Comunali Reggio, Pino Siclari (Pcl) lancia la sfida: “Falcomatà e Pazzano non sono di sinistra”

Il candidato sindaco del Partito comunista dei lavoratori, invoca l’emergenza ambientale, un nuovo sistema tributario e la patrimoniale per i ricchi

Io sono l’alternativa a tutti. Sono altro, rispetto alla poderosa armata Brancaleone espressa da un ceto politico reggino sempre più in crisi. Il Partito comunista dei lavoratori tra le varie forze presenti nella competizione elettorale ha seguito una linea di netta differenziazione rispetto all’andazzo generale in città, anche per il fatto che Reggio è dominata da comitati d’affari che sono espressione di classi sociali potenti e forti che hanno avuto l’abilità nel contesto di una crisi sociale esistente, di aver rimosso il conflitto reale tra ricchi e poveri”.

Difende la sua “coerenza” Pino Siclari. Difende il suo stile di fare politica, contrassegnata “da una militanza disinteressata”, sottolinea, intervenendo alla nona diretta targata CityNow, dedicata alla conoscenza degli aspiranti sindaci della città di Reggio Calabria .

Stanco ma determinato, Siclari è alla sua terza candidatura a sindaco di Reggio Calabria sotto le insegne del PCL. Il professore lamenta il poco spazio concesso dai media alla sua proposta politica, e annuncia intanto il comizio – probabilmente in Piazza Camagna – del 12 settembre in compagnia del portavoce nazionale, Marco Ferrando, e di Mario Brunetti che, pur se al di fuori del Pcl, sostiene la candidatura di Siclari.

Noi siamo la sola falce e martello. Mi rivolgo a tutti i cittadini di Reggio ma mi rivolgo all’elettorato di sinistra, ai compagni che credono nel Comunismo, certo anche agli altri, anche ai democratici, perché noi siamo l’unica forza diversa e alternativa a questo marciume. Siamo stati comunisti, siamo comunisti e saremo comunisti anche dopo le elezioni. È l’unica falce e martello”

Un programma “generale”

Quello di Siclari è un programma racchiuso in nove punti generali – e non generici, precisa lui – tutti da scoprire, almeno sul versante della loro applicabilità: gestione pubblica dei servizi, riqualificazione viaria, ambiente, periferie, ma anche confisca dei beni dei “responsabili del sacco di Reggio”. E poi, ancora, “l’abolizione del debito pubblico, il no al Ponte, e la patrimoniale sulle grandi ricchezze anche per sostenere la finanza locale”. Ma il Pcl vuole anche una “nuova identità culturale di segno antifascista in cui l’Arena dello Stretto sia intitolata ad Antonio Gramsci”.

Siclari definisce “farsa” e “una pagliacciata” quella dei 200 milioni a fondo perduto per aiutare a cancellare il debito, “non sono un regalo e bisognerà rientrare da questo debito” tuona il prof, che poi spiega:

“Così si sanano delle situazioni creditizie non del tutto limpide, cioè viene legittimato il diritto a chi ha lucrato sulla situazione di Reggio ad avere il suo mucchietto di denari. Il prossimo colpo ad effetto sarà nell’ultima settimana, quando probabilmente interverrà l’esercito per pulire le strade per permettere ai cittadini di andare alle urne. È un modo serio di procedere?”

“Io dovessi essere eletto la prima cosa che farò e la richiesta di avere le carte in chiaro del bilancio o sul terreno politico o se necessario con gli interventi nelle sedi più opportune. Un’altra cosa del programma, e qua invito anche l’amico Pazzano a pronunciarsi su questa cosa, proponiamo una politica tributaria diversa, che è legata prima di tutto alla gestione alla fruibilità del servizio e poi una politica tributaria che sia proporzionata, così come dice la Augusta Costituzione Borghese, alle capacità impositive, quindi al reddito dei vari cittadini. Quindi, una politica che consentirebbe un maggiore introito al Comune, perché tutti sarebbero messi in condizione di pagare le tasse e i ricchi pagherebbero per come dovrebbero”.

Questa proposta si affianca, dentro una proposta più generale, che non vale solo per Reggio, nel contesto di una crisi spaventosa che già c’era prima della pandemia: i costi di questa crisi, per Siclari, non possono essere pagati da centinaia e centinaia di piccoli commercianti che chiudono, dalla gente ormai alla disperazione:

“Noi proponiamo una patrimoniale sul 10% della popolazione italiana, con un introito fiscale che dovrebbe tra l’altro servire anche a ripianare le finanze locali. Anche questo riguarda le elezioni di Reggio Calabria bisogna difendere i diritti reali di tutti in questo periodo. Ma noi abbiamo un terzo impegno, non solo le comunali, non solo il no al referendum, ma siamo promotori assieme al Comitato di opposizione di una campagna di raccolta firme per la difesa della sanità pubblica. Bisogna finire con questo scandalo della sanità privata“.

Centrale rimane la questione legata ai rifiuti e Siclari invoca “l’emergenza ambientale”:

“E’ al centro della nostra campagna elettorale. Basta col pattume, nelle strade e nelle urne. È un problema che si trascina da anni, con una accelerazione in questi ultimi mesi. Le responsabilità sono da dividere tra centrodestra e centrosinistra. Il problema nasce dalla decisione, di molti anni addietro, di privatizzare tutto. A fronte di una situazione consolidata ci sono due momenti che hanno portato la città sull’orlo del precipizio: la situazione catastrofica del Comune che non può pagare cifre che sono maggiorate, ma esaurito questo fatto c’è il problema discariche che sono competenza della Regione. Noi vogliamo l’emergenza ambientale. Abbiamo dato fiducia a Falcomatà che a febbraio disse che la città sarebbe stata liberata dai rifiuti. A Giugno abbiamo chiesto la proclamazione dell’emergenza ambientale”.

Insomma, per Siclari bisogna ripartire da zero, portando il settore sotto la gestione pubblica. Anzi, “tutti i servizi devono essere sotto gestione pubblica, sotto il controllo di cittadini e lavoratori”.

L’altro problema però è l’elevata percentuale di evasione, riscontrabile sul territorio comunale. Siclari ne parla partendo all’attacco:

“l’amministrazione comunale – non ricordo bene se fosse Demetrio Delfino come Presidente del Consiglio o il sindaco – ha dichiarato, qualche mese addietro, che ci sono quattro consiglieri comunali che sono evasori totali, rispetto a che cosa non lo so… benissimo, e allora che facciano i nomi di questi quattro consiglieri comunali. L’hanno detto loro non lo sto dicendo io. Loro non possono smentire di averlo detto, è uscito sulla stampa, comincino a dirlo… poi, attenzione, c’è evasione ed evasione: c’è quella diciamo del ladriceddu, del ladro di polli, che è assolutamente da condannare; ma a Reggio Calabria c’è soprattutto nei quartieri più degradati con la gente più povera, una evasione di necessità, che è un fatto negativo. C’è gente che non può pagare tariffe comunali che sono le più alte d’Italia, a fronte dei servizi peggiori d’Italia”

Anche per questo Siclari invita ad affrontare con coscienza il voto:

“C’è la poderosa armata del pattume che ancora una volta approfitta della sublime imbecillità e passività di chi vota contro se stesso, di chi il giorno prima si lamenta e poi vota per qualche soldatino della poderosa armata del pattume”.

Io ho un cuore rosso

Falcomatà non è di sinistra e io non corro da solo, ma con quelle persone che sono coscienti e vogliono cambiare le cose. Nel caso della Marcianò, la candidatura parte dalla vicenda del Miramare, sono questioni di frizione all’interno di un blocco di potere, e guarda caso poi è appoggiata dalla Fiamma tricolore. Le altre candidature sono tutte espressioni di una antipolitica che si vernicia ora da una parte e ora dall’altra. Però qua bisogna fare chiarezza sul senso della candidatura di Pazzano, al quale voglio bene personalmente, e che è un bravo ragazzo. Però io, non gli ho sentito dire una cosa che ponga il lavoratore contro chi lo sfrutta, che voglia la requisizione dei beni del responsabili del sacco di Reggio, che voglia l’abolizione del debito pubblico. Io non ho visto Pazzano alle riunioni locali e nazionali del Comitato della sinistra di opposizione e inoltre Pazzano fa ampio riferimento all’esperienza di Napoli. Anzi, possiamo dire che Pazzano è figlio di De Magistris e ha come suo colore l’arancione. Io ho la maglietta rossa, una bandiera rossa, con cuore rosso. Pazzano è la verniciatura di sinistra di un senso dell’antipolitica che fa male ai lavoratori”.

“Sulla forza politica di Minicuci mi sono abbondantemente espresso. L’altra cosa è che questo accordo non è dovuto anche un semplice fisiologico ricompattamento della coalizione, ma è anche frutto del caos che c’è a Reggio Calabria. C’è un bel pacchetto di voti che si sta concentrando su Angela Marcianò. E allora di fronte a questo, e di fronte a un Falcomatà in crisi, è ovvio che Minicuci e Cannizzaro, cioè Forza Italia e Lega, che farebbe bene a fare a casa, cercano una convergenza. Ma questo è il frutto, è la sostanzializzazione di quel degrado profondo che c’è nella politica italiana e reggina”.

Per Siclari c’è ancora bisogno del Partito Comunista:

“perché la sinistra è andata in crisi e il comunismo è fallito? Molto semplice, da Bertinotti in poi, ma anche prima di Bertinotti, e Falcomatà è all’interno di questa logica, una parte una gran parte dei gruppi dirigenti del Partito Comunista della sinistra hanno fatto la scelta governista, abbandonato le ragioni dei lavoratori. L’esempio più clamoroso è Bertinotti che diventa Presidente della Camera e abbandona la linea dell’opposizione, entra nel governo Prodi, e fanno tutta una serie di porcherie tra cui anche le privatizzazioni che poi ricadono con i servizi. Il Partito Comunista è una necessità storica se il simbolo non è molto veicolato ovviamente c’è un elemento di crisi soggettiva. Ma lo spettro del Comunismo si aggira in Europa ma anche a Reggio Calabria: c’è un sistema informativo o disinformativo che punta chiaramente alla emarginazione, al silenzio, alla rimozione, ci sono leggi elettorali come quelle con i quali eleggeremo il sindaco che sono fortemente penalizzanti delle espressioni di minoranza”

Referendum? No al taglio dei parlamentari

“Voteremo anche per un referendum truffaldino. Siamo contro una casta che diventa sempre più casta, perché questi geni dei grillini sfruttando il sentimento dell’antipolitica hanno detto che bisognava ridurre il numero dei parlamentari per ridurre i costi della politica. Ma così facendo noi ci troveremo di fronte ad una casta di poche centinaia di persone che saranno sempre più facilmente controllabili dai poteri reali del paese se si vuole ridurre il costo della politica si tagliano le indennità e i privilegi che hanno i parlamentari permanenti in Parlamento che possa rappresentare il paese”.