Concorsi per medici a Reggio: burocrazia farraginosa e tanti 'no grazie'

Concorsi fermi nel cassetto dal 2016 e vincitori che preferiscono altre sedi. Il punto sulla situazione a Reggio con il Commissario dell'Asp

Quante volte abbiamo sentito parlare di assunzioni bloccate e di carenza di personale sanitario a Reggio Calabria? Il secondo è un dato inconfutabile, sul primo, invece, c’è qualcosa in più da dire prima di tirare le somme.

Grazie all’aiuto del Commissario Straordinario dell’Asp, il dott. Gianluigi Scaffidi, siamo riusciti a far luce su un tema particolarmente delicato per la città dello Stretto.

Concorsi medici a Reggio Calabria

Perchè a Reggio Calabria non si fanno concorsi?

La realtà è che nel 2021 i concorsi sono ripresi ma nessuno se ne accorge perché per vedere i frutti del lavoro non bastano poche settimane e neanche mesi.

“Quando sono arrivato – ha spiegato il Commissario dell’Asp – era tutto fermo. Adesso stiamo mandando avanti le cose, ma fare un’assunzione comporta 8-10 mesi di tempi tecnici. È da ricordare che non si tratta di assunzioni libere.

Prendiamo ad esempio i giornali, una persona è brava e allora viene contattata per firmare un contratto. Nella pubblica amministrazione, però, non funziona così. Fatto il bando, l’indomani non abbiamo la persona assunta, anche perché, magari quest’ultima ci dice che non vuole venire, come è già successo. Praticamente si lavora a lungo, per mesi e mesi, per sentirsi dire “Si ho vinto, ma non vengo”. E quindi si deve iniziare, di nuovo, da capo con la carenza di organico che persiste”.

Per capire la gravità dello stato della sanità nella nostra provincia basta pensare che i pensionamenti non si sono mai fermati, mentre si fa una fatica notevole a trovare i sostituti.

Burocrazia farraginosa

Cosa si cela dietro un concorso che mira a trovare personale sanitario? Il dott. Scaffidi ha messo subito in chiaro un concetto fondamentale:

“Dire “sto facendo i concorsi”, purtroppo, non vuol dire che a partire da domani avremo nuovi medici”.

Il problema, da una parte, è un sistema altamente farraginoso anche solo per riuscire a fare un concorso, con tutte le procedure che comporta riuscire ad arrivare all’assunzione.

Proprio nei giorni scorsi, l’Asp ha dato seguito ad un concorso per “Primario di Ginecologia ed Ostetricia” per l’ospedale di Locri che era stato bandito nel 2016 e, nei prossimi giorni, ce ne saranno altri due, uno per “Primario di Ortopedia” ed uno per “Primario di Radiologia” banditi sempre nello stesso anno.

Perché questi concorsi siano rimasti fermi nei cassetti è di fatto un mistero.

“Innanzitutto bisogna fare il bando in Gazzetta, che va pubblicato prima su quella regionale e, in seguito, su quella nazionale – ha detto il dott. Scaffidi ai microfoni di CityNow. In seguito si passa all’estrazione della Commissione, i medici estratti possono rifiutare quindi si continua con le lotterie. Quando si parla di estrazioni serve sempre tener conto che tutto deve passare dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale con la data dell’estrazione, con una tempistica di 20 giorni affinché chi interessato possa prenderne visione.

In tutto questo capita, anche, che la Regione non comunichi subito i componenti della Commissione. Poi ci sono i tempi per convocare i candidati. Solitamente su 20 se ne presentano 10, su 10 ne vincono 7 e, alla fine, ne accetta solo uno.

Questa è la storia della nostra Azienda Sanitaria Provinciale. È chiaro che, avendo fatto i bandi nel 2019, nel 2021 i candidati hanno trovato lavoro altrove. Quindi il “perché” non si fanno concorsi a Reggio Calabria, dovrebbe esser chiesto ai precedenti Commissari. Perché non si è dato seguito al bando di concorso, in tutte le specialità, immediatamente, come avviene in tutti i posti del mondo?”.

Tanti ‘no grazie’

Il dato ancor più sconfortante, però, è quello che riguarda i candidati che sono riusciti ad ottenere il posto, ma non lo accettano. C’è chi rifiuta immediatamente e chi prende tempo con la scusa di dover organizzare il trasferimento, per poi annunciare il ben servito.

“Il vincitore, spesso, non gradisce e risponde “no grazie”, preferendo altre sedi”.

Sono in molti a non voler venire a Reggio o in Calabria ma, secondo il Commissario Scaffidi il problema non è circoscritto al nostro territorio:

“Da noi, ovviamente, tutto è amplificato. Subiamo maggiormente gli effetti di qualsiasi cosa rispetto ai nostri connazionali del centro e del nord ma, la verità è che il problema delle assunzioni nel settore medico, non è di livello locale.

I medici, oggi, preferiscono andare altrove, in paesi che, negli anni, non hanno fatto tagli alla sanità ed hanno aggiornato le leggi per tutelare maggiormente lavoratori e pazienti. Da 20 a questa parte sono stati fatti tagli su tagli, sono mancate le dovute commisurazioni con l’università per la specializzazione del personale, per cui non abbiamo specialisti, anestesisti. Non è un problema calabrese o reggino, è un problema nazionale che, ovviamente, sui sistemi deboli si ripercuote maggiormente”.

Un’analisi dura e cruda che, però, risponde in parte alle domande “Perché siamo a corto di medici?” e “Perché non si fanno assunzioni?”. Niente è mai semplice come sembra.

La soluzione

Ma come si esce da questo circolo vizioso che ha condannato una sanità già fragile? Il Commissario dell’Asp, nonostante tutto, si dice ottimista:

“Credo si possa uscire da questo tunnel un anno e mezzo di sinergia con la Regione che, in questo particolare momento, è molto labile. È molto difficile ma mi auguro che con le nuove elezioni qualcuno si metta d’impegno.

Adesso, sembrerebbe che i finanziamenti potrebbero esserci, tra piano di resilienza e fondi per l’emergenza Covid. Io sono ottimista”.