallace volte allo screditamento di professionisti attenti che svolgono bene il proprio lavoro.

Spero questa storia possa servire per capire quanto può essere importante il sostegno psicologico e sociale alle famiglie in difficoltà e con figli. Mi appello alle istituzioni locali, affinché venga creata una rete professionale di ascolto e supporto a questa delicata tematica.

 

*Articolo a cura della dott.ssa Francesca Frattima psicologa, esperta in criminologia e scienze penitenziari, violenza di genere, terapia di coppia, disturbi di personalità.