Impianti sciistici chiusi, Malara: 'Ingiusto il quarto rinvio. Servono soluzioni diversificate per i territori'

Il rammarico del sindaco di Santo Stefano in Aspromonte che si fa promotore di una soluzione per i tanti imprenditori che hanno visto saltare un'altra stagione

Nuovo blocco per gli impianti sciistici amatoriali. Il rammarico del sindaco Malara per i continui cambi di programma.

Il sindaco di Santo Stefano in Aspromonte sulla chiusura degli impianti sciistici

La neve sembra essere ormai arriva a Gambarie, ma la nuova variante Covid blocca nuovamente ogni speranza per la ripresa dell’ economia locale. A scontare il prezzo più caro operatori commerciali ed imprenditori. A seguito dell’ultimo provvedimento ministeriale tutte le attività sciistiche amatoriali si fermeranno anche in Calabria. Il Ministro della Salute, Roberto Speranza solo pochi giorni fa, ha siglato un nuovo provvedimento che vieta lo svolgimento delle attività sciistiche amatoriali fino al 5 marzo 2021, (data di scadenza del Dpcm 14 gennaio 2021).

A tal proposito, i microfoni di CityNow hanno nuovamente raggiunto il sindaco di Santo Stefano d’Aspromonte, Francesco Malara. Solo poco tempo fa il sindaco aveva fatto il punto della situazione sulla riapertura degli impianti spiegandoci che nonostante tutto erano riusciti a far partire la macchina organizzativa nel pieno rispetto delle norme anti covid.

Con l’ordinanza n. 6 del 12 febbraio 2021, firmata dal presidente della Regione Calabria, Nino Spirlì, era stata disposta, la riapertura e l’utilizzo degli impianti di risalita nelle stazioni e nei comprensori sciistici, da parte degli sciatori amatoriali, a partire dal 15 febbraio 2021.

Con la firma di Speranza sul nuovo provvedimento tutto svanisce nuovamente in quanto:

“Il provvedimento del ministro tiene conto dei più recenti dati epidemiologici comunicati venerdì 12 febbraio dall’Istituto superiore di sanità, attestanti che la variante Voc B.1.1.7, detta variante Uk è caratterizzata da maggiore trasmissibilità, rappresenta una percentuale media del 17,8% sul numero totale dei contagi”.

La preoccupazione per la diffusione di questa e di altre varianti del virus Sars-Cov-2 ha portato all’adozione di misure analoghe in Francia e in Germania.

“Giusto vietare attività non essenziali, ma…”

Sciare

Con profondo rammarico il sindaco Malara ha così commentato:

“Non mi fraintenda ma, anche non essendo un esperto sanitario, ritengo che il problema non debba essere “la variante inglese”. Il problema è il covid 19 e la sua trasmissibilità. Nel senso che anche se il rischio di contagio non si può annullare completamente esso si deve limitare al massimo e quindi è giusto vietare quelle attività non essenziali in cui c’è un rischio di contagio non annullabile”.

“Io pongo sempre al centro delle questioni l’uomo e la sua umanità. Il valore di una vita umana è incommensurabile per cui occorre fare tutto ciò che è necessario per difenderla”.

Sono gli esperti a dare direttive

Il sindaco Malara ha poi voluto puntualizzare:

“Su questo gli esperti ci devono venire incontro dandoci gli elementi grazie ai quali si possono assumere le decisioni politiche-governative-amministrative che toccano agli organi istituzionali che terranno in considerazione gli ulteriori opportuni elementi sociali”.

“Se il principio della densità abitativa di cui abbiamo già parlato, a seguito dei precedenti decreti ministeriali, inteso come numeri di metri quadri di territorio diviso per numero di persone presenti in tale territorio ( che si potrebbe definire anche come indice di dispersione) non è applicabile, principio su cui noi avevamo lavorato determinando un contingentamento trasmesso alle autorità: 100 sciatori durante la settimana, 300 durante il fine settimana, distribuiti su quasi 100.000 mq di piste, pazienza, va bene”.

“Se non vengono individuate diverse possibilità di differenziazione da territorio a territorio va bene, pazienza”.

Ingiusto subire il quarto rinvio

Il rammarico di Malara va a sostegno di tutti i lavoratori del settore, in quanto:

“Non vanno bene questi continui stop and go. Non è giusto impegnare risorse umane ed economiche per approntare tutto e subire il quarto rinvio. Appalti e prenotazione di bus navetta, sistemazione parcheggi, rifacimento strada, acquisto tornelli. Piani anti covid, progettazioni, riunioni. Si pensi che la cooperativa di gestione da sola ha già speso oltre 50.000 euro per la sola revisione delle seggiovie”.

“Si pensi alle professionalità che hanno aspettato, fino a 12 ore prima del rinvio, per cominciare a lavorare quando invece si sarebbero potuti impegnare in altre attività lavorative in modo da poter portare il pane a casa dei loro figli”.

“Se la chiusura ha un valore scientifico, pazienza, va bene, immagino che si sia stato in buona fede l’aver provato a valutare tempo per tempo. Invece non andrebbe bene se la scelta verrebbe fatta sull’onda emotiva o se il rinvio continuo sia servito ad attenuare le proteste che sarebbero derivate dal blocco assoluto. Non credo che sia questa la motivazione ma certamente che a saperlo prima. noi ci saremmo attrezzati diversamente”.

A saperlo, avremmo potuto ulteriormente diversificare

“Già oggi a Gambarie offriamo una serie diversificata di servizi ed attività per il divertimento di tutte le fasce di età (kindergarden, slittino, bike , trekking.. .), ma sinceramente mi sarei dedicato a trovare qualche ulteriore cosa da far fare alle nostre migliaia di turisti; ad esempio una bella ciaspolata ma anche lo snow volley o altro ancora”.

Procedere con l’immediato indennizzo: la proposta di Malara

“Adesso occorre però procedere con l’immediato indennizzo di tutti gli operatori. Mi permetto di lanciare tramite la vostra testata una idea semplice e rapida. Il 50% del fatturato non dell’anno scorso, anno in cui c’ era già il lockdown, ma di due anni fa che è stato l’ultimo anno in cui si è lavorato regolarmente”.

“Basterebbe una piattaforma telematica su cui le ditte o i loro commercialisti possano inserire questo dato. Dato immediatamente riscontrabile da parte delle agenzie delle entrate e si potrebbe procedere all’immediato indennizzo”.

“Concludo augurando a tutti che questa situazione finisca al più presto ma che essa serva di insegnamento ad ognuno di noi. Non dare nulla per scontato e nel fare tutto ciò che ci è possibile per aiutare il nostro prossimo, se sta bene lui, stiamo bene anche noi”.