A Reggio la Giornata Vittime delle Migrazioni, la maggioranza: ‘Momento di alta civiltà’

"Ricordare ed onorare. Mai smetteremo di piangere i morti innocenti rimasti inghiottiti dalle acque del Mediterraneo" la nota

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“Ricordare ed onorare. Mai smetteremo di piangere i morti innocenti che, nel tentativo di inseguire il sogno di una vita migliore, sono rimasti inghiottiti dalle acque del Mediterraneo”.

Lo scrivono, in una nota stampa, i consiglieri comunali di maggioranza che, all’indomani della “Giornata delle vittime delle migrazioni”, istituita dall’amministrazione comunale e celebrata ogni anno, dal 2016, dal sindaco Giuseppe Falcomatà e dalle istituzioni civili, militari e religiose al cimitero di Armo ed al porto di Reggio, ripercorrono quel drammatico 3 giugno in cui «le nostre coscienze sono state chiamate ad interrogarsi di fronte all’arrivo delle 45 salme sbarcate dalla motonave Vega».

“In segno di rispetto e col cuore spezzato – hanno ricordato – il Comune, con in testa il sindaco Giuseppe Falcomatà, ha voluto fissare la data del 3 giugno quale momento imperituro di riflessione, nel rispetto e nella memoria di chi, scappando da guerre, dittature e carestie, è rimasto stritolato dal lato più oscuro del nostro tempo. Dall’inizio dell’anno – hanno affermato i consiglieri di centrosinistra – 233 persone sono morte e 225 risultano disperse sulla rotta del Mediterraneo Centrale, più di 9000 sono stati i migranti intercettati in mare e riportati in Libia. Fra loro 960 donne e 333 minori. Lo scorso anno, i morti documentati nel Mediterraneo sono stati 2.452. I dati dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) a Tripoli ci dicono che siamo di fronte ad una tragedia senza fine, rispetto alla quale non si può rimanere indifferenti. Ecco perché – hanno continuato – la “Giornata delle vittime delle migrazioni” riveste un’importanza fondamentale. E’ un monito, una spia accesa sulle nostre coscienze“.

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“Quel 3 giugno 2016 – hanno aggiunto dalla maggioranza – ha segnato la nostra comunità per l’eternità. Un giorno triste in cui, in mezzo alla disperazione, è emersa la grande capacità di accoglienza dei reggini e del Coordinamento sbarchi che ha mostrato, al mondo intero, il cuore infinito di una Reggio Calabria accogliente e solidale. In quel frangente drammatico, c’è chi ha assorbito tutte le sofferenze e le disgrazie degli altri, contribuendo per anni a garantire una mano tesa nei confronti di chi scappava dalla guerra. In quelle caldissime estati, sulla banchina del porto, siamo stati al fianco all’impegno della Prefettura, delle forze dell’ordine, dei Vigili del fuoco, la cui attività in diverse occasioni risultò fondamentali, della Protezione civile, della Croce rossa, di medici e di operatori degli uffici delle pubbliche amministrazioni, di tutte le associazioni e di volontari, della Caritas e degli operatori che, quotidianamente, presidiano il Porto di Reggio Calabria, ovvero l’Autorità Portuale, la Capitaneria di Porto, la Guardia Costiera e la Lega Navale”.

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“In ognuno di loro, ed in tanti altri, così tanti che sarebbe impossibile menzionarli tutti – hanno concluso – abbiamo visto quella speranza che illumina il cammino dei giusti, di chi insegue il sogno di un mondo migliore in cui i confini non dividono, ma diventano approdo per la pace fra i popoli”.