Trotta (Cgil): ‘La Calabria affonda e il governo pensa a Ponte e Autonomia Differenziata’

"Gli spot e la propaganda lasciano il tempo che trovano. Dal governo nazionale e regionale - afferma Trotta - pretendiamo un approccio concreto e misure decisive”

Gianfranco Trotta

“L’indagine sulla qualità della vita di Italia Oggi mette ancora una volta nero su bianco, filone per filone, la grave situazione di disagio in cui vivono i cittadini calabresi. Delle ultime cinque province italiane della classifica ben tre sono in Calabria.

Dalla salute all’ambiente passando per infrastrutture, lavoro e servizi, si consolida l’immagine di una regione con una sofferenza cronicizzata contro cui ora si torna ad agitare il fantasma dell’autonomia differenziata”.

Lo afferma il Segretario Generale Cgil Calabria Gianfranco Trotta che aggiunge: “Nonostante i diversi rilievi della Corte Costituzionale continuano le preintese tra il ministro Calderoli e diverse regioni del nord. Una mancanza di rispetto nei confronti delle istituzioni come sta accadendo anche per quanto riguarda il Ponte sullo Stretto”.

“Salvini, quasi indifferente ai no della Corte dei Conti, continua nel suo progetto attribuendo alla magistratura contabile un ruolo politico, cercando di far passare in sordina rilievi su aspetti strategici come le procedure d’urgenza, le coperture finanziarie, le voci di costo – continua Trotta -.

Il tutto mentre la Calabria è sparita dalla mappa dell’Alta Velocità ferroviaria della Commissione Europea e i fondi destinati sono stati dirottati proprio sul Ponte”. “Ma il problema non è solo l’Alta Velocità. Mancano – dice il Segretario Generale – le infrastrutture ei trasporti, diverse aree sono marginalizzate proprio a causa della carenza di opere infrastrutturali che ne agevolino i collegamenti. Eppure il governo punta tutto sul Ponte, diventato un grande strumento di propaganda politica”.

“La Calabria reale attende un diritto alla salute esigibile, trasporti adeguati, medici di medicina generale e di corsia (vista la fuga di quelli cubani). Gli spot e la propaganda lasciano il tempo che trovano. Dal governo nazionale e regionale – conclude – pretendiamo un approccio concreto e misure decisive”.