211° Anniversario dell’Arma dei Carabinieri: l’intervento del Comandante Provinciale Totaro
"L'Arma sempre garante delle comunità in cui opera. Ogni Carabiniere è testimone di valori, applicazione di principi e rispetto delle norme etiche" il discorso del Generale di Brigata Cesario Totaro
05 Giugno 2025 - 10:50 | Comunicato Stampa

In occasione del 211° anniversario di fondazione dell’Arma dei Carabinieri, il Comando Provinciale di Reggio Calabria ha celebrato questa importante ricorrenza con un evento speciale, in cui è intervenuto il Gen.B. Cesario Totaro, Comandante Provinciale dell’Arma. Di seguito il suo intervento integrale:
“Autorità, gentili ospiti, desidero innanzitutto rivolgerVi a nome di tutti i Carabinieri della provincia di Reggio Calabria e mio personale, un grato saluto per essere oggi qui con noi, in occasione del 211° anniversario di fondazione dell’Arma dei Carabinieri, nonché del 110° anniversario dei combattimenti sulle pendici del Podgora nel corso della Prima Guerra Mondiale, fatti per i quali il 5 giugno 1920 fu concessa alla Bandiera dell’Arma la prima Medaglia d’Oro al Valor Militare; bandiera che questa sera a Roma si arricchirà di un’ulteriore medaglia d’oro al valor civile per la preziosa attività svolta a tutela dei minori.
Una data che simbolicamente rinnova, ogni anno, anche il legame indissolubile che si è formato nel tempo tra l’Arma e gli italiani. Infatti quest’oggi, da Nord a Sud, l’anniversario riunisce idealmente attorno ai simboli e ai colori dell’Arma l’intera popolazione, che la identifica come “Benemerita”, per essere stata “NEI SECOLI FEDELE” alle Istituzioni, e sempre garante delle comunità in cui opera, conservando intatti i valori che rappresentano la sua identità e la sua bussola etica. Proprio come riconoscimento di questo legame dell’Arma con il territorio, quest’anno l’anniversario, articolato su 3 giorni di eventi celebrativi, ha preso a riferimento due luoghi simbolo della città di Reggio Calabria: il Museo Archeologico Nazionale e la rinnovata Piazza De Nava, metafora urbana di modernità che mantiene però intatta l’identità dei cittadini che ogni giorno la vivono. Un connubio tra passato e presente che rappresenta, idealmente, anche la storia dell’Arma dei Carabinieri. Una Storia che affonda le sue radici nel passato, ma vive il presente con i suoi cambiamenti e le sue sfide, guardando al futuro. Un futuro che ha visto negli ultimi mesi i giovani studenti delle scuole di ogni ordine e grado di Reggio Città Metropolitana protagonisti di queste celebrazioni attraverso una serie di progettualità in cui storia, cultura, arte e legalità si sono fuse insieme, come attestato dalla mostra di elaborati scritti e grafici allestita all’interno del MARC, che vi invito a visitare”.
“Ci siamo rivolti prima di tutto ai giovani, perché come recita la prefazione al calendario dell’Arma 2025 “se c’è un tempo della vita che non va mai sprecato, è quello in cui parliamo ai giovani”, che sono chiamati a costruire l’Italia del domani, e a cui l’Arma dedica percorsi di «Cultura della legalità», nelle scuole e non solo, per contribuire alla formazione di un loro senso civico e di una partecipazione consapevole alla vita di comunità. Istruzione e legalità due facce della stessa medaglia. I ragazzi di oggi, se privati di adeguati percorsi didattici e pedagogici, sono potenzialmente destinati a diventare i delinquenti di domani, involontarie vittime di un processo di arretramento della comunità, innescato dalla povertà educativa. occorre, dunque, fare progetti per 100 anni e investire sulla legalità per promuovere lo sviluppo e il futuro di questa regione, gestendo il presente con la consapevolezza che le nostre azioni inevitabilmente riverberano i loro effetti nel futuro, «un futuro che non si aspetta, bensì un futuro che si prepara». Le iniziative assunte hanno visto un coinvolgimento entusiasta e una forte sinergia tra Istituzioni ed Enti, chiamati quotidianamente a operare per il conseguimento del bene comune, e dell’Associazione Nazionale Carabinieri, custode delle tradizioni militari dell’Arma e testimone del patrimonio di valori che unisce e accomuna i Carabinieri di ieri, di oggi e di domani. La formazione, dicevamo, rappresenta anche per l’Arma dei carabinieri un fattore strategico per potenziare le competenze e valorizzare l’azione istituzionale; è la condizione essenziale per affrontare al meglio le dinamiche dell’immediato e le sfide del futuro. Oggi, infatti, sono ben altri i “campi di battaglia” in cui siamo chiamati a confrontarci, sono i c.d. nuovi domini, in cui sono già in corso partite geopolitiche di indiscutibile rilevanza, cruciali e decisive per l’intero pianeta e quindi per l’Italia. Si tratta, infatti, di “praterie” in parte inesplorate e dalle grandi potenzialità, sia in termini di risorse da valorizzare sia di primati da conquistare, che ovviamente non lasciano indifferente anche “la concorrenza”, che ahimè è sempre un passo avanti. Il modello formativo del Carabiniere è per questo orientato, per tutti i ruoli, a un approccio multidimensionale in cui il “sapere”, il “saper essere” e il “saper fare” sono tre concetti complementari tra loro, un insieme integrato finalizzato a sviluppare competenze, abilità e professionalità. La ricerca dell’essere più che sembrare è, prima di tutto, testimonianza di valori, applicazione di principi, riconoscimento e rispetto di norme etiche oltre che giuridiche. L’obiettivo primario è, dunque, quello di far interiorizzare ciò che non è necessariamente codificato per legge e di stimolare l’accettazione dei valori attraverso una matura consapevolezza. Adempiere con intima convinzione un dovere significa, infatti, che sono la nostra morale e la nostra coscienza a guidarci e a farci superare i timori, le fatiche, le delusioni, i pericoli e i sacrifici che ne derivano. Ed è qui che entrano in gioco le qualità personali, la dedizione alla causa, l’integrità, l’intelligenza, il coraggio e l’umiltà del Carabiniere, prodromiche a suscitare stima, rispetto e fiducia”.
“La militarità, d’altro canto, rappresenta – oggi più che mai – il fedele custode dei valori che sono alla base di questa istituzione ultracentenaria, che fa dell’umiltà e del coraggio due fra gli strumenti principali nella gestione delle dinamiche relazionali tra individui e pubblici poteri all’interno delle singole comunità e nel contrasto alla criminalità. L’umiltà è una delle virtù più difficili da realizzare da parte dell’uomo in quanto comporta essenzialmente la conquista della consapevolezza della propria finitezza, entrando in una relazione vera con gli altri, e la rinuncia disinteressata ad ogni vana compiacenza di sé. Quanto al coraggio, certo, se “uno, non ce l’ha, mica se lo può dare”, direbbe don Abbondio, ma ricordo a me stesso che “certe cose non si fanno per coraggio, si fanno solo per guardare più serenamente negli occhi i propri figli e i figli dei nostri figli”. Ciò che conta “è saper convivere con le proprie paure e non farsi condizionare da queste. ecco, il coraggio è questo, altrimenti non è più coraggio ma incoscienza”. Tutto questo ci richiede una risposta qualificata, competente e dalla quale non è possibile sottrarsi, in nome di quel ineguagliabile legame etico – istituzionale che annoda l’Arma, da oltre duecento anni, alla storia dell’Italia e degli italiani. Un legame con il territorio che si stabilì e strinse fin dagli albori dell’‘800, grazie a quell’attitudine all’ascolto e al dialogo con la gente, che da sempre caratterizzano la “cultura della sicurezza” di ogni Carabiniere. È, dunque, per questa ragione che siamo particolarmente lieti quest’oggi di condividere questo momento con la gente che anima queste comunità, a cominciare dai loro primi cittadini che ringrazio per essere oggi qui con noi. Questa lieta ricorrenza, che rappresenta per tutti noi Carabinieri sempre un momento di festa, ancorché dai toni sobri e contenuti, com’è nella nostra tradizione, è altresì l’occasione per ricordare i Carabinieri che hanno onorato il giuramento con coraggio e dedizione, fino all’estremo sacrificio. So bene che non può esserci compensazione tra le statistiche criminali e la rilevanza del nostro impegno, che è complementare a quello delle altre Forze di polizia, tuttavia, solo nell’ultimo anno, i Carabinieri hanno tratto in arresto 903 persone di cui 134 per associazione di tipo mafioso, e oltre 4milioni e 33mila euro di beni sequestrati e confiscati. Il contrasto alle mafie è dunque affrontato con determinazione e risolutezza, pur tuttavia alla risonanza mediatica nazionale che ha riscosso la recente operazione “Millennium” ha fatto da contraltare un assordante silenzio che fa gioco alla “concorrenza”, dando la netta impressione che probabilmente viviamo tutti sotto lo stesso cielo, ma ancora oggi non vediamo tutti lo stesso orizzonte. Riprova che la minaccia è sempre in agguato, perché la ‘ndrangheta risponde al principio della massa di Lavoisier, secondo cui “nulla si crea nulla si distrugge tutto si trasforma”. Ecco perché per fronteggiare il fenomeno occorre porre in essere una rete di diplomazia giuridica, di cooperazione giudiziaria e di polizia coesa e funzionale, nonché mirate misure a salvaguardia delle vulnerabilità intrinseche di un “sistema Paese”, nei cui gangli riesce a incunearsi il crimine organizzato, proprio in ragione della sua attuale connotazione di fenomeno fluido, camaleontico e internazionalizzato, che minaccia non solo l’ordine economico, ma, soprattutto, la stessa sovranità degli Stati”.
“Con riferimento al quadro della minaccia, non va poi trascurato tutto ciò che impatta in tema di cambiamento climatico e degrado ambientale: questi sono fenomeni che, oltre ad avere attinenza con la qualità della vita e, in prospettiva, con la sopravvivenza del genere umano, non solo hanno scatenato, a livello internazionale, la corsa tra i principali Paesi del mondo per assumere un ruolo guida nella sfida verso la neutralità climatica, hanno altresì alimentato gli appetiti della criminalità, comune e organizzata.
In ragione di ciò, la salvaguardia degli ecosistemi e lo sviluppo sostenibile, come riconosciuto anche dalla nostra Carta Costituzionale, rientrano tra le questioni più rilevanti del nostro tempo. È bene ricordare che “la terra non appartiene all’uomo, bensì è l’uomo che appartiene alla terra” , come ebbe modo di dire Capo Seattle già alla metà dell’800. L’Arma reggina ne è consapevole e, per il raggiungimento di questi obiettivi, è oggi impegnata, con i suoi 90 presidi territoriali a supporto dei 21 forestali, su tre fronti: la polizia ambientale, la gestione ecosostenibile delle proprie strutture e della mobilità, nonché la diffusione della cultura ambientale, quale parte integrante della formazione del cittadino di oggi e di domani, da realizzare con il coinvolgimento e l’interazione di tutti gli attori della società. L’esponenziale diffusione delle tecnologie digitali ha accelerato i processi di globalizzazione, incrementando le turbative a cui sono sottoposti i sistemi sociali, con conseguenti nuove forme di disagio e connessi fenomeni di devianza. Certo non possiamo decidere dove e quando nascere ma possiamo decidere cosa vogliamo diventare. E se ci sono giovani che hanno girato le carte e non sono stati fortunati, è pur vero che molti non sono stati capaci di giocarsi adeguatamente le carte assegnate loro, così come non si può solo pensare di essere dalla parte giusta ma occorre anche fare la cosa giusta, e “non farsi cogliere dall’arroganza, trasformando i diritti in favori secondo la logica perversa del clientelismo”. L’instabilità lavorativa, il degrado delle periferie, i flussi migratori e le difficoltà economiche infondono incertezza e alimentano, talvolta, la violenza nelle proteste di strada. Occorre, quindi, occuparsi con sempre maggior perizia delle “periferie dell’umano” oltre che di quelle fisiche dei nostri centri urbani, attraverso politiche d’investimento sociale che rimettano l’uomo al centro più che i fatti che lo vedono protagonista”.
“I nostri Reparti territoriali hanno aderito alle puntuali esigenze delle comunità, fornendo una fitta rete di protezione, in sinergia con i comparti di specialità affidati all’Arma (salute, patrimonio culturale, lavoro, ambiente e agroalimentare), la cui elevata competenza è particolarmente cara agli italiani.
La domanda di sicurezza è dunque forte, costante e riguarda gli aspetti vitali della società civile. Con la Polizia di Stato, la Guardia di Finanza e il Corpo della Polizia Penitenziaria, siamo quotidianamente impegnati per garantire il pieno e incondizionato esercizio dei diritti e delle libertà dei cittadini, in forte sinergia con l’Autorità Giudiziaria e in perfetta aderenza al modello di coordinamento, che trova il proprio imprescindibile valore nell’equilibrio del sistema, assicurato dall’unità di indirizzo espressa da S.E. il Prefetto. Consentitemi di rivolgere ancora un ultimo accorato appello ai giovani ai quali dico: seguite la vostra stella, perché chi segue la propria stella non cerca la strada più facile, ma – come Dante – va in cerca della propria, anche a costo di attraversare l’inferno. Armatevi di lancia, come don Chisciotte, per realizzare i vostri nobili ideali, “non abbiate paura”, “fate sentire la vostra voce”, ma soprattutto “Non lasciatevi rubare la speranza” e volate alto come le aquile. Fate in modo che la vostra vita non sia una vita sterile e non smettete di imparare perché solo «chi smette di imparare è anziano, che abbia vent’anni o ottanta». Infine, mi rivolgo a voi, uomini e donne del Comando Provinciale Carabinieri di Reggio Calabria, perché sappiate farvi interpreti ancor più attenti dei bisogni della comunità, e siate orgogliosi del servizio reso in questa terra con la consapevolezza che l’essere calabrese non rappresenta solo uno luogo di provenienza ma è una condizione dell’anima! Impegnatevi soprattutto a “non essere solo spettatori bensì parte attiva del nostro futuro; andate oltre quello che già conoscete, osservate le cose per come potrebbero diventare invece di come sono sempre state”; perché come non bastano le antiche glorie a darci la grandezza presente, così non bastano i presenti difetti a toglierci la grandezza futura, se sapremo veramente rinnovarci. Non importa quali ostacoli incontreremo, viviamo l’orgoglio di far parte di questa mirabile istituzione con l’ineguagliabile senso del dovere trasmessoci da chi ci ha preceduto, perché “non chi comincia ma quel che persevera.Viva l’Arma dei Carabinieri! Viva l’Italia!”.