Coronavirus, come lo affrontano i reggini? Falcomatà a La7: 'Parola d'ordine prevenzione' - VIDEO

"La prevenzione è l'arma attraverso cui combatteremo il virus e vinceremo questo battaglia". Le parole del sindaco Falcomatà a La7

Questa mattina in onda a La7, Omnibus ha raccolto le testimonianze di chi vive l’emergenza Coronavirus.

L’emergenza sanitaria è diversa da nord a sud, ma a rappresentare il difficile momento che si vive anche a Reggio Calabria è il sindaco Giuseppe Falcomatà.

“Essere il sindaco di una città è un pò come esserne il papà” spiega il primo cittadino reggino agli italiani. Un’affermazione forte, soprattutto in un momento così particolare della nostra storia che avviene proprio il 19 marzo.

“Essere genitore vuol dire anche dover rimproverare, seppur a malincuore, i propri figli. Qui nell’estremo sud, in Calabria, abbiamo attuato un piano di prevenzione perchè siamo consapevoli di non poter reggere l’urto di un’emergenza sanitaria come quella vissuta, in questo momento, al nord. Se un sistema come quello della Lombardia è andato in crisi, qui in Calabria sarebbe tutto ancora più difficile”. 

L’inquilino di Palazzo Alvaro spiega:

“Fare prevenzione vuol dire limitare i contatti perchè solo così si possono limitare i contagi. Questo a costo anche di diramare ordinanze ancora più aspre rispetto a quelle diramate dal DPCM. Ho vietato le passeggiate all’aperto, così come lo sport. Chiudendo vie e piazze per qualche settimana limitiamo i nostri spostamenti e lo facciamo per il bene di chi amiamo. La città metropolitana, ieri, ha avuto 6 contagi in più rispetto ai giorni precedenti. Questo vuol dire che la stretta funziona, la prevenzione è l’arma attraverso cui combatteremo il virus e vinceremo questo battaglia”.

Impossibile però non pensare al peggio. Se quanto successo a Codogno fosse accaduto in un paese dell’entroterra calabrese, quali sarebbero stati i risvolti? L’incubo si sarebbe spostato a sud e, molto probabilmente, si sarebbe potuto fare ben poco per arginarlo.

“Dobbiamo cogliere questa emergenza come occasione per migliorare – afferma Falcomatà ai microfoni di La7. Credo che il problema di questa emergenza parta dall’Europa e che gli effetti di una linea non ‘unitaria’ si siano poi riflessi a cascata su tutte le regioni d’Italia. L’unione avrebbe dovuto coordinare gli interventi dei vari Paesi, ma così non è stato.  

In Calabria adesso le cose si stanno muovendo. A Reggio, per esempio, sono state sbloccate le assunzioni a tempo determinato del personale paramedico, così come sono stati avviati gli ampliamenti di alcune strutture per aumentare i posti di terapia intensiva, malattie infettive e pneumologia”.

Il sindaco di Reggio Calabria conclude:

“Appare ovvio che tutto questo non basta se alla fine di questa vicenda, la Calabria, così come le altre regioni del mezzogiorno non avranno la forza e la capacità di reggere l’onda di un’altra epidemia. Il mio auspicio è, con questa occasione, il Governo si renda conto che il sistema sanitario nazionale deve essere riorganizzato. È necessario pensare ad un sistema sanitario nazionale che superi le differenze tra regioni.

Gli Enti locali rischiano, insieme ad imprese e famiglie, di essere quelli che pagheranno di più le conseguenze da un punto di vista economico e del tessuto sociale. I sindaci si sono presi responsabilità importanti, ma aspettiamo misure che sotto il profilo della liquidità possano sostenere le decisioni coraggiose che noi abbiamo preso”. 

 

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