Rifiuti zero a Reggio: ‘Il porta a porta unico a garantire recupero materiali differenziati’

I cittadini sono esasperati e disillusi data l’assenza di programmazione


Basta leggere i quotidiani del settore per capire che la questione rifiuti è un argomento di difficile trattazione e che non si può esaurire in due battute. In Italia negli ultimi anni c’è stata un’impennata nel conferimento dei rifiuti differenziati (carta, plastica, vetro) che ha determinato una sofferenza in molti impianti impreparati a trattare questa mole di materiali, complice l’assenza totale di programmazione rispetto alla creazione di una filiera e di un indotto all’altezza. 

In alcune realtà, come la nostra, l’inadeguatezza degli impianti, il ritardo nella costituzione degli ATO – gli “Ambiti territoriali omogenei” su cui vengono organizzati i servizi pubblici integrati incaricati fra l’altro di individuare siti dove stoccare i materiali – e la morosità dei Comuni, hanno aggravato la situazione. 

Leggi anche

I cittadini sono esasperati e disillusi proprio perché l’assenza di programmazione e altre storture rallentano il servizio di PortaAPorta, che a torto viene considerato il male assoluto. Gli esperti del settore, ma anche i cittadini più sensibili alle tematiche ambientali, sanno perfettamente che il PAP è l’unico sistema ad oggi che garantisce un discreto recupero dei materiali differenziati. Altre soluzioni come i cassonetti intelligenti, oltre a costare parecchio, sono spesso oggetto di manomissioni, oltre a non garantire una qualità accettabile del rifiuto conferito. 

Ci sono due modalità di approcciarsi ad un problema o disfunzione. La prima, molto in voga in Italia ai nostri giorni è quella di arrabbiarsi, gridare, trovare a tutti i costi un capro espiatorio, che sia possibilmente debole ed indifeso. La seconda, ahimè disdegnata dai più, è quella di cercare di capire a fondo le cause che generano quel problema e poi eventualmente agire in modo costruttivo per risolverlo. 

Sul tema dei rifiuti che riguarda indiscriminatamente tutti i cittadini, è più che logico attendersi quindi una reazione di fronte alla situazione che sta vivendo la città oggi. Come detto la cosa più immediata è quella di arrabbiarsi (giustificatissimo) e prendersela con il più debole. Nel nostro caso con il “povero” Porta a Porta, sistema indifeso, alla mercè delle volontà di ogni singolo cittadino (di fare bene la differenziata nella propria casa), e fragile perché non può sopravvivere a lungo ai mancati ritiri e richiede quindi una macchina organizzativa efficiente ed impeccabile. 

Il rifiuto che dopo tante vicissitudini riesce quindi ad essere differenziato all’origine e raccolto giornalmente deve poi trovare la sua corretta collocazione. Solo se riesce in ogni tappa di questo difficile percorso il povero rifiuto si rigenererà per rivivere una seconda vita, tornando ad essere nuovo materiale, come carta per libri e giornali che non avranno bisogno di alberi tagliati, o vetro o plastica che non necessiteranno di spreco di nuove risorse od energia. Ma allora, se è così difficile e delicato questo porta a porta, perchè non passare ad un altro sistema? Ottima domanda. Che merita risposte chiare e circostanziate. 

  1. il Pap è il sistema, dati alla mano, che garantisce la maggior percentuale di raccolta differenziata;
  2. la sola presenza dei cassonetti dimezza mediamente la % di raccolta differenziata;
  3. sistemi complessi e costosi come i cassonetti interrati, pur avendo una valenza dal punto di vista del decoro urbano, sono molto costosi sia come investimento iniziale che come gestione e manutenzione e non danno risultati migliori del pap in termini di differenziata;
  4. non differenziare e mandare tutto in discarica o in inceneritore  (o “termovalorizzatore” che è la stessa identica cosa anche se suona meglio) sembra la soluzione più efficace. E’ un dato di fatto però che non ci sono più discariche per contenere le migliaia di tonnellate di rifiuto indifferenziato che si produrrebbe e gli inceneritori o altre simpatiche varianti, come gli impianti a pirolisi, sono una soluzione del tutto anacronistica.

E’ stato certificato che contribuiscono al surriscaldamento globale, sono nel tempo inquinanti per l’aria con l’emissione (quando l’impianto funziona bene…) di tonnellate di gas nocivi e nanoparticelle. Insomma se pensiamo solo a noi stessi oggi, possiamo continuare a bruciare o mettere tutto sotto terra, così il problema sarà “solo” delle generazioni future mentre noi oggi possiamo goderci i nostri consumi senza senso,godendo del grande senso di libertà e comodità di buttare tutto in un unico contenitore senza avere tra i piedi tutti quegli odiosi mastelli che stanno deturpando (loro…) la nostra meravigliosa città che senza mastelli sarebbe come Zurigo… Guarda caso però proprio a Zurigo (400.000 abitanti) c’è il porta a porta, così come a Treviso e provincia ( 500.000 abitanti) con l’85 % di raccolta differenziata e come in molte altre città italiane ed europee. In definitiva noi cittadini dovremmo pretendere che il porta a porta funzioni correttamente e sia perfezionato e adattato alle esigenze del territorio.

Leggi anche

La nostra classe politica dovrebbe, di fronte ad un’obiettiva situazione di insufficienza di impianti di trattamento dei rifiuti in Calabria, trovare soluzioni alternative come ad esempio il compostaggio diffuso, le ecostazioni, il dotarsi di impianti per la selezione spinta dei materiali più remunerativi come la plastica ed altro ancora. Purtroppo invece la nostra amministrazione, nell’attesa che la situazione si risolva (da sola), sembra aver optato per l’immobilismo completo. 

Le associazioni sottoscrittrici di questo documento ritengono (e lo hanno sottolineato più volte durante questi anni) che la sola cosa da fare per non ripiombare negli anni bui del recente passato sia una reale azione coordinata e condivisa tra Amministrazione comunale, Gestore del servizio di raccolta e le associazioni stesse. 

Le associazioni: 

Rifiuti Zero Reggio Calabria
Differenziamoci Differenziando
Deap Seas
Proloco Bocale
Tribù del fare
Ecokerò