Campi estivi nei beni confiscati alla mafia: a Locri la firma del protocollo d'intesa

Alla prima tappa del 'Legalitour', in provincia di Reggio, erano presenti Gratteri, Morra e il ministro Azzolina

È arrivato a Locri il legalitour; una tappa, la prima, per inaugurare il nuovo ostello della gioventù costruito in quella che era una testimonianza concreta dello strapotere mafioso in questo pezzetto di Calabria, e che ora, a distanza di qualche anno, è tornata nella disponibilità dello Stato. Ed è proprio Locri, considerata suo malgrado, come una delle capitali del crimine organizzato targato ‘ndrangheta, che viene scelta per la firma di un protocollo che apre le porte dei beni confiscati a mille ragazzi che durante l’estate verranno ospitati gratuitamente tra Calabria, Campania, Sicilia e Puglia.

Un progetto che nasce dalla sinergia tra la commissione parlamentare antimafia e il ministero dell’istruzione e che mira a creare, questo l’auspicio dei relatori, una nuova consapevolezza nei più giovani su quanto stringente sia il problema delle mafie sull’intero territorio nazionale. C’è il procuratore capo di Catanzaro Nicola Gratteri – originario della vicina Gerace e per anni caposaldo delle procure di Locri e Reggio Calabria – a fare gli onori di casa al presidente della commissione antimafia Nicola Morra e alla ministra Lucia Azzolina.

E se Morra, anch’egli calabrese, tra un richiamo alle parole del grande Gesualdo Bufalino sulla necessità di non piegarsi al potere delle mafie e un accenno alla non meglio specificata «università della vita che inizia fin dai primi anni di vita di ogni uomo», ha parlato di come la cultura dell’anti mafia vada di pari passo con la cultura democratica, la titolare del ministero trasteverino ha espresso la convinzione che si possa tornare presto alla normalità, sottolineando come lo Stato sia presente anche nel territorio della Locride e che la scuola serve come primo presidio della legalità.

Una verità questa, difficilmente contestabile, ma che purtroppo cozza con i numeri desolanti che vengono fuori dai comuni del comprensorio, costretti negli anni a chiudere, a causa del crollo demografico figlio di una costante migrazione dei suoi abitanti, molti dei cosiddetti presidi della legalità, sacrificati sull’altare di tagli indiscriminati e orizzontali «una situazione a cui – assicura la ministra – porremo rimedio, ma serve ancora tempo».

A perorare fortemente questo nuovo progetto c’è Nicola Gratteri che negli anni, utilizzando tempo sottratto alle ferie, ha incontrato migliaia di studenti per sensibilizzarli sul fenomeno delle mafie.

«Credo molto in questo progetto – ha dichiarato il magistrato – ogni volta che incontro i ragazzi che tornano da esperienza di questo tipo, riscontro in loro un cambiamento profondo, figlio di una nuova consapevolezza: partono ragazzi e ragazze e tornano uomini e donne. Quello del riuso dei beni confiscati è un problema serio – ha detto ancora Gratteri – da una parte i beni sono tantissimi, dall’altra il personale che se ne occupa è da anni sotto organico e così succede che alcuni beni che lo Stato ha sottratto alla mafia e alla sua economia parallela e con le carte truccate, diventino fatiscenti e ogni volta che questo accade, assistiamo ad una sconfitta dello Stato stesso».

Il protocollo viene firmato sotto decine di telecamere (e pochi studenti visto gli ingressi contingentati della pur grande sala conferenze) e la carovana può prendere la strada che porta all’ostello della Locride che sarà gestito dalla cooperativa Goel. Non prima però che lo stesso Nicola Gratteri, approfittando della visita della ministra pentastellata, lanci una frecciatina che vuole essere di sprono affinché «la ministra intervenga per affiancare ai progetti sulla legalità presenti in tutte le scuole, anche dei progetti legati alla lingua italiana, visto che molti studenti spesso non sanno parlare».