Election day e candidato sindaco: Primarie del centrodestra per uscire dall'impasse?

La proposta di Nucera trova analogie nella capitale, dove le invoca Fratelli d'Italia. Ipotesi voto il 20 settembre, ma c'è chi vorrebbe anticiparlo al 6

Si potrebbe votare il 20 e 21 settembre prossimi, o per taluni, anche il 6 dello stesso mese. In Parlamento il dibattito diventa sempre più caldo, tra ostruzionismi dell’opposizione di centrodestra (che vorrebbe spostare la data ad ottobre) e prese di posizione dei presidenti di Regione. Ma nell’uno e nell’altro caso, i tempi si stanno accorciando inesorabilmente, soprattutto per chi un candidato da presentare ancora non ce l’ha.

Ma andiamo con ordine. Le cronache provenienti da Montecitorio consegnano un quadro ancora non chiaro. Se da una parte il Governo sembra intenzionato a blindare la data del 20 settembre, dall’altra la Conferenza delle Regioni ha fatto sapere al Presidente Giuseppe Conte, attraverso una lettera, che in tanti preferirebbero il week end del 6 settembre, in modo tale da non far accavallare la tornata elettorale alla riapertura, anch’essa complicata, delle scuole. Quindi al momento un accordo non c’è – spetterà a questo punto al Ministero dell’Interno l’ufficializzazione della data -, anche se l’unica cosa certa appare quella relativa all’accorpamento, appunto in un election day, di tutte le consultazioni che erano previste nel 2020, e che porteranno ai seggi milioni di persone. D’altra parte si voterà per il rinnovo delle assemblee legislative in sette Regioni, e in circa un migliaio di Comuni. A queste consultazioni va unito il referendum costituzionale confermativo sul taglio del numero dei parlamentari, rimandato dal 29 marzo.

Cercasi candidato

Il CorSera fa notare un altro elemento rilevante, e cioè che in sei su sette Regioni mancano i nomi dei candidati sfidanti e che questi sono quasi tutti riconducibili al centrodestra. Una situazione che, con le dovute proporzioni, fa il paio con la corsa a Palazzo San Giorgio, dove l’uscente Giuseppe Falcomatà, al netto dei tanti civici intenzionati a competere, sta aspettando di conoscere lo sfidante dell’area di centrodestra.

Le notizie delle ultime settimane rischiano di non fare dormire sonni tranquilli al deputato azzurro Francesco Cannizzaro, incaricato di far trovare la quadra ad una coalizione che ha fatto registrare più di un mal di pancia, proprio in relazione alla gestione della scelta del candidato sindaco. Il parlamentare forzista minimizza ad ogni occasione, vedendosi però costretto – dopo la riunione con i consiglieri regionali degli scorsi giorni, che ha indispettito gli alleati di Lega, FdI e Udc – ad annunciare per la settimana entrante la prima interpartitica ufficiale in chiave Palazzo San Giorgio.

Le notizie che giungono da Montecitorio circa l’individuazione della data per la consultazione elettorale diventa anche la chiave per sbloccare una impasse che dura, per il centrodestra, dalla vittoria delle regionali. E nonostante le rassicurazioni di Cannizzaro sulla tenuta della coalizione, ad oggi sembra che ognuno vada in ordine sparso. Se non addirittura, in contrapposizione proprio a Forza Italia. Insomma il candidato ancora non c’è, e il tempo scorre.

La proposta nuova: Primarie

È di oggi la proposta di Giuseppe Nucera, presidente del Movimento ‘La Calabria che vogliamo’, di passare dalla volontà della cittadinanza.

L’ex presidente di Confindustria Reggio non fa giri di parole:

“Reggio Calabria non è una città in crisi. E’ oltre la crisi, in piena agonia. Serve un nome forte, una personalità capace ed autorevole, che con esperienza e determinazione sappia trascinare la città fuori dalle sabbie mobili”.

Per questo motivo, e soprattutto per non rimanere troppo a lungo “in balìa di antiquati schemi politici, in attesa di decisioni e accordi presi dai singoli partiti”, Nucera ha proposto lo strumento delle Primarie da indire entro il prossimo 15 luglio.

Una data che ben potrebbe incastrarsi in questa pazza estate post covid. Ed anche un modo per evitare, come tanti auspicano, senza però ancora palesarsi, che la decisione sia calata dall’alto e quindi fuori dai confini cittadini e regionali.

Coincidenze ed analogie

Anche se storicamente il centrodestra rispetto allo strumento delle primarie si è fermata al dibattito, c’è un elemento che non va sottovalutato e che in qualche modo mostra delle solide analogie tra la situazione di Reggio e quella di Roma. Proprio oggi il capogruppo di Fratelli d’Italia in Campidoglio, Andrea De Priamo, ha lanciato la proposta di scegliere il candidato a sindaco della capitale attraverso le primarie, definendolo uno “strumento utile” che coinvolge la base. De Priamo nello stesso tempo si dice convinto che il centrodestra arriverà alla designazione di un nome condiviso. Quindi non si capisce se una provocazione o se un indirizzo che il partito di Giorgia Meloni vuole dare anche in altre realtà in cui il nome del candidato appare ancora lontano.

Tuttavia l’analogia con Reggio, sta nel fatto che qui come nella Capitale, spetterebbe a Fratelli d’Italia, in quanto partito con più consensi, scegliere o indicare il nome del candidato. Giova ricordare che dopo l’inchiesta ‘Eyphemos’ che ha portato all’arresto di Domenico Creazzo, fresco di elezione a Palazzo Campanella, Fratelli d’Italia ha naturalmente pensato più a riorganizzarsi che alle imminenti comunali, lasciando il pallino del gioco nelle mani di Forza Italia e quindi di Cannizzaro. Oggi le cose sono però cambiate.

Fratelli d’Italia si è rialzata e secondo i sondaggi continua ad incamerare consensi, il che ha stimolato i rappresentanti locali verso una riconquista delle posizioni perse, attraverso nuove e diverse iniziative. Anche la Lega, da par suo, sembra non voler lasciare a Forza Italia strada libera.

Così, l’idea delle primarie, a Roma come a Reggio, potrebbe rappresentare la vera novità di questo lungo periodo pre-elettorale.

Chissà cosa ne pensano all’interno della coalizione?