Comunali Reggio, Oddati Irto e Falcomata spingono il Pd: ‘Saremo il primo partito in città’

Presentata ufficialmente la lista del Partito democratico. ‘Reggio non si svende. Il nemico è Matteo Salvini’

“Non è ipotizzabile, e sarebbe una resa, un voto contro se stessi, fare in modo che la città più a sud della Penisola possa essere consegnata nelle mani del populismo e del sovranismo leghista e di chi per decenni ha considerato i meridionali arretrati, scarsi, parassiti, questo è il punto. Ci vuole orgoglio, al di là di tutto. Noi saremo qui a combattere con voi questa sfida”.

Per Nicola Oddati, responsabile Cultura e Coordinamento iniziativa politica della segreteria nazionale del Partito Democratico, intervenuto oggi alla presentazione della lista del Pd, la sfida che si combatterà a Reggio non è meno importante rispetto a quella che vedrà coinvolte 7 regioni italiane:

“non lo è dal punto di vista politico e per il destino del nostro paese. La città deve avere il coraggio di andare avanti in questa esperienza di cambiamento e innovazione. Deve avere il coraggio di non farsi trascinare dalla vulgata populista nel gorgo della restaurazione che purtroppo, anche per errori nostri, ha preso questa regione”.

Nella sala conferenze di un noto Albergo cittadino in centro, sono tanti i big regionali – tra gli altri Giovanni Nucera, Gigi Meduri, Demetrio Battaglia, Sebi Romeo, Massimo Canale e tanti altri – che hanno voluto presenziare per ribadire l’importanza dell’appuntamento elettorale e per dare manforte al sindaco uscente Giuseppe Falcomatà.

Oddati dal canto suo ha rimarcato la necessità di progetti di cambiamento e di trasformazione che devono venire dalle città del sud e del nord, perché il Governo chiederà ad esse e alle Regioni un contributo importante per l’utilizzo delle risorse del Recovery fund:

“Una capitale del Mezzogiorno quale è Reggio Calabria non può stare dentro questa fase, precipitando in un passato oscuro, ma ci deve stare con l’ambizione di una città che vuole crescere, che vuole guardare al proprio futuro, che vuole indicare una prospettiva, una traccia di lavoro e a me pare che dentro l’esperienza di Giuseppe di questi anni ci sia proprio l’ambizione di fare di Reggio Calabria una città normale capace di progettare se stessa”.

Poi Oddati, che si dice certo che dal voto che andrà sul simbolo del Pd dipenderanno gli esiti della competizione elettorale, si rivolge ai candidati provando a fare leva sull’orgoglio dell’appartenenza e sul senso di responsabilità di cui ciascuno deve sentirne il peso:

“È bello per il Partito democratico avervi come candidati, ma è un onore per voi essere candidati nella lista del Pd perché il Partito democratico va molto oltre la storia, l’ego, e l’ambizione di ciascuno di noi. Quando noi non avremo più i ruoli che abbiamo oggi il Partito democratico ci sarà ancora. Perché è la casa di tutti i riformismi italiani. Al di là dei voti e del consenso che abbiamo il Pd è la spina dorsale di questo Paese. Siamo il punto di equilibrio di un Paese che senza di noi sarebbe finito nel baratro”.

Primo partito in città

“Noi oggi presentiamo una lista che secondo me punta ad essere, lo dico con un po’ di presunzione, il primo partito in città. È una lista che mette assieme delle importanti esperienze di governo nella città e una batteria di nuovi candidati, alcuni storici scritti del Partito Democratico, altre nuove esperienze che si sono affacciate che hanno dato e che vogliono dare il loro contributo”.

È un Nicola Irto ispirato e ottimista quello che per primo apre le danze. Lo fa nella consapevolezza di avere tra le mani un partito che vive una fase complicata a livello regionale provinciale e cittadino, in cui mancano gli organismi democraticamente eletti. Il consigliere regionale lancia messaggi e proposte a chi ha orecchie per intendere:

“Propongo di usare le elezioni comunali anche come occasione importante per crescere una nuova classe dirigente che si può impegnare e può essere protagonista nel Partito Democratico del futuro. Noi nella ricostruzione del PD partiremo da qui, da chi ha messo la faccia ha aiutato e ha contribuito a lavorare per la lista del Partito Democratico nella città di Reggio. Lo dico in maniera molto chiara, perché bisogna anche avere un elemento di sincerità e di chiarezza tra di noi sapendo che la battaglia che noi andiamo a fare in queste settimane di campagna elettorale è una battaglia complicata”.

Una battaglia in cui per Irto è facile riconoscere il nemico:

“il nostro nemico, il nemico del centrosinistra, il nemico della città, ha un nome e un cognome: Matteo Salvini. Che ieri è venuto ha fatto un ulteriore indegna passeggiata raccontando falsità ai reggini. Fino a qualche anno fa insultava il Mezzogiorno e la Calabria, oggi viene qua imponendo un candidato a sindaco che non è di Reggio, che non conosce la Calabria, che non conosci i problemi di Reggio, solamente per poter dire il 21 settembre che ha messo una bandierina nella città più a sud dell’Italia peninsulare”.

Reggio non sarà mai una pedina di scambio

Quello del primo cittadino, Giuseppe Falcomatà, non è un intervento in tempi europei. Il sindaco ha voglia di parlare, di raccontare i successi della sua amministrazione, gli impegni assunti, ciò che si è fatto, che si sta facendo e che si farà. Con sarcasmo e ironia – ma neanche troppa – incalza gli avversari politici e dice a chiare lettere che oggi votare per il Pd significa scegliere Reggio.

Le nostre liste sono vere, non sono liste prese dall’elenco telefonico, non sono liste da percentuali da prefisso telefonico, sono liste di persone che sono in campo e sono pienamente consapevoli della battaglia e della necessità di dare a questa città e a questa amministrazione un secondo tempo. Votare per il Partito Democratico significa scegliere la città di Reggio Calabria. È questo il tema politico principale che noi andremo ad affrontare nella campagna elettorale. Io ringrazio tutti coloro che hanno reso possibile la presentazione della lista del Pd come la lista più competitiva tra quelle messe in campo fra tutti gli schieramenti. Non era facile, e non era scontato. Mi verrebbe da dire che non era dovuto, per le condizioni difficili che vive il nostro partito a livello regionale per un commissariamento che non consente pienamente l’articolazione sul territorio da parte del partito”.

Proprio in tal senso Falcomatà, come Irto, si toglie qualche sassolino dalla scarpa parlando di lealtà, onestà e passione:

“In politica la lealtà è un valore. Attenzione, non parlo di fedeltà, parlo di lealtà e coerenza a camminare sempre sulla stessa strada a essere sempre dalla stessa parte a combattere e a difendere un’esperienza quando c’è da difenderla, a valorizzarla e amplificarla quando c’è da comunicare meglio alla città il lavoro che si sta portando avanti. L’onestà non è quella tanto sbandierata e vuota di significato. Onestà significa che chi si impegna all’interno di un consiglio comunale lo fa per un esclusivo interesse, quello del bene comune, quello del bene pubblico. Soltanto chi è animato da questi sentimenti può abbracciare una delle sfide più difficili per chi decide di fare politica, ovvero impegnarsi a livello amministrativo per la propria città. E poi c’è la passione. Senza la passione non si va da nessuna parte. Chi fa politica non la può fare con l’orologio al polso”.

Il sindaco passa in rassegna alcuni dei “successi” della sua amministrazione, partendo da Atam, oggi viva e vegeta, passando dalle opportunità di lavoro create, per finire con la polemica del ‘debito ingiusto’ che reintroduce la teoria dei ‘nemici di Reggio’:

“Chi non esulta, chi non è contento per il risultato che ho ottenuto con il Decreto Agosto è in malafede ed è un nemico della città. Duecento milioni di euro, di cui il 70% solo per la città di Reggio Calabria, a fondo perduto, che ci consentiranno di chiudere per sempre il debito che la città aveva nei confronti dello Stato, degli Imprenditori, dei professionisti, delle ditte. Chiudere significa evitare il dissesto. Significa chiudere il piano di riequilibrio, significa che dal prossimo bilancio non saremo più costretti a tenere tasse tariffe tributi comunali al massimo significa che per mettere una mattonella per strada avremo la possibilità di accendere un mutuo cosa che finora non è stata consentita significa che per assumere il personale non dovremmo fare calcoli algebrici e aritmetici perché non c’è più l’obbligo a dover stare sotto una determinata soglia per le spese del personale. Come si fa a non essere contenti di questo risultato? Come si fa da cittadini a provare in tutti i modi a mistificare una realtà semplice, una realtà facile da comprendere, una realtà alla quale noi siamo riusciti ad arrivare grazie al sostegno del Partito Democratico, grazie all’impegno concreto e convinto di Nicola Oddati, di Stefano Graziano di Nicola Zingaretti e del ministro Gualtieri”.

Infine, la stoccata finale, rivolta ovviamente al centrodestra:

“Fino ad oggi è stato fatto un lavoro che oggi ci consente di andare casa per casa non soltanto a dire quello che si vuole fare e quello che si è fatto, ma ci consente di andare casa per casa perché noi la città la conosciamo, perché noi siamo di questa città, noi non siamo provvisori a Reggio Calabria. Noi non abbiamo preso un b&b fino al 21 settembre, noi non siamo in casa d’affitto, noi qui paghiamo i tributi comunali, noi qui abbiamo i nostri figli che vanno a scuola che crescono che vivono, noi qui abbiamo deciso per sempre di stabilire la nostra residenza i nostri interessi il nostro lavoro e i nostri affetti e noi la città la conosciamo. Per noi Reggio non è e non sarà una pedina di scambio all’interno di uno scacchiere nazionale. Reggio non può essere svenduta rispetto a logiche nazionali, Reggio va amata, onorata e rispettata ogni giorno, sempre, coi problemi sotto braccio e il sorriso sulle labbra. E insieme al Partito Democratico la convinzione che si vincerà e che si vincerà al primo turno”.