Carenza personale al Gom, la drammatica testimonianza di un infermiere: 'Situazione devastante'

Ai microfoni di CityNow, le parole di un infermiere del reparto di terapia intensiva: 'Continuiamo a lottare, ma siamo troppo pochi'

E’ una doppia lotta, una delle quali è oggettivamente impari. Al Gom di Reggio Calabria gli infermieri e i medici non devono combattere (come è normale che sia) per la salute dei pazienti, strapparli via da un destino malevolo. La guerra si combatte metaforicamente a mani nude, a causa di una clamorosa carenza di personale che costringe tutti gli operatori a fare i salti mortali con turni di lavoro massacranti.

La pandemia ha soltanto accentuato una situazione che va avanti da troppo tempo, nel silenzio di generale di chi (classe politica e sanità calabrese) senza vergogna ha permesso tutto questo.

La testimonianza di un infermiere del GOM

Domenico Alessi è uno dei (purtroppo) pochi eroi che il Gom può vantare nel reparto di terapia intensiva, quello che si trova in prima linea nella lotta contro il Covid, il reparto che in generale deve accogliere i pazienti in condizioni di salute peggiore.

Ai microfoni di CityNow, Domenico non nasconde lo sconforto per una situazione che si protrae da troppo tempo.

“Nel cambio di turno, tra colleghi ci diciamo di tenere duro, di continuare a fare quello che abbiamo fatto in questi anni e che continueremo a fare. I numeri sono devastanti, le risorse umane sono poche ma efficientissime. Il personale serve adesso ma serviva anche negli altri anni, ma nulla è stato fatto”.

Il vaccino, oltre alle cure dei medici, l’unico baluardo per affrontare e provare a prevenire il contagio da coronavirus. I numeri parlano chiaro e sottolineano come le persone vaccinate abbiano molte meno possibilità di contagiarsi e ancora meno di finire in terapia intensiva, reparto che in tutta Italia accoglie quasi esclusivamente non vaccinati.

Perchè non affidarsi allora senza tentennamenti ai vaccini?

“Quando i pazienti arrivano in terapia intensiva, non chiedo loro o a me stesso perchè non sono vaccinati. Sul momento pensiamo soltanto a salvarli, è quella l’unica nostra preoccupazione. Di sicuro -evidenzia Domenico Alessi- sarebbe fondamentale far capire loro quanto il vaccino sia necessario.

Questa fase drammatica è oramai incontrollabile, negli ultimi giorni ci sono ancora più ricoveri, con pazienti gravi rispetto alla terza ondata. La quarta ondata è stata devastante, pensavamo di poterne uscire grazie al supporto dei vaccini e invece non è stato assolutamente così”.