Caso Castorina, Perna: 'Domandiamoci perchè siamo arrivati a questo livello di follia'

Il vicesindaco: "Castorina ha preso 1500 voti, se ne avesse presi 1300 cosa sarebbe cambiato?"

Non si può vivere di sola emergenza. Bisognerà trovare finalmente un lungo respiro per pensare in avanti. Bisogna fare una seria programmazione per il futuro.

Lo auspica il vicesindaco Tonino Perna che – ospite della diretta web di CityNow, condotta dal direttore Vincenzo Comi – guarda con sofferenza al momento attuale attraversato dalla città, stretta tra la pandemia, l’emergenza rifiuti e i casi giudiziari che stanno scuotendo Palazzo San Giorgio.

Una vicenda senza senso

Sulle accuse di brogli elettorali che la Procura ha addebitato al capogruppo del Pd in Consiglio comunale, Nino Castorina, Perna si è già espresso chiedendo a gran voce, oltre alla sollevazione da tutti gli incarichi per Castorina, la costituzione di parte civile del Comune in caso di processo. Un atto dovuto, in realtà, ma “per me – dice Perna – è prima di tutto un atto morale”:

“È una storia triste. Ritengo che, da quelle che sono le accuse leggendo le carte, se confermato, si tratti di una vicenda surreale, senza senso. Castorina ha preso 1500 voti, se ne prendeva 1300 che cosa cambiava? Ma ritengo che dobbiamo interrogarci sull’assurdità di questo gesto. Insomma, cosa spinge un ragazzo in carriera, sveglio, brillante, a fare questo? Io credo sia vittima di una generazione che sente in maniera esagerata la competizione, che è diventata una specie di droga, per cui devi arrivare per forza primo. Bisogna domandarsi perché, pur di vincere, siamo arrivati a questo livello di follia”.

Linfa per l’antipolitica

È chiaro al professore Perna che tutta questa serie di vicende che hanno coinvolto e stanno coinvolgendo i consiglieri comunali e non solo, non fa altro che alimentare il sentimento dell’antipolitica. Lui però non ci sta:

“Non è vero che in politica sono tutti corrotti. È una cosa aberrante pensarlo. Io ne conosco tanti che fanno politica con passione e disinteresse. Sono tanti, ma quando ne prendi un paio per la gente sono tutti corrotti. Possiamo mai ridurre quello che Paolo VI ha definito la più grande opera di carità, la politica fatta per il bene comune, a organizzazione criminale?”

Domanda retorica e provocatoria, che non esime Perna dall’affermare che questi episodi certamente contribuiscono a rafforzare questo luogo comune, “assolutamente sbagliato, che non ha nessun fondamento”.

E d’altra parte c’è l’esigenza pressante di chiarire le cose. La richiesta fatta dal sindaco e da tutta la maggioranza è quella di fare presto.

“Se ci sono mele marce nel Consiglio comunale, oltre Castorina, o fra i dirigenti, che si sappia perché si lavora meglio”.

E tuttavia Perna ci tiene a sottolineare che il tema della politica, a cui manca spesso l’etica, non è una questione di Reggio Calabria.

“C’è una caduta morale che non è solo italiana, ma anche europea e si manifesta a diversi livelli. È come lo stesso fenomeno della criminalità organizzata che io chiamo borghesia mafiosa. Una volta la attribuivano solo al sud Italia, ora la riscoprono dappertutto, anche all’estero…”