Brogli elettorali a Reggio, il Comitato dei 100 scrive a Mattarella: ‘Sciogliere il Consiglio’

La missiva di #ReggioNonSiBroglia, inviata alle massime cariche istituzionali del Paese, chiede riscatto per la città: ‘Elezioni viziate e falsate’

Hanno scritto al Presidente della Repubblica, alla Presidente del Senato e a quello della Camera, ma anche al Presidente del Consiglio dei Ministri e al Presidente della Corte Costituzionale, per chiedere lo scioglimento del Comune di Reggio Calabria con la conseguente indizione delle elezioni, perché quelle conclusesi lo scorso ottobre con la vittoria al ballottaggio di Giuseppe Falcomatà, sono risultate essere “viziate e falsate dai brogli”.

Cento reggini promotori

La lettera è sottoscritta da un comitato spontaneo di liberi cittadini di Reggio Calabria, nominato #ReggioNonSiBroglia, costituitosi all’indomani della conferenza stampa in cui il procuratore della Repubblica, dott. Giovanni Bombardieri, annunciava il 14 dicembre dello scorso anno l’arresto ai domiciliari, in misura cautelare, nei confronti di Antonino Castorina, consigliere comunale in carica eletto nel PD, ed il presidente di uno dei seggi alle ultime consultazioni elettorali.

“L’accusa mossa è concorso per plurime fattispecie di falsità in atto pubblico e reati elettorali. Durante la stessa conferenza, è emerso come lo scandalo abbia proporzioni ancora maggiori rispetto a questo primo già importante quanto doloroso step che di fatto ha evidenziato come le ultime elezioni, per il rinnovo del Consiglio comunale di Reggio Calabria, siano state viziate e falsate da brogli”.

Politica timida

Nella missiva il Comitato non si limita a chiedere l’intervento autorevole dei destinatari, spiegando la natura e la sostanza delle accuse dell’indagine della Digos coordinata dalla Procura reggina, ma punta l’indice anche contro la classe politica:

“Di fronte a questo scandalo, che rappresenta un unicum nella storia democratica della nostra Repubblica, ci saremmo aspettati una reazione molto diversa dalla politica che, invece di sentirsi delegittimata, nella maggioranza di sinistra viene derubricata a “fatto personale”, mentre a destra notiamo un timido attendismo”.

Per loro sarebbe stato corretto e conseguenziale, invece, che l’intero Consiglio si sciogliesse per ridare parola ai cittadini reggini che,

“di fatto, si sono visti privare del loro più elementare diritto democratico: eleggere i propri rappresentanti. Ecco perché ci siamo costituiti in Comitato e perché ci rivolgiamo a Voi, Presidenti e massime autorità della Repubblica, in quanto garanti delle istituzioni e della democrazia del nostro Paese”.

Riscatto per Reggio

I cento promotori insomma si aspettano che la vicenda non finisca nel dimenticatoio e che abbia la giusta ribalta anche per dare giustizia alla città ed ai reggini:

Anche un solo voto falsato rappresenta una gravità inaudita, ma dalle indagini trapelano addirittura centinaia di voti viziati dalla mano ingorda di chi non ha capito che la politica rappresenta un servizio alla collettività. La nostra città di Reggio Calabria, come ben noto, vive numerose emergenze sociali ed economiche tanto da doverla sempre vedere agli ultimi posti nelle classifiche per vivibilità e occupazione. Addirittura gli ultimi dati Istat segnano un netto calo della popolazione, senza contare le centinaia di giovani che ormai sono costretti ad emigrare per studio o lavoro. A questa umiliazione, oggi i reggini si vedono defraudati e delegittimati anche della loro volontà politica, cos’altro dobbiamo subire?

Da qui la denuncia e l’appello alle massime cariche istituzionali del Paese:

“affinché questa tragica vicenda non finisca in sordina ma possa rappresentare un momento di riscatto e di giustizia per la città di Reggio Calabria e il suo popolo che ogni giorno, con tanti sacrifici, affronta le sfide di una quotidianità sempre più problematica”.