Aloe ha presentato 'Lettere alla moglie di Hagenbach' ai Caffe letterari

L'autore calabrese durante la piacevole serata ha coinvolto il pubblico della fortunata serie di appuntamenti letterari proposti dal Rhegium Julii

Un altro appuntamento per i Caffe letterari, protagonista un autore calabrese, Giuseppe Aloe con la su ultima opera: Lettere alla moglie di Hagenbach (Rubbettino editore). Dopo i consueti saluti del Presidente del circolo del tennis “Rocco Polimeni” Igino Postorino, ha avviato il dibattito Giuseppe Bova per il Rhegium Julii.

Durante la serata sono intervenute Ilda TripodiDaniela Pericone e Benedetta Borrata. Hanno interagito con Aloe, tra domande, considerazioni e riflessioni.

La storia di uno scrittore che, come un detective, per ritrovare la morbidezza della vita, vaga per città e paesi per cercare Hagenbach.

Il messaggio dell’autore ai calabresi

Dobbiamo smetterla di sentirci calabresi offesi dal mondo, derisi, messi da parte, criminali. Noi siamo il popolo più occidentale, siamo l’ultima propaggine del pensiero greco, siamo nella Magna Grecia. E’ necessario rivedere il nostro concetto relativo alle nostre radici, unire il pensiero dell’occidente con quello della “middle Europa”, è uno dei miei obiettivi culturali. Sono sicuro ci sia una nuova interpretazione dell’occidente nell’Europa centrale, mentre la concezione più antica è custodita da noi.

La Calabria nei suoi romanzi

Tutto il dolore che c’è in questo libro ed in generale nei miei romanzi, è filtrato dalla mia nascita a Cosenza, anche gli sprazzi di gioia, quando descrivo una stanza nello scritto è la stanza di casa mia, quando c’è un balcone così vale anche un ingresso e l’odore di casa mia. Stesso vale per i sogni, io ricordo la casa di Cosenza: il mio motore immobile come direbbe Aristotele è Cosenza, per me la mia città è tutto questo.