Balenando in Burrasca chiude a Pellaro con un Menelao fragile e tragicomico
Al Balenando in Burrasca Fuoriluogo di Pellaro, in scena "Le buttane non esistono”: il patriarcato a teatro tra mito e ironia
28 Settembre 2025 - 15:50 | Comunicato Stampa

Un baule che si apre, e da lì esce Menelao. Non il re di Sparta invincibile della tradizione, ma un uomo che si ubriaca, che indossa il vestito di Elena e che racconta la sua storia: lei, altera figlia di Zeus che non l’ha mai amato, scappata con Paride, che lo ha lasciato in balia di un conflitto esistenziale.
Da una parte il maschio alfa che la società e la cultura greca gli hanno imposto di essere, dall’altra un uomo fragile che soffre per amore.
In questa tensione si muove Le buttane non esistono (Dietro ogni Elena c’è un Menelao), ultimo spettacolo all’Arena del lungomare di Pellaro della VII edizione di Balenando in Burrasca Festival edizione Fuoriluogo.
Patriarcato e maschilità fragile al centro della scena
Gli autori Leonardo Mercadante e Davide Colnaghi hanno voluto prendere di mira la “maschilità fragile”, mettendo in ridicolo il patriarcato e tutti gli stereotipi culturali, quel corpus di miti e leggende che in un certo modo giustificano la violenza di genere.
Così, il mito viene banalizzato: Menelao, l’uomo che aveva tutto, diventa un piccolo uomo contorto su se stesso, incapace di ribaltare i ruoli che lo intrappolano.

Il re di Sparta è presentato come filosofo improvvisato che riflette sul padre, sul suocero, sul fratello Agamennone – “lui sì che sa cosa fare” – mentre lui stesso resta schiacciato tra il desiderio di vendetta e la rabbia per aver perso Elena, moglie che non lo aveva mai amato, frutto di un matrimonio combinato.
Gli autori e il protagonista
Scritto da Leonardo Mercadante e Davide Colnaghi, lo spettacolo è stato interpretato da Luca D’Arrigo.
Drammaturgo e attore, D’Arrigo si è formato a Messina e alla Scuola Iolanda Gazzerro di ERT – Teatro Nazionale, collaborando con numerose compagnie e festival.
Mercadante, autore e performer, è noto per la sua scrittura satirica e dal 2014 fa parte del format di teatro sperimentale Esostheatre. Colnaghi, diplomato con lode all’Accademia d’arte drammatica TeatroSenzaTempo, alterna il lavoro di attore a quello di regista.
Le parole per Gaza

L’attore Luca D’Arrigo ha interagito con gli spettatori, ponendo domande, provocando sorrisi e riflessioni. Lo spettacolo si è concluso con l’esposizione della bandiera della Palestina e un invito chiaro a non restare indifferenti.
Una scommessa vinta a Pellaro
La settima edizione di Balenando in Burrasca – Fuoriluogo, ha trasformato l’Arena del lungomare di Pellaro in un teatro all’aperto, spazio di contaminazioni artistiche e riflessioni scomode.
Il festival è organizzato dall’associazione Adexo APS e promosso dalla Città di Reggio Calabria nell’ambito del progetto “ReggioFest2025: cultura diffusa” finanziato a valere sul Fondo nazionale per lo spettacolo dal vivo della Direzione Generale Spettacolo del Ministero della Cultura.
“Siamo felici di aver concluso questa parte di Balenando che ci ha visti ospiti di questo luogo bellissimo. Siamo contenti di aver raccontato una storia e un punto di vista per noi molto importanti”, hanno commentato i direttori del festival, Katia Colica e Antonio Aprile. “Balenando in Burrasca Fuoriluogo, un bilancio più che positivo. Abbiamo voluto una scommessa in questa periferia bellissima – ha aggiunto Colica – grazie agli artisti e al pubblico che è stato sempre presente e numeroso”.
Aprile ha sottolineato:

“È stata una lunga maratona teatrale fatta di spettacoli, musica, contaminazioni artistiche. Siamo molto contenti del risultato e della sinergia con artisti così differenti, continueremo a lavorare sempre su questa strada soprattutto in un momento come questo in cui il teatro si conferma come forma d’arte essenziale per la crescita civile e lo sviluppo della società, dove si riflette e ci si incontra in un mondo spesso proteso solo verso l’intrattenimento e la distrazione”.
Anche Leonardo Mercadante ha commentato l’esperienza di Pellaro:
È la prima volta che portiamo questo spettacolo al Balenando. Ci siamo sentiti a casa sin da subito. Uno degli obiettivi più importanti del teatro contemporaneo è proprio scardinare l’idea di periferia, e Katia e Antonio stanno facendo un lavoro straordinario”.
Un finale che lascia il segno
Con Le buttane non esistono, il sipario è calato sul cartellone teatrale di Pellaro del festival che continua comunque con gli ultimi laboratori in programma, ma non sulle domande che lo spettacolo ha sollevato: cosa significa oggi essere uomini e donne in una società che ancora condiziona con i ruoli? Quanto il mito continua a parlarci?
Domande pungenti che hanno trovato a Pellaro il loro palcoscenico naturale, confermando ancora una volta il coraggio di un festival che sceglie di resistere con arte, ironia e riflessione.