Consiglio comunale, Cardia: 'Falcomatà, Versace e Brunetti si facciano da parte'

"Reggio non può rimanere ostaggio di una condizione amministrativa inaccettabile". L'intervento del consigliere all'interno dell'aula Battaglia

“Fino a quando, dunque, Catilina, abuserai della nostra pazienza?”.

Era l’8 novembre del 63 avanti Cristo, quando Cicerone pronunciava questa orazione di fronte al Senato Romano nei confronti di Catilina. Ho pensato proprio a queste parole quando l’Avv. Falcomatà, sempre l’8 novembre, ma del 2022, all’uscita della Corte d’Appello di Reggio Calabria, chiedeva alla Città di Reggio Calabria di “resistere”.

Fino a quando abuserai della nostra pazienza?”. Credo sia quello che sta pensando, insieme a me, tutta la Città”.

Lo ha detto nel corso della seduta odierna del consiglio comunale di Reggio Calabria, Mario Cardia.

“L’Avv. Falcomatà ha dichiarato che la Città deve resistere. Ritengo che l’invito di Falcomatà, rivolto alla Città, debba intendersi come un invito a stare fermi, a non muoversi. Restare fermi, perchè? Aspettare, chi?”.

Non le manda a dire l’ex esponente della maggiornaza, recentemente passato all’Udc, che, all’interno dell’aula Battaglia aggiunge:

Falcomatà, Brunetti e Versace devono farsi da parte e la Città deve tornare im mediatamente al voto. Non è una questione solo giudiziaria, ma sopratutto politica.

E non serve un analista politico particolarmente bravo per accorgersi che il “quadrato” di solidarietà politica espresso a Falcomatà sia estremamente fragile poiché rappresentato solo dai livelli cittadini e provinciali del PD, da alcune sigle ormai vuote ed esistenti solo sulla carta e da ciò (poco) che resta delle ormai scadute liste civiche.

I vertiti nazionali del partito del Sindaco sospeso non si sono espressi, così come non si sono espressi i vertici nazionali dei partiti e dei movimenti che rappresentano oggi la coalizione di maggioranza, sempre più risicata nei numeri e lontana dalle esigenze e dall’affetto dei cittadini. Non si è espressa neanche l’Anci, che rappresenta i Sindaci in Italia”.

Cardia ha poi aggiunto:

“Una Città come Reggio Calabria non può rimanere ostaggio di una condizione amministrativa che ormai è inaccettabile per chiunque e bene ha fatto la Senatrice Tilde Minasi ad invocare per la Città una nuova guida capace, lungimirante e fattiva.

La sentenza del caso Miramare diverrà definitiva solo dopo il terzo grado di giudizio, ma al netto dei profili giudiziari e delle conseguenze della legge Severino, il dato è politico. C’è infatti da tempo in Città una sentenza di natura squisitamente politica, pronunciata dai cittadini in ogni angolo della Città, una sentenza che scaturisce dal profondo disagio di tutta la cittadinanza, dall’impossibilità di veder garantiti ormai i servizi più essenziali e si tratta di una sentenza quantomai chiara ed inequivocabile: Reggio Calabria oggi è una città disamministrata ed è questa la ragione per cui si deve tornare immediatamente al voto e, per rispetto dei valori democratici, la parola va data di nuovo ai cittadini.

Ritengo che la Città non debba stare ferma, bensì debba essere restituita ai cittadini, debba correre a vele spiegate verso le opportunità spalancate dai fondi europei, del PNRR. Questa Città merita un nuovo, autorevole, governo in grado di proiettarla sugli scenari europei ed internazionali che merita. Altro che resistere, altro che perseverare in questa situazione stagnante politicamente, Reggio deve liberarsi da queste catene, recuperare la sua identità culturale, sociale, economica e veleggiare senza timori.

Una nuova Giunta si formò all’indomani della sospensione del Sindaco Falcomatà lo scorso novembre 2021, con l’intento dichiarato da Brunetti, Versace e company di non perdere il treno delle opportunità rappresentate dal PNRR e dai fondi europei.

Questa narrazione è stata tradita, perché da allora la Città ha fatto solo passi indietro sotto tutti i punti di vista, i fondi comunitari non sono stati spesi, i servizi essenziali non vengono garantiti, la Città ha perso la visione e la fiducia nel futuro ed è stata questa una delle motivazioni che mi hanno convinto a lasciare i banchi della maggioranza.

Altro che resistere, Reggio deve correre. E serve subito un nuovo, autorevole, governo della Città.

La paura dell’attuale maggioranza di tornare a confrontarsi con gli elettori non può prevalere sul senso di responsabilità e sull’amore per la Città”.