Reggio, allarme oncologia. L'appello di Correale alle famiglie: 'Ce la stiamo mettendo tutta ma siamo in seria difficoltà'

La denuncia del dott. Correale: 'Non abbiamo mai visto nessuno, non siamo mai stati consultati né ascoltati. I miei non ce la fanno più'

Al Grande Ospedale Metropolitano di Reggio Calabria mancano circa settecento dipendenti, tra medici, infermieri e operatori socio sanitari. Un dato che oggi, mette in ginocchio quasi la totalità dei reparti dell’ospedale reggino e che evidenzia l’incapacità della politica nella gestione della sanità pubblica.

Lo sguardo dei medici e dei primari che in questi giorni abbiamo intervistato all’interno del G.O.M. è più che chiaro. La situazione è drammatica e a soffrirne è ogni piano di ogni torre del nosocomio.

In questa triste pagina di sanità calabrese, che si trascina da molti anni ormai, la beffa del Covid ha alimentato il travagliato lavoro di medici ed infermieri, alle prese da inizio pandemia a fare i conti quotidianamente con le proprie energie. Il livello di sopportazione e di pazienza raggiunto dal team dei Riuniti ha superato però ogni limite e molti dipendenti sono in piena sindrome da burnout.

“Il contesto lavorativo in cui siamo costretti ad operare non è assolutamente ben gestito a causa della carenza di personale – spiega il primario del reparto di oncologia dott. Pierpaolo Correale – I miei ce la stanno mettendo tutta ma vedo la mia caposala (che è una combattente) stremata così come anche i colleghi. Siamo tutti ‘scoppiati’ dal lavoro”.

In questo momento ci sono solo un solo medico la mattina ed uno il pomeriggio. In due devono gestire una mole di lavoro pari a 21 posti letto in un reparto che ne dovrebbe ospitare 16. E quei cinque pazienti in più sono posizionati lungo i corridoi in barella con un medico che di fatto lavora per tre.

“Questa situazione drammatica si trascina ormai da anni. Oggi ho solo tre medici che devono fare 35 terapie più decine di visite tra cui anche quelle d’urgenza. La situazione è tremenda e la gente protesta ogni giorno”.

Il dott. Correale è avvilito e per questo chiede una mano d’aiuto soprattutto alle famiglie che devono comprendere la situazione in cui si trova il suo staff.

“Capisco che è molto difficile ma chiedo alle famiglie di avere molta pazienza. Noi ce la mettiamo tutta ma più di così davvero non riusciamo a fare. Lavoriamo giorno e notte solo per assistere i pazienti”.

Decine le lettere ormai inviate alla direzione sanitaria da parte del dott. Correale per fissare un incontro. Missive che purtroppo non hanno avuto alcun riscontro. I vertici del GOM hanno le mani legate e non possono fare miracoli.

Intanto la situazione del personale sanitario rimane logorante dal punto di vista psicofisico. In particolare nel reparto di oncologia due medici si sono licenziati per andare a lavorare al nord. Da quel momento il reparto non ha avuto alcuna sostituzione.

“Dalla loro partenza non abbiamo avuto alcun arrivo. Abbiamo un reparto nuovo e molto bello al Morelli – continua il dott. Correale – ma questa modernità della struttura non serve a nulla se non ci sono gli uomini per aiutare il malato. Come si fa a lavorare in serenità con questa drammatica carenza di personale medico ed infermieristico?”.

Nessun politico, da inizio pandemia, ha visitato il suo reparto.

“Ci sono una decina di persone che decidono per tutti, noi medici non siamo mai stati consultati e non c’è mai stato un confronto con il dipartimento né con i vertici regionali”.

Per dare risposte adeguate ai tanti pazienti e mantenere una qualità sufficiente il reparto di oncologia dovrebbe avere tre medici e cinque infermieri in più. Da anni dunque il reparto di oncologia, così come tutti gli altri, lavorano con estrema difficoltà e con il covid sono raddoppiati i pazienti.

Quanto altro tempo ancora ci vorrà per rimediare ed aiutare i medici del GOM con nuovi medici ed infermieri? Quanto ancora resisteranno i dottori dei tanti reparti dell’ospedale reggino?