Menez: poesia del talento puro e straordinaria capacità ‘pallonara’
Accarezza il pallone con la dolcezza di un innamorato
04 Ottobre 2020 - 15:58 | redazione

Doppi passi eleganti, scambi ravvicinati in punta di piedi, veroniche da fare girare la testa. Il primo tempo di Jeremy Menez contro il Pescara è di quelli che rinsaldano le convinzioni dei sopravvissuti ai calci totali dei nuovi profeti pallonari (veri e presunti): il calcio, anche questo calcio, fagocitato dagli interessi e immalinconito dagli stadi vuoti, resta affare per chi, allo strumento del mestiere, continua a dare del tu. Menez sembra un giocatore venuto fuori dagli anni ’80: è in campo dal primo minuto ma la prima palla la tocca al 12esimo. Raccoglie un pallone sulla trequarti e con una sculettata appena accennata manda a spasso il diretto oppositore prima di appoggiarsi in orizzontale. Passano altri 10 minuti in cui del francese si perdono le tracce poi, raccolta una palla innocua poco dopo il centrocampo, si libera con un doppio passo che per eleganza potrebbe sfilare sulle passerelle parigine e manda in porta Denis con un filtrante ai limiti della legalità per il primo e un po’ rocambolesco gol amaranto.
Il francese si è acceso. Tre minuti dopo il gol, scambia ravvicinato con Denis dopo un’altra piccola veronica che manda il mediano pescarese a prendere un panino con le frittole, entra in area e quasi rompe la traversa di sinistro. Il secondo gol di Liotti sembra pura formalità. In una mezzoretta scarsa, Menez si è preso la Reggina con la forza di chi, sotto sotto, ride di quelli che lo avevano bollato più o meno come un vecchio arnese buono per festini e bicchieri di troppo. In attesa di sapere se il ragazzo apprezzi o meno il vino della Calabria, Menez fa spallucce e come Mallory che scalava l’Everest «perché era lì», così lui maramaldeggia tra i malcapitati a strisce biancoazzurre perché se li trova di fronte, anche se non ci capiscono molto.
La partita scivola via, Menez fa in tempo a prendere un calcione che costa un giallo all’avversario prima di decidere di prendersi la scena sul serio. La palla arriva da sinistra, precisa ma fastidiosa, a mezza altezza e piuttosto forte: ma Menez è entrato in modalità super saiyan e accarezza il pallone con la dolcezza di un innamorato. Da parte sua il pallone apprezza e ricambia con un rimbalzino piccolo piccolo sul destro che chiude la partita e che, tifosi in campo, avrebbe fatto venire giù il Granillo. Il resto è storia ordinaria di straordinaria capacità pallonara. Menez in 45 minuti ha toccato una ventina di palloni, provocando due gol e realizzandone un terzo. Con tanti saluti ai cultori della doppia fase e della diligenza tattica, questo ragazzo diversamente giovane ha riportato la poesia del talento puro e un pò anarchico, su un prato che negli ultimi anni aveva ospitato scarponi che nemmeno negli incubi peggiori.