Reggio, annullava multe di autovelox con sentenze ‘seriali’: Giudice radiato dal CSM

L'accusa del comandante Zucco, la decisione del CSM e la difesa del noto Giudice di Pace reggino che ribadisce la bontà del proprio operato

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Tutto ha inizio nel novembre del 2021 quando l’allora presidente della Corte di Appello reggina dott. Luciano Gerardis inviava la prima missiva di contestazione al dott. Francesco Palermo, Giudice di Pace di Reggio Calabria.

Secondo il Consiglio giudiziario il dott. Palermo,

“avrebbe adottato comportamenti negligenti e scorretti poichè nei procedimenti a lui assegnati e in particolare in quelli aventi ad oggetto opposizioni a verbali di violazione al c.d.s. per superamento di limite di velocità accertato mediante Velomatic, accoglieva le opposizioni con provvedimenti caratterizzati da motivazione solo apparente e fondava le decisioni senza riscontri documentali”.

Secondo il Consiglio giudiziario della Corte d’Appello il dott. Palermo avrebbe anche liquidato le spese processuali in misura superiore rispetto a quella di legge a favore di un legale con vincoli di parentela.

La contestazione della Corte di Appello arrivava dopo le segnalazioni del Comando della Polizia Locale, a firma del comandante Salvatore Zucco con cui si evidenziavano i provvedimenti del dott. Palermo, contraddistinti, secondo il Comando della Polizia, in ‘modalità ciclostilata’ e formule ripetitive. Secondo il comandante Zucco le decisioni adottate dal dott. Palermo sarebbero state ‘aberranti’ e tali da frustrare l’attività sanzionatoria del Corpo di Polizia.

In sostanza il comandante Zucco lamentava l’abnormità delle decisioni assunte dal dott. Palermo in una serie di giudizi aventi ad oggetto l’opposizione ai verbali di violazione al codice della strada per superamento del limite di velocità nel tratto centrale della sopraelevata nord/sud del porto di Reggio Calabria.

“Il comportamento dello scrivente non è mai stato scorretto o negligente ma improntato sempre al massimo rigore professionale”, si legge nel documento a firma del dott. Francesco Palermo in risposta alla contestazione del Consiglio giudiziario della Corte d’Appello.

E ancora.

“Il connotato della ‘serialità’ delle sentenze discende dal verbale posto in essere dalla polizia municipale di Reggio che è prodotto in modalità ‘seriale’. Quanto alla distanza dei segnali di preavviso rispetto all’apparecchiatura di rilevamento, la stessa non appare né congrua, né completa”.

Il dott. Palermo ha chiesto l’annullamento davanti al TAR, previa sospensione cautelare del provvedimento con cui il CSM ha disposto la decadenza del magistrato dall’incarico svolto presso l’ufficio del Giudice di Pace di Reggio Calabria.

Le argomentazioni della difesa

Nel ricorso presentato al TAR, la difesa del dott. Palermo contesta la legittimità del provvedimento. L’avvocato Sarra parla di “abnormità” e “sproporzione” della decisione del CSM, sottolineando come le valutazioni siano state fondate su sole sei sentenze, a fronte di oltre 3.900 procedimenti trattati dal magistrato dal 2014 al 2025.

Secondo le motivazioni difensive, le decisioni del giudice Palermo si sarebbero basate su elementi oggettivi, come documentazione fotografica e conoscenza diretta dei luoghi, ritenendo insufficienti le sole dichiarazioni contenute nei verbali della polizia municipale. La difesa rileva inoltre che altri giudici di pace avrebbero emesso pronunce analoghe senza incorrere in contestazioni.

Il profilo professionale

Francesco Palermo era entrato in magistratura onoraria nel 1992 come vice pretore onorario e dal 2001 svolgeva le funzioni di giudice di pace. Nel 2023 il CSM ne aveva confermato l’incarico fino al compimento del settantesimo anno di età. In oltre trent’anni di carriera, sostiene la difesa, non vi erano state precedenti censure disciplinari a suo carico.

L’istanza cautelare

Nel ricorso si evidenzia anche il danno che deriverebbe dalla revoca: non solo la sospensione anticipata dell’attività lavorativa, ma anche la riduzione degli emolumenti e il depotenziamento dell’organico dei giudici di pace di Reggio Calabria, già in sofferenza.

Il TAR sarà ora chiamato a pronunciarsi sulla richiesta di sospensione della delibera del CSM e, successivamente, nel merito della legittimità del provvedimento.