Aspromonte distrutto, l'ass. Guide del Parco: 'Nessun ristoro coprirà il danno ambientale'

Possiamo solo continuare a monitorare, studiare ed elaborare strategie affinché la ripresa sia efficacie. Il triste bilancio delle guide ufficiali

A fare una conta dei primi danni a seguito degli incendi boschivi che hanno annientato l’Aspromonte, trasformandolo in cenere, è l’associazione delle guide ufficiali del Parco Nazionale d’Aspromonte:

“Grazie alla preziosa e solerte opera delle nostre Guide Giuseppe Martino ed Elvira Castiglione (nonché dell’amico Francesco Manti) siamo in grado di mostrarvi una prima stima dei danni subiti dall’Aspromonte fino ad oggi, nella speranza sia finita qui”.

Nel post FB, corredato da grafiche dettagliate, l’associazione riporta tutta una serie di dati che cattura il disastro ambientale subito per colpa dell’uomo. Elvira e Francesco hanno elaborato una tabella utilizzando dati GIS che raggruppa la tipologia e la quantità di vegetazione bruciata, fornendo uno strumento semplice ed intuitivo per capire cosa e quanto è andato perduto nella stagione incendi 2021.

Giuseppe ha curato un’elaborazione sovrapponendo l’area incendiata alla carta della biodiversità vegetale (Spampinato et al. 2008) individuando le tipologie vegetazionali (raggruppando e sintetizzando per semplificare) e di uso del suolo interessate dagli incendi e la relativa superficie.

In totale, nell’area compresa tra Bagaladi e San Luca, è stata incendiata una superficie pari a 7356 ha (ettari).

Di seguito un elenco decrescente delle tipologie vegetazionali incendiate presenti nelle carte tematiche:
– Pineta naturale di pino calabro 1647 ha;
– Arbusteto (ginestra odorosa, ginestra dei carbonai, erica arborea, ecc) 1595 ha;
– Arbusteto a ginestra odorosa frammisto a pascolo 1031 ha;
– Rimboschiemento a conifere 989 ha;
– Pascolo 709 ha;
– Bosco di latifoglie (faggio, castagno, leccio, farnetto, ecc) 548 ha;
– Superfici coltivate 368 ha;
– Altri tipi veg. 307 ha;
– Frane, aree in forte erosione 106 ha;
– Bosco di rovere meridionale 31 ha;
– Prateria steppica 20 ha;
– Aree urbane 5 ha.

I danni sono ingenti e non c’è alcun ristoro possibile per il patrimonio naturale andato in fumo. Possiamo solo continuare a monitorare, studiare ed elaborare strategie affinché la ripresa sia efficacie e che questi eventi (incendi) siano sempre più rari, o azzerati del tutto.