Accordi con la Libia, a Riace è sciopero della fame. Lucano: 'Scelte disumane'

Giornata di digiuno a Riace contro le politiche del governo Draghi. Lucano al fianco dei migranti

Una giornata di digiuno contro le politiche sull’immigrazione del governo Draghi. È questo quanto avvenuto nella giornata di ieri a Riace, mentre il missionario comboniano, padre Alex Zanotelli, protesta davanti a Montecitorio. Due iniziative legate dallo stesso filo conduttore, secondo quanto illustrato da Mimmo Lucano: gli accordi con la Libia.

Gli accordi con la Libia del Governo Draghi

L’Aula della Camera ha approvato la risoluzione sulle missioni internazionali (438 sì). È stato bocciato invece il testo a prima firma Erasmo Palazzotto (Leu) condiviso da una trentina di deputati della maggioranza, che chiedeva lo stop della cooperazione con la cosiddetta Guardia costiera libica. L’esigenza di mettere un freno alla sinergia tra l’Italia ed i guardacoste libici è stata dettata dalle gravi violazioni dei diritti umani nei confronti dei migranti.

Dopo il via libera della Camera, Amnesty International ha twittato dicendo che “l’Italia e i Paesi europei si confermano complici della cattura di persone in mare e del respingimento di migranti e rifugiati nell’inferno dei centri di detenzione libici”

Il digiuno di Riace

Mimmo Lucano, ex sindaco del paese dell’accoglienza, non è rimasto con le mani in mano ed ha scelto la forma di protesta del digiuno in quel piccolo Comune in provincia di Reggio Calabria dove centinaia di migranti, nel corso degli anni, hanno trovato casa.

“Dal villaggio globale, estrema periferia italiana, abbiamo organizzato un digiuno come atto di protesta contro le politiche migratorie del governo Draghi che blocca per futili motivi le navi delle Ong. Sono scelte disumane in linea con i governi precedenti, perché chi fugge dai lagher libici ha diritto all’asilo politico. Il tempo della negazione dei diritti umani da parte di autorità governative è stato inaugurato con l’ex ministro Minniti, che ha avuto un ruolo strategico nella criminalizzazione della solidarietà e nella delegittimazione del cosiddetto modello Riace, nato per una casualità a seguito di uno sbarco avvenuto sulla spiaggia di Riace tanti anni fa. La nostra idea si è concretizzata in una soluzione umana al dramma delle migrazioni, alle vittime innocenti di decisioni di guerra, di miserie e povertà imposte dalle logiche neoliberiste. Un’onda rossa della rivolta dalle oppressioni contro l’onda nera del fascismo, del razzismo e della disumanità. È un giorno di digiuno come protesta”.