Comune, approvato il ‘Patto per Reggio’. Ma è scontro sul debito e Hermes
137 milioni nelle casse comunali nei prossimi 20 anni. "L'Irpef non sarà aumentata". Continua lo scontro tra maggioranza e opposizione
20 Aprile 2022 - 17:52 | di Pasquale Romano

137 milioni in arrivo, da qui al 2042, per il Comune di Reggio Calabria. Somme arrivate “grazie al lavoro” dell’amministrazione guidata dal f.f. Paolo Brunetti, secondo le parole e gli interventi dei consiglieri di maggioranza. Somme arrivate “per colpa” dell’amministrazione guidata dal f.f. Paolo Brunetti, secondo le parole e gli interventi dei consiglieri di minoranza. Si può riassumere così l’ultimo consiglio comunale, di livello politico piuttosto basso, come la maggior parte dei consigli che lo hanno preceduto.
Rispetto ai 137 milioni che arriveranno nei prossimi 20 anni, l’accordo con il Governo prevede che l’amministrazione comunale di Reggio Calabria partecipi con un quarto delle somme (poco meno di 35 milioni di euro) attraverso la riscossione dei tributi. La ‘titolare’ del provvedimento, in quanto Assessore al Bilancio, è Irene Calabrò.
“Il risultato odierno è frutto del lavoro portato avanti in questi anni, prima da Falcomatà e poi da Brunetti. L’amministrazione non cambia idea ed obiettivi, questo accordo non inciderà sulla fiducia che riponiamo verso i lavoratori e amministratori di Hermes”, le parole dell’Assessore al Bilancio, che assicura come l’Irpef non sarà aumentato, a differenza di quanto capiterà in altre città. La stessa Calabrò inoltre ha affermato di aver invitato il premier Mario Draghi a Reggio Calabria per i 100 anni di Palazzo San Giorgio.
Opposizione dura nel contestare la misura in arrivo dal Governo, non certo per le somme che faranno respirare le casse comunali, ma sul lavoro portato avanti in questi anni, secondo l’opposizione talmente negativo da essere complice dell’aumento del debito complessivo.
“Un recente articolo di Gianni Trovati ha rappresentato quali sono i presupposti alla base degli accordi che hanno portato al finanziamento in favore del comune di Reggio Calabria. Non è una casualità o un fatto positivo ci sia Reggio Calabria tra le città beneficiarie di questa misura.
Con circa 1400 euro di debito pro capite, Reggio Calabria è seconda in Italia soltanto a Napoli. Le registrazioni della commissione dell’8 aprile inoltre -sottolinea Iatì- dimostrano come il dirigente Consiglio abbia dichiarato che il debito finanziario complessivo è di circa 400 milioni, ai quali bisogna aggiungere i 340 certificati dagli ultimi dati certi”, le parole della consigliera di Impegno e Identità, oggi al commiato prima del rientro di Angela Marcianò.
Rispetto all’intervento di Filomena Iatì, è arrivata la replica dell’Assessore Irene Calabrò.
“I 339 milioni euro di passivo si riferiscono ai dati di pre consuntivo del 2021, rispetto al consuntivo 2020 che era di 399 milioni. Il dato definitivo sarà forse anche migliore. Il dato dei 400 milioni si riferisce ai crediti di difficile esigibilità, ma non è assolutamente vero che il debito complessivo ammonta a oltre 700 milioni e bisogna sottolineare come l’amministrazione comunale in questi anni abbia sempre rispettato il piano di riequilibrio senza produrre nuovi debiti. Bisogna sapere di cosa si parla e bisogna distinguere le considerazioni politiche da valutazioni oggettive figlie di numeri e dati”, la risposta secca di Irene Calabrò.
L’unico punto all’ordine del giorno, relativo appunto all’approvazione del Patto per Reggio, viene approvato con il voto della maggioranza (17) e le astensioni dei consiglieri di minoranza. Il verdetto finale arriva al termine di un consiglio comunale, ancora una volta, acceso e fuori dalle righe.
“Cerchiamo di essere sempre propositivi, abbiamo presentato 4 emendamenti che sono stati bocciati dalla maggioranza soltanto per motivi politici. Quindi non siamo noi ad essere distruttivi e poco improntati al dialogo costruttivo ma loro”, sottolinea il capogruppo di Forza Italia, Federico Milia.
Tra gli interventi più accesi quello di Massimo Ripepi, che veste i panni che furono di Robert De Niro nel celebre ‘Gli intoccabili’ e parla di amministrazione “tutta chiacchiere e distintivo. Questo è un regalo di cui non vi potete vantare, è un regalo fatto dallo Stato ma ci sono all’interno delle trappole per i cittadini che devono essere esplicitate ai cittadini. In questi anni non avete mai fatto una cosa di quello che avete detto, è facilissimo capirlo perché basta andare su Google per vedere tutte le conferenze stampa e verificare”.
Durante il lungo intervento, Ripepi riporta (a suo dire) le parole che il consigliere Giuseppe Sera avrebbe riferito in commissione.
“Il capogruppo del Pd ha detto testualmente queste parole, “io non mi fido della Hermes” proprio non mi fido della Hermes per svolgere questo servizio (relativo alla riscossione coattiva, che sarà gestito dalla Agenzia delle Entrate, ndr). Dovete spiegare ai cittadini perché non vi fidate della vostra creatura ? Avete creato un società voi di cui non vi fidate, il gioco si fa serio e questa cosa non è corretta perché va in contrapposizione alle vostre dichiarazioni continue”.
Rispetto a quanto affermato da Ripepi, è arrivata la replica di Sera, che ha parlato di dichiarazioni estrapolate da un contesto generale, elogiando Hermes per il lavoro svolto, ma specificando come è giusto che ognuno faccia il lavoro più consono alle proprie caratteristiche.
Tra un botta e risposta e l’altro, con il sindaco f.f. della Metro City Versace spesso affaccendato nel gestire le operazioni dell’Aula Battaglia in luogo (suo malgrado) di chi è deputato a farlo, ovvero il Presidente del Consiglio Enzo Marra, si arriva all’intervento, equilibrato e misurato rispetto a quanto si era visto sino a quel momento, del sindaco f.f. Paolo Brunetti.
“Comprendo che siate arrabbiati perché siete tra l’incudine e il martello. Dover riconoscere all’amministrazione il risultato per voi è dura ma allo stesso tempo non potete votare contro e quindi cercate nelle pieghe dell’accordo cose inesistenti per far credere alla città chissà cosa. Non mi aspettavo applausi, ma neanche che venissero inventate storie inutili.
Ripepi dice che ‘siamo chiacchiere distintivo’? Siamo distintivo, questo si, le chiacchiere invece le lasciamo a lui. C’è stata una scelta, come quella di non affidare la riscossione coattiva ad Hermes. Quest’ultima e Castore sono figli di questa amministrazione. Oggi Hermes sta sviluppando delle peculiarità che la porterà ad essere leader nel futuro, ma non è nel pieno delle sue potenzialità. E a chi mi dice che sono ‘Falcomatiano’, dico che per me è motivo di vanto esserlo”, conclude Brunetti tra gli applausi della maggioranza. Non il sottofondo più adatto a incorniciare l’ultimo consiglio comunale.