Reggio, Centro Lilliput a rischio chiusura: la protesta degli operatori a piazza Italia

A causa del nuovo piano regionale, il centro socioeducativo che si occupa di minori a rischio potrebbe chiudere per sempre dal 30 giugno

Ancora una volta, ad essere a rischio, è uno dei centri che, nella città di Reggio Calabria, fornisce alla comunità un servizio di fondamentale importanza. A farne le spese, purtroppo, sono sempre loro: i più deboli e bisognosi. Al centro dell’imminente disastro ci è finito il centro socioeducativo Lilliput che rischia di vedere per sempre chiuse le sue porte. Il problema sarebbe scaturito dal nuovo piano regionale che non permetterebbe, a causa di alcuni requisiti, l’accreditamento della struttura.

Il Centro socioeducativo Lilliput a rischio chiusura

Protesta Centro Lilliput

In gioco c’è il futuro non solo degli 8 dipendenti che, da anni, portano avanti un servizio per la comunità, ma anche il sostegno di cui numerose famiglie non possono più fare a meno. È per questo motivo che, questa mattina, operatori e sostenitori si sono dati appuntamento a piazza Italia nella speranza di smuovere le coscienze dei politici.

Secondo quanto riportato dai presenti, infatti, l’amministrazione comunale era già a conoscenza del problema dell’accreditamento da tempo ed aveva preso l’impegno di mediare con la Regione Calabria al fine di trovare una soluzione che consentisse la prosecuzione dell’attività del centro Lilliput. Così non è stato, almeno fino ad ora.

“Il nuovo piano regionale – ha spiegato un operatore ai microfoni di CityNow – prevede dei requisiti per l’accreditamento impossibili da soddisfare. Ci mette, in particolar modo, in difficoltà un requisito strutturale. È per questo motivo che, se le cose non cambieranno, il centro dovrà chiudere le sue porte a partire dal 30 giugno.

La struttura, che opera nella periferia sud della città e che è ubicata a Croce Valanidi, si occupa da anni di minori a rischio, provenienti da famiglie che vivono in condizioni di svantaggio e che, solitamente, vengono segnalate al centro dagli assistenti sociali.

“Ciò che vorremmo – hanno spiegato gli operatori – è solamente interfacciarci con i rappresentanti politici per discutere le criticità del nuovo piano regionale che vanno, praticamente, a peggiorare il servizio”.

Pazzano: “Mi auguro che la politica si svegli presto”

In piazza, questa mattina, c’era anche il consigliere Saverio Pazzano che, dal suo insediamento, si è mostrato più volte sensibile ai temi che riguardano, in particolar modo, gli assistenti socioeducativi e tutto il mondo del welfare. L’esponente del movimento “La Strada” ha ridabito la sua vicinanza al centro Lilliput ma ha anche puntato il dito contro la politica:

“Ancora una volta – ha detto a CityNow – registriamo l’assenza della politica che si sveglia sempre l’ultimo giorno. Da oltre 1 mese e mezzo chiedo una relazione del piano di zona che abbiamo votato l’anno scorso per capire cosa sia stato fatto in termini di servizi agli ultimi in questa città.

La politica non vuole riflettere sui problemi, si assenta sulle questioni, lascia alle parti tecniche decidere prendendosi poi i meriti e assentandosi quando c’è, invece, da discutere dei demeriti.

La vicinanza al centro Lilliput c’è – ha ribadito ancora Pazzano – è una struttura che offre un servizio essenziale per i bambini in una zona in cui c’è grande bisogno. Mi auguro che la politica si svegli presto e ascolti le urgenze del territorio. È necessario sedersi ad un tavolo, visitare il centro e trovare soluzioni”.

L’appello settore welfare della città

Volontari, operatori e comuni cittadini scesi in piazza a sostegno del centro socioeducativo hanno lanciato un chiaro appello al settore welfare del Comune: agire per non pentirsene in seguito.

“Il regolamento così com’è adesso non è applicabile – ha concluso la responsabile Rosanna Iacopino. È incredibile pensare che lavoriamo da ormai 22 anni e ora saremo costretti a chiudere. Il Comune aveva preso l’impegno di dialogare con la Regione, cosa che non è mai stata fatta”.