Cittadinanza onoraria alla senatrice Liliana Segre, il Consiglio approva all’unanimità

Il sindaco Giuseppe Falcomatà: ‘Testimonianza vivente dei diritti inalienabili della persona’

Il Consiglio comunale ha approvato all’unanimità il conferimento della cittadinanza onoraria alla Senatrice Liliana Segre. L’aula ha rinnovato l’unanimità (dei presenti) registrata anche in Commissione Affari istituzionali dove la proposta è stata discussa e approvata.

A relazionare in aula è stata la consigliera Debora Novarro – la più giovane componente della maggioranza a Palazzo San Giorgio, presidente della Commissione Affari Istituzionali – che nel corso di un sentito intervento, apprezzato dall’intero Consiglio che ha sottolineato con un fragoroso applauso, ha inquadrato il conferimento della cittadinanza alla luce della storia personale della senatrice e del suo impegno profuso nell’educazione civile e morale delle giovani generazioni.

“Liliana Segre è un monito vivente nell’affermazione dell’umanità sulla sopraffazione. Nell’affermazione dei principi di democrazia, uguaglianza, pace. Il conferimento non è solo memoria di una delle pagine più brutta della storia, ma ha un significato radicato nella nostra attualità, che suona come un campanello d’allarme per allontanarci dalla tentazione dell’indifferenza nei confronti delle ingiustizie”.

Per la Novarro il conferimento della cittadinanza riveste ancora più importanza in questo momento storico che “ci rende più permeabili ai sentimenti di odio e violenza”. Non a caso la consigliera comunale ha fatto riferimento all’odio riservato alla Segre che l’hanno costretta a dotarsi di una scorta.

“Testimone vivente dei diritti”

Il sindaco Giuseppe Falcomatà ha offerto all’aula una sorta di excursus che spiega come tutto parte dai terribili attacchi antisemiti subiti dalla Senatrice e dalla bellissima manifestazione promossa da Anci che nel dicembre del 2019 coinvolse più di 600 sindaci di tutta Italia, di qualsiasi colore politico, in una sorta di scorta civica nei suoi confronti.

“Abbiamo sentito dal profondo l’esigenza di un gesto simbolico che mettesse in risalto il ruolo di Liliana Segre, quale testimonianza vivente dei diritti della persona, contro ogni forma di violenza fisica, verbale e psicologica. Purtroppo la Senatrice oggi non può essere qui a causa delle limitazioni della pandemia covid. Auspichiamo di poterla presto incontrare per abbracciarla, nella sua nuova qualità di cittadina onoraria di Reggio Calabria. Questa città ha una visione coerente rispetto alla condanna di fascismo e nazifascismo ed è una città nella quale la memoria è un elemento fondamentale per ogni costruzione futura di sviluppo del territorio che parte dalla conoscenza di quello che c’è stato prima. Soprattutto, la memoria, serve per capire che i diritti che oggi ci sembrano normali sono tali perché in passato qualcuno ha lottato per la loro affermazione, magari perdendoci la vita”.

Il primo cittadino coglie l’occasione per annunciare le iniziative per la Festa di liberazione del 25 aprile, quando accanto al consueto momento della deposizione di una corona di fiori alla Stele del partigiano verrà posizionata una “panchina lettera” in cui è incisa una frase di Gramsci, rispetto agli indifferenti. Nella stessa giornata alle 12, al piazzale Botteghelle saranno scoperti due murales che raccontano le storie di due partigiani conterranei: Malerba, originario di Samo venuto a mancare da poco, e la storia di una donna non partigiana, Teresa Gullace, ma vittima di violenza.

Corale apprezzamento

Tutto il Consiglio ha apprezzato la relazione e l’iniziativa del conferimento della cittadinanza onoraria a Liliana Segre.

Minicuci si è detto particolarmente commosso – “la cittadinanza onoraria è un segno che non dobbiamo dimenticare” dice – ricordando la comunità ebraica reggina, ed elencando una serie di iniziative proposte dall’Istituto internazionale di cultura ebraica al fine di promuovere pacifica convivenza tra comunità diverse. In tal senso propone l’istituzione di una giornata di studio da celebrarsi il 31 ottobre.

Per Quartuccio Liliana Segre incarna i valori di riscatto e resistenza:

“Aver dovuto istituire commissione parlamentare sull’odio razziale la dice lunga su quanto sia importante”.

E se Ripepi chiede di evitare un doppiopesismo ideologico, tirando le orecchie alla Novarro che non ha condannato tutti i crimini contro l’umanità ma solo quelli del nazifascismo, Perna ha sottolineato come  Liliana Segre sia stata vittima di un sistema che sosteneva che esistevano razze che avevano diritto a vivere:

non c’è paragone con altri sistemi, la condanna non è ideologica, ma si condanna un’idea”.

Demetrio Marino ha sostenuto che si tratta di una memoria collettiva che non è solo passato.

“I valori che rappresenta sono universali: tolleranza, uguaglianza e rispetto”.