Brogli elettorali a Reggio: il sistema parte da lontano?

Secondo approfondimento di CityNow sull'inchiesta relativa ai brogli elettorali. Nel mirino degli inquirenti alcuni spostamenti all'interno del Comune...

L’aggiornamento rilevante degli ultimi giorni in merito all’inchiesta sui brogli elettorali alle elezioni comunali di Reggio Calabria è arrivato da Roma, con la risposta ufficiale del Ministero dell’Interno rispetto all’interpellanza presentata dal deputato forzista Felice Maurizio D’Ettore.

D’Ettore ha sottolineato l’esistenza, certificata dalle indagini, di un “articolato disegno molto pervasivo di alterazione del procedimento elettorale” e di alterazione, in maniera decisiva, della volontà popolare.

A rispondere all’interpellanza, e alla possibilità di scioglimento del Comune di Reggio Calabria, il sottosegretario di Stato per il Ministero dell’Interno Carlo Sibilia.

“La situazione, per la sua delicatezza, è seguita con la massima attenzione e quindi, nei limiti consentiti dall’ordinamento, laddove se ne configurino i presupposti saranno attuati tutti i dovuti interventi“, le parole di Sibilia.

Roma ‘chiama’, Reggio risponde

In attesa di capire quali saranno le mosse e relative decisioni del Governo nazionale, a Reggio Calabria le indagini degli inquirenti vanno in modo approfondito. In particolare, secondo quanto raccolto da CityNow la Digos starebbe cercando di sbrogliare la matassa che dalle scorse elezioni si dipana (a ritroso) per un periodo di circa due anni. Da quella data infatti iniziano i primi spostamenti e ordini di servizio all’interno della macchina amministrativa. Ordini di servizio, quelli relativi al settore Affari Generali, firmati dalla dirigente Carmela Stracuzza.

Definita una ‘fedelissima’ dell’ex vicesindaco e Assessore al personale Armando Neri, Stracuzza avrebbe attuato nei mesi precedenti alla tornata elettorale una serie di spostamenti che sembrerebbero essere finiti nella lente d’ingradimento degli inquirenti.

Uno di questi spostamenti riguarderebbe la nomina quale Responsabile del servizio elettorale di Nino Covani. Per poter svolgere quel ruolo serve la qualifica di ‘categoria D’, mentre Covani si ferma alla ‘categoria C’. La norma prevede che sia possibile nominare un dipendente di ‘categoria C’ per quei ruoli solo ed esclusivamente se obbligati, ovvero complice l’assenza di dipendenti di categoria superiore.

Promozioni e spostamenti nella lente d’ingradimento

Non è però il caso riguardante la nomina di Covani, designato Responsabile del servizio elettorale nonostante l’organico dell’amministrazione possedesse di dipendenti categoria D idonei a quella posizione. Per quale motivo Stracuzza (su indirizzo politico di Neri?) abbia preferito nominare Covani e non un dipendente con le qualifiche richieste, non è dato sapere.

Da ricordare come Covani attualmente risulta nel registro degli indagati. Nell’ultimo interrogatorio si è avvalso della facoltà di non rispondere, il Gip inoltre nei suoi confronti di recente ha disposto l’interruzione della sospensione dell’esercizio del pubblico ufficio.

La promozione di Covani non sembrerebbe essere l’unica nomina attenzionata dagli inquirenti. Un’altra dipendente comunale, nello stesso periodo che ha visto Covani designato quale Responsabile del servizio elettorale, è stata promossa all’Ufficio Anagrafe con la qualifica di P.O (vale a dire Posizione Organizzativa) nonostante lo stesso profilo sia finito all’interno di vicende relative al 2012, anno che vide il Comune di Reggio Calabria sciolto per mafia.

In relazione alle P.O., ci sono interrogativi paralleli che riguardano alcuni beneficiari del bando. Il regolamento, datato maggio 2019, per quanto concerne i ‘criteri generali per il conferimento dell’incarico di Posizione Organizzativa’, fa specifica menzione all’inquadramento nella categoria professionale D da una data precedente di almeno 3 anni rispetto alla partecipazione all’avviso.

All’interno del Comune di Reggio Calabria però si è assistito ad alcune esclusioni dai bandi Posizioni Organizzative da parte di dipendenti che ne avevano i requisiti. Allo stesso tempo, fatto che avrebbe innalzato il livello d’attenzione degli inquirenti, si registrerebbero casi di dipendenti che hanno avuto l’assegnazione del ruolo P.O. pur senza avere i requisiti richiesti, o assegnazioni a dipendenti coinvolti nell’inchiesta ‘Torno Subito’.

Brogli a Reggio, i sospetti partono da lontano

Insomma, il mistero sulle manovre dell’amministrazione Falcomatà nei mesi precedenti alle elezioni comunali sembra infittirsi e a conferma di ciò, secondo quanto raccolto da CityNow, ci sarebbe anche un esposto presentato nei mesi scorsi alla Procura.

Allibito per uno spostamento a suo dire ‘del tutto ingiustificato, forse motivato da questioni politiche’, un dipendente comunale nei mesi scorsi infatti avrebbe reagito presentando appunto un esposto alla Procura all’interno del quale si chiedono chiarimenti sui motivi alla base dello spostamento ad altro settore. Spostamenti che sarebbero avvenuti nel 2017 e che riguarderebbero circa 10 dipendenti comunali. Il dipendente, alla luce di quanto emerso negli ultimi mesi in relazione all’indagine sui brogli elettorali, avrebbe chiesto inoltre di essere ascoltato dalla Procura in merito al proprio spostamento e quello dei colleghi in altri settori. Forse per cogliere eventuali correlazioni tra i due accadimenti?

Il ‘mistero’ degli scrutatori

L’ufficio anagrafe e l’ufficio elettorale, entrambi all’interno del settore Affari Generali coordinato da Stracuzza,  sono gli stessi uffici al centro delle indagini degli inquirenti. Oltre agli spostamenti e le nomine sospette, anche per le stranezze che sembrano aver riguardato la selezione degli scrutatori alle ultime comunali.

I soggetti deputati a svolgere questa mansione durante le elezioni, secondo quanto previsto dal regolamento, sono infatti sorteggiati da un elenco di persone che si candidano per questo tipo di funzione. Come riportato da CityNow nelle scorse settimane però, sembrerebbero numerosi i casi di scrutatori che risultano essere figli o parenti di dipendenti comunali, come se non bastasse di dipendenti comunali che godono del servizio elettorale, maturando così straordinari e bonus proprio durante le elezioni.

A gestire questo tipo di operazioni è appunto l’Ufficio Elettorale, che insieme ad altri uffici compone il settore Affari Generali gestito dalla dirigente Carmela Stracuzza. La fiducia riposta dall’amministrazione (e da Armando Neri in particolare in quanto all’epoca Assessore al personale) sarebbe confermato anche dal mancato turn over di Stracuzza all’interno della macchina amministrativa.

Ad aprile il terzo atto dell’inchiesta?

Alle prese con un generale rimescolamento dell’impianto organico comunale, anche a causa di una carenza di personale complice il pensionamento di alcuni dirigenti, l’amministrazione negli anni scorsi ne avrebbe spostato alcuni, aggiungendo talvolta nuovi incarichi per colmare i vuoti di organico. Tra le poche, se non l’unica, a non subire spostamenti o aggiunte di nuovi incarichi, ci sarebbe appunto Carmela Stracuzza, lasciata a gestire esclusivamente il settore gli Affari Generali.

Le indagini da parte degli inquirenti vanno avanti serrate: aprile, come già riportato su queste pagine, potrebbe essere il mese del terzo atto relativo all’inchiesta sui brogli elettorali.