I 103 anni della Signora in Amaranto. Tanti auguri, Reggina!
11 Gennaio 2017 - 21:14 | di Pasquale Romano

Di Pasquale Romano – Le emozioni non hanno età. Era l’11 gennaio 1914 quando la Reggina nasceva, il club amaranto compie oggi 103 anni. Come ogni storia d’amore che si rispetti, il rapporto tra la squadra e la città ha conosciuto alti e bassi, passioni brucianti e fasi di stanca.
L’intorpidimento fa parte del percorso ed è legato allo strano carattere del popolo amaranto, il sostegno non è sempre stato pari alla categoria. Ci si ricorda infatti di un Comunale stracolmo, ai tempi della serie C negli anni ’80, mentre è stato un Granillo stanco e infreddolito quello che ha accolto gli ultimi anni vissuti in serie A.
E’ il segnale decisivo per capire che non è mai stata una questione di vittoria o sconfitta, di voler a tutti i costi partecipare al ballo delle grandi. Nasconde invece la necessità di vedere in campo dei gladiatori, giocatori che sentano fortemente di rappresentare qualcosa di speciale. Quando questo è accaduto, la tifoseria ha sempre risposto nel migliore dei modi, in alcuni casi commuovendo.
Ovvio ricondurre il decennio vissuto tra i lustrini e le paillettes della massima serie A come il periodo di massimo splendore, anche quello però che ha imborghesito una parte della città. La Reggina è uno dei simboli principali di Reggio Calabria, forse il più riconoscibile fuori dallo stretto. La comunità calabrese presente al nord o all’estero, numerosissima, ha visto nel club amaranto una sorta di ‘prolungamento’ dei propri affetti, e forse proprio chi non ha la possibilità di vivere fisicamente il rapporto ne subisce maggiormente il fascino.
Nel 1986 il ‘big ben’, ovvero la nascita dell’era Foti, che ha portato gioie sino a quel momento sconosciute, ma anche l’atroce onta del fallimento e la ripartenza dai Dilettanti. Il destino sa essere cinico e crudele, e ha regalato ad uno dei personaggi che ha cambiato la storia della Reggina, una uscita di cena mesta, silenziosa e malinconica. Non era il sipario che Foti e i 30 di storia meritavano, la beffa diventa irripetibile perché arrivata dopo uno spareggio drammatico vinto proprio con il nemico di sempre.
Già, impossibile parlare della Reggina senza ricordare l’altra sponda dello Stretto. Impossibile considerare delle normali ‘partite di calcio’ le sfide con il Messina, vere rappresentazioni drammatiche di due popoli che più che vincere, non sopportano vedere l’altro esultare. Il palcoscenico unico della serie A ha impresso il proprio marchio in alcune sfide che stanno in prima fila nell’album della memoria.
Nella galleria di 102 di vita, volano via innumerevoli ricordi e personaggi. Dalla Reggina di Oreste Granillo e Maestrelli, passando per una fase priva di personaggi di spicco ma che ha visto una squadra combattente come poche altre, capace di restituire il primordiale senso di attaccamento alla maglia. La Reggina del -15 (poi diventato -11) è riuscita a rendere realtà l’impossibile, ed è certamente quella stagione l’apice (per intensità, emozioni, gioia ed emozioni) della storia amaranto.
I ‘treni della speranza’ che vedevano un’intera città spostarsi e unirsi al seguito della squadra in occasione di spareggi cruciali, appartengono oramai alla mitologia della città, incastonati tra i momenti che ne hanno maggiormente rappresentato la storia in modo degno. Non è un presente agrodolce ad intaccarne il fascino. Basta voltarsi un attimo, rovistando in un baule dei ricordi profondo 103 anni, per ritrovare tutta l’importanza che la Reggina ha rivestito, riveste e rivestirà per Reggio Calabria. Per riassaporare un brivido che può sopirsi un istante, ma mai volare via.
TANTI AUGURI REGGINA
