Grande successo per il concerto di Marco Masini sul Lungomare Falcomatà
13 Settembre 2015 - 12:27 | di Redazione

di Anna Biasi – La luce, il calore e il lungomare “Falcomatà” di Reggio Calabria straripante di persone accolgono Marco Masini e la sua band.
E’ molto felice il cantante fiorentino di tornare in Calabria dopo 2 anni quando era stato ospite al Teatro Cilea, “perché in questa Reggio – come confessa nel backstage prima di esibirsi – c’è un calore diverso”.
Il suo è’ un viaggio nel tempo, di venticinque anni, venticinque da raccontare, dal 2015 al 1990, un viaggio a ritroso pieno di emozioni.
Il palco, infatti, si accende con Che giorno è, portata al Festival di Sanremo quest’anno e si conclude con Disperato che lo fece vincere nella categoria giovani molto tempo fa.
I ringraziamenti sul palco all’amministrazione provinciale non tardano ad arrivare: “Ringrazio di cuore chi mi ha voluto realmente qui a Reggio Calabria, ringrazio Giuseppe Raffa e il consigliere Francesco Cannizzaro delegato al Turismo e Spettacolo”.
Percorre le tappe più importanti Non è vero che l’amore, Io ti volevo. Il giardino delle api sino ad arrivare al brano che lo fece vincere a Sanremo nel 2004 L’uomo volante.
E dalle sue parole e dalle immagini proiettate sul ledwall ci sembra tutto eterno, poi pian piano ci sono le prime paure e ci si nasconde un po’ dentro l’amore, con la paura del tempo e di perdere tutto. “Ma ecco – dice Masini introducendo E ti amo – che l’amore ha paura del tempo…poi crescendo ci si accorge che certi amori durano 40, 50 anni e allora si percepisce il vero valore della verità, della potenza dell’amore…e allora, non sarà il tempo ad avere paura dell’amore”. Non mancano poi i successi del passato Principessa presentato in un fantastico Medley, Bella stronza, T’innamorerai, Vaffanculo, Ti vorrei, e la sofisticata Ci vorrebbe il mare suonata magnificamente al pianoforte.
“Per quest’anno non ci sarà per me Sanremo – ci confida ancora prima di salire sul palco – ma in Ottobre, con la mia band riprenderò l’esperienza teatrale, per continuare la prima trance di progetto iniziato in aprile e maggio”.
Una bellissima nota nostalgica lo riporta a quando era giovane, e lui lo era negli anni ’70 e dice con la sua voce graffiante: “Certe serate si trascorrevano con gli amici ascoltando musica e trovandosi nelle spiagge per cantare insieme. Anche la musica è cambiata nel tempo, nel suono, negli arrangiamenti, nei supporti, ma credo che non sia cambiato il perché ci si avvicini alla musica, e tutti quanti noi viviamo una vita che vorremmo leggermente diversa e attraverso una storia raccontata ci si può identificare in un protagonista, in un sentimento, in una fotografia, in una relazione…questo ci porta a vivere meglio la nostra vita… e le canzoni servono per questo, servono da colonna sonora per emozionarci un po’ di più. Io da piccolo – continua mostrando la sua essenza al vasto pubblico – mi emozionavo con il blues, un punto di riferimento, e nonostante sia cresciuto, credo il blues sia qualcosa di straordinario dove ci si può sfogare, perché mostra il nostro colore, la nostra felicità e il nostro modo di essere… e ancora oggi quando vedo un pianoforte ricerco attraverso questi tasti, il mio blues”. E suona Malinconoia al piano.
Grazie Masini perché hai fatto emozionare tutti, perché è calato il silenzio quando sullo screen è apparsa questa frase “Da piccolo mi piaceva vestirmi da eroe…ma i vestiti di mio padre mi andavano larghi…” sulle note di Caro Babbo anche chi non lo ama poi tanto e lo disprezza per il suo essere un cantante triste, è rimasto impietrito ad ascoltare, in un silenzio tombale e qualche lacrima, quella meraviglia toccante da vero poeta.
