Amoruso: 'Il mio gol più bello. Amo Reggio e la Reggina'

"La storia del pantaloncino, il numero 17, la maglia della Nazionale

Nicola Amoruso è stato l’ospite in diretta su Citynow e con lui si è parlato ovviamente dei suoi trascorsi in amaranto e non solo. Di seguito riportiamo una parte del suo lungo intervento: “E’ sempre emozionante e gratificante ricordare i bei momenti e soprattutto che siano i tifosi a ricordarli. Il contatto non si è mai perso con loro anche attraverso i social e per me è veramente un piacere confrontarmi. L’esperienza a Reggio Calabria non solo sportivamente, ma anche umanamente, la migliore in assoluto e sono rimasto un grande tifoso della Reggina.

Certi rapporti nascono immediatamente e quello con la gente di Reggio è stato così. Quando sono arrivato alla Reggina non stavo benissimo fisicamente, eppure la gente mi ha aspettato con pazienza e non ho mai sentito una critica nei miei confronti, poi tutto è filato liscio e grazie a Dio con pochissimi infortuni ci siamo tolti tutti delle grandi soddisfazioni.

Con la maglia amaranto ho siglato il centesimo gol della mia carriera ed ho ricevuto anche la cittadinanza onoraria, mi sento molto reggino ed è per questo che ogni domenica faccio il tifo affinchè la Reggina torni in serie B e poi nella categoria che merita.

In tanti mi chiedono quale sia stato il gol più bello con la Reggina e pensano a quelle realizzate con il Messina. In realtà quello più importante e direi anche stilisticamente bello per me è quello con la Roma. Il momento era difficile, la vittoria ci avrebbe rilanciato contro una squadra fortissima ed un campo zuppo. Il cross di Mesto è stato perfetto, ho deciso in un attimo e sono andato in mezza rovesciata senza far toccare la palla a terra. E’ vero, avevo il pantaloncino alzato perchè inzuppato dalla pioggia, da quella partita anche con il sole lo tenevo su.

Anche la maglia numero 17 è stata un affronto alla scaramanzia dopo una serie di infortuni.

Nel periodo juventino c’era molta concorrenza non solo in squadra ma nella serie A in generale. Oggi c’è carenza di qualità, allora tantissimi fenomeni soprattutto in attacco. La mancata convocazione in nazionale rimane un piccolo cruccio, l’avrei comunque meritata nell’anno del meno undici con Donadoni alla guida degli azzurri, pazienza.

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