Cosa resterà di questa estate reggina? I dehors e poco altro, purtroppo...

Quella che si è appena conclusa, dehors a parte, è stata un'estate più che mai malinconica, sofferta, grigia

L’estate 2021 va ufficialmente in soffitta. Le temperature in riva allo Stretto, come da tradizione, per qualche settimana ricorderanno la stagione estiva, ma da oggi il calendario parla chiaro e non ammette repliche. Cosa resterà di questa estate reggina, “afferrata e già scivolata via”, per dirla alla Raf? I dehors e poco altro, purtroppo. 

L’annuncio dell’amministrazione Falcomatà, relativa all’installazione dei dehors e dell’istituzione dell’isola pedonale, aveva colpito e sorpreso. L’intenzione alla base di questa novità, per chi scrive, non era errata. Si perde il conto infatti delle città, in Italia e all’estero, che nel centro storico hanno zone chiuse al traffico, ricche di attività ristorative, luoghi epicentro di mondanità che facciano da richiamo per i turisti.

La tanto declamata ‘Reggio città turistica‘, eterna chimera diventata nel corso degli anni leggenda se non barzelletta, potrebbe costruirsi mattone dopo mattone anche attraverso scelte di questo tipo. Se l’intenzione iniziale dell’amministrazione Falcomatà non era da bocciare a priori, quello che è mancato però è tutto il resto. Una seria progettazione alla base, un confronto reale con le associazioni di categoria, un ascolto approfondito delle esigenze di residenti e commercianti. Non a caso tutti infelici e scontenti di quanto calato dall’alto da Palazzo San Giorgio.

Non era difficile intuire che una isola pedonale così immaginata, per la già difficile viabilità del centro storico e le consumate abitudini dei reggini, non avrebbe mai funzionato. Se il caos legato al traffico, dopo i primi giorni che hanno visto Reggio Calabria andare in tilt come un flipper impazzito, si è via via normalizzato, lo stesso non si può dire del crollo di presenze sul Lungomare Falcomatà e nelle vie adiacenti. I numeri hanno fissato nero su bianco il clamoroso flop.

Un sondaggio tra i vari imprenditori del centro storico ha dato esito più o meno uguale per tutti, con numeri quasi drammatici che parlano di un calo di fatturato di quasi il 50% rispetto agli anni precedenti, compresa l’estate 2020, già segnata dalla pandemia. Va da sè che parlare di turismo e (involontariamente) ‘cacciare’ da Reggio Calabria reggini e turisti azzoppando l’attività di imprenditori e commercianti, è un paradosso più che evidente.

Già, perchè l’estate 2021 assieme ai dehors ha fatto riscoprire la provincia reggina. Al calo vistoso di presenze in riva allo Stretto, si è affiancato un aumento di reggini sparsi su tutto il territorio metropolitano. Per la felicità (su tutte) delle amministrazioni di Bagnara, Scilla e Palmi, del resto d’estate è complicato restare in casa…Reggio Calabria invece, si palesava improvvisamente troppo grande per contenere reggini e turisti, scorgendosi a tratti bucolica.

Quella che si è appena conclusa, dehors a parte, è stata un’estate più che mai malinconica, sofferta, grigia. Vuota come lattine abbandonate la‘”, recita un altro passaggio del celebre pezzo di Raf che potrebbe idealmente fotografare l’ultima estate reggina. Dodici mesi fa si pensava che il 2021 potesse rappresentare l’estate del riscatto, in uscita dal tunnel oscuro del Covid. Vaccini a parte invece, si è vissuta (non solo a Reggio Calabria) una stagione del tutto simile rispetto all’anno precedente, anzi forse peggiore proprio perchè con l’umore appesantito dall’essere oramai da un anno e mezzo in una bolla fatta di incertezza e timori.