Calabria nel caos, il j’accuse di Lino Polimeni: ‘Politica complice del disastro’

Il noto giornalista di “Articolo 21” non risparmia nessuno e avverte: ‘Serve un candidato che unisca i calabresi’

È un j’accuse in piena regola quello che Lino Polimeni – ospite della diretta di CityNow per fare il punto sul caos della sanità – rivolge alla politica di casa nostra, e non solo. Il giornalista e conduttore Tv non va mai per il sottile. La sua esuberanza e la passione che anima le sue decennali denunce lo ha portato per ben due volte tra gli ospiti di “Non è l’Arena” di Massimo Giletti, dove ha travolto con un giudizio tranciante la politica sanitaria messo in atto dal governo nazionale.

Ma la Calabria non sta soffrendo solo sotto il versante sanitario dell’emergenza, ma anche sotto quello più squisitamente politico, con un vuoto di rappresentanza, dopo lo scioglimento recentissimo del Consiglio regionale a causa della tragica morte della Presidente Jole Santelli.

I responsabili del disastro

Il governo regionale potrà deliberare solo su atti indifferibili e urgenti fino all’elezione del nuovo Presidente. Ma Lino Polimeni si dice preoccupato, non intravedendo nell’attuale presidente della Regione facente funzione l’uomo adatto ad affrontare questo momento difficile:

Nino Spirlì è parte del mondo dello spettacolo. Ha fatto per tanti anni delle cose a Mediaset, delle cose in una televisione di Gioia Tauro come direttore, è un uomo spiritoso che ci tiene alla sua libertà. Io credo però che sia un uomo messo lì, ma che è fuori posto. Deve avere rispetto dei calabresi. Meno va in diretta tv, meno parla, e più rispetta i calabresi”.

Polimeni ammette come questa sia una fase molto difficile per la politica calabrese. Ma allo stesso tempo non assolve nessuno:

“L’alternanza tra centrodestra e centrosinistra è lo specchio di quello che è avvenuto in Calabria. Significa che sono tutti complici della distruzione del territorio calabrese. I consiglieri regionali del centrodestra e del centrosinistra oggi, sono quelli di vent’anni fa che stanno ancora ruotando intorno alla politica. Sono loro i maggiori responsabili del disastro. Credo che se avesse coraggio, questa gente, dovrebbe ripresentarsi. Ma la domanda che mi faccio – e lo dico a chi sta protestando oggi – quando ad aprile o maggio si voterà, questa gente riprenderà 7/8mila voti, e chi glieli dà questi voti?

Scatto d’orgoglio

Giletti Polimeni

La domanda retorica che si pone Lino Polimeni non fa una piega e amplia l’orizzonte dell’invettiva dello stesso, che punta l’indice sull’arroganza della politica nazionale che – dice – ci vuole imporre il candidato presidente del centrodestra e del centrosinistra,

“poi ci saranno le civiche non so chi si candiderà. Io non ci sarò. Posso sostenere un nome, vorrei dare suggerimenti buoni”.

Lino Polimeni d’altra parte non è nuovo alla politica. Si è esposto sostenendo la candidatura, poi vittoriosa, di Enzo Voce a Crotone, con il movimento Tesoro Calabria, che si rifà al già candidato alla presidenza della Regione Carlo Tansi. “C’è stata una rivoluzione”, dice ricordando il suo personale impegno. E poi l’accusa:

“La politica oggi è un vomito. Hanno sistemato le mogli, le sorelle, i cugini, hanno sistemato tutti. Il presidente del Consiglio regionale ha licenziato i consiglieri lo scorso 10 novembre, ma lo sai che i consiglieri prenderanno lo stipendio fino a quando non ci sarà il nuovo governo? Lo sapevi che ha nominato il portaborse del suo portavoce? Questa la chiami buona politica? Chi ha votato queste persone non ce l’ha sulla coscienza? C’è gente che ha sistemato intere famiglie nei call center o nei centri commerciali con ragazzi che vengono sfruttati a 500 euro al mese”.

Nel ragionamento del conduttore di “Articolo 21”, i politici – cravattari della vita quotidiana, li chiama Lino Polimeni – tenendo sotto scacco la gente con la promessa di un posto di lavoro, dimostrano che vogliono che i calabresi stiano in una posizione di assoggettamento, per avere voti per il futuro.

“Peggio degli ndranghetisti. Anzi, io dico meglio lo ‘ndranghetista che si presenta con nome e cognome che un colletto bianco o un politico, che strozza e ricatta la gente sul bisogno”.

L’appello

Così Lino Polimeni, dopo aver bacchettato la classe politica nazionale e locale, e anche quella parte di cittadinanza che si presta al ricatto del voto, mostra ancora di credere nei calabresi, rivolgendo un appello alla comunità:

“Bisogna trovare un nome importante, che unisca tutti i calabresi. Siamo in guerra. Scegliamo questo candidato a presidente. Ma deve essere nome così importante che sia una rivoluzione per la Calabria sana e che dia dignità ai calabresi”.