Covid e brogli monopolizzano i preliminari del Consiglio. Falcomatà: ‘Nostra posizione è chiara’

Il centrodestra chiede le dimissioni contestuali ma non ci mette la firma. Il sindaco duro sulla bagarre in aula

Le premesse, per una seduta movimentata e a tratti grottesca, c’erano tutte e promettono scintille in aula.

Già in mattinata maggioranza e opposizione si erano sfidate a colpi di conferenza stampa. Una, quella del centrodestra, incentrata sulla questione dei Brogli elettorali, è stata convocata per le 9:30; l’altra, quella del sindaco Falcomatà, alle 10, per presentare il progetto del waterfront. Allo stesso orario, però, era convocato anche il Consiglio comunale.

Tempi contingentati

Il presidente del Consiglio comunale, Enzo Marra contingenta i tempi, concedendo ad ognuno 5 minuti per il proprio intervento.

Tutta la partita si gioca nei preliminari. C’è un traffico indicibile per parlare, prima che si cominci a snocciolare l’ordine del giorno che conta in elenco cinque punti.

Dalla maggioranza – con Marino, Romeo, Martino e Versace – si parla di un anno di Covid, di Recovery plan, di varianti e di vaccini, di scuole e personale scolastico, ma anche di Decreto Agosto e attività produttive.

Il sindaco Falcomatà da parte sua, dopo aver dato il benvenuto in aula alla neo segretaria generale Maria Riva, da circa un mese stanziata a Palazzo San Giorgio, fa sue le preoccupazioni che provengono dalla sua maggioranza in tema di pandemia e delle sue conseguenze.

Nel sottolineare come la Calabria sia fanalino di coda in quasi tutti gli ambiti pandemici, il primo cittadino ha ricordato di aver dato disponibilità all’Asp per aprire un secondo centro vaccinale al Cedir, concentrandosi poi sulla penuria di vaccini e personale.

“Bisogna aumentare il numero dei vaccinatori, e questo può avvenire soltanto se le Asp attuano le convenzioni siglate dalla Regione con i medici di base. Auspico che si sigli una convenzione con l’Ordine dei farmacisti e che si apra ai laboratori privati, ma anche che si consenta ai malati ai disabili agli allettati la vaccinazione a domicilio, con costi che devono essere naturalmente a carico delle istituzioni. Domani, 11 marzo è l’ultimo giorno di attività dei sub commissari provinciali sui quali è palese il sentimento di forte dissenso rispetto al loro operato: ci auguriamo non solo che non venga rinnovato il commissariamento ma anche che i nuovi direttori generali nominati dal Commissario Longo siano persone di competenza e di smisurato amore per la nostra terra”.

Minicuci battagliero

Il primo a parlare dai banchi dell’opposizione è Nino Minicuci che – per la prima volta parlando a nome del gruppo della Lega – fa capire sin da subito le intenzioni della minoranza. Entra subito in polemica con il Presidente Marra sui tempi contingentati, elencando articoli e commi dello Statuto. Ma non solo:

“Ho notato che in questo Consiglio comunale richiesto dal centrodestra, improvvisamente è venuta la parola a tutti i consiglieri di maggioranza. Non era mai successo. Speravo però che l’intervento del sindaco andasse in una certa direzione. Ieri siamo stati da lui e gli abbiamo detto che è assurdo che non parli, che non può stare in silenzio e che deve comunicare in Consiglio sulla situazione grave venuta fuori in questo periodo sui brogli”.

Minicuci parla parafrasando il Tribunale del Riesame, sottolineando come si è trattato di una “evidente alterazione del regolare esercizio del voto”, e di “assoluta spregiudicatezza e totale indifferenza per i procedimenti democratici di formazione della volontà popolare”.

“Accuse gravissime che delegittimano tutti noi componenti del Consiglio. Sono esterrefatto di come Falcomatà possa rimanere indifferente e come lo struzzo mette la testa sotto la sabbia e faccia finta di niente. Ieri gli abbiamo chiesto anche di dimettersi. Qui siamo in presenza di attività illegali e Falcomatà si arrampica sugli specchi. La democrazia non si applica ad una percentuale identificata di coloro che hanno votato. In presenza di questi brogli certificati, il primo doveva essere il sindaco a dimettersi”

Cita una recente sentenza del Consiglio di Stato secondo il quale non vale la tutela della volontà popolare in presenza di irregolarità.

“La situazione va però messa in un altro modo. Falcomatà poteva non sapere che Castorina fosse a capo della Commissione elettorale?”, e così via per una serie di fatti che servono per ribadire che il sindaco sovrintende a tutti gli uffici e servizi – “non credo sia solo un ignorante funzionale” dice – invitando il sindaco a fare un passo indietro per la democrazia di questa città.

Il più caldo tra i consiglieri di maggioranza è Merenda che già nel corso del primo intervento di Minicuci lo ha interrotto più volte, guadagnandosi i rimbrotti anche di Marra.

“Chi vogliamo essere?”

Federico Milia agita lo spettro dello scioglimento del Consiglio comunale per via della vicenda Brogli. Per lui il sindaco dovrebbe fare un passo indietro: c’è un problema politico in questa aula. Questo Consiglio non è legittimato: è imperativo ridare la parola ai cittadini.

Presenta quindi per giungere all’obiettivo una sorta di lettera di dimissioni contestuali dei consiglieri tanto di maggioranza quanto di minoranza.

Demetrio Marino parla di “argomenti di distrazione mentale e istituzionale”: oggi il tema centrale è quello di chiedere cosa vogliamo fare di questa istituzione. Noi ci aspettavamo dal sindaco un appello ai partiti per capire il da farsi. Esiste un’azione giudiziaria, ma anche un livello politico. Giorno dopo giorno la situazione si sta aggravando e siamo stati noi a chiamare il sindaco chiedendo un passo indietro per tornare al voto evitando l’onta del commissariamento, che sappiamo cosa comporta per la città. Vogliamo che ci sia una verità su quanto successo. Tra poco ci saranno le elezioni regionali e chi si candiderà vuole sapere che l’Ufficio elettorale funzioni e garantisca la democrazia”.

Per Massimo Ripepi per ciò che è successo fin qua il Consiglio non è legittimato e quindi credibile. Invita alla “concordia politica” invocando un atto forte che porterebbe la città al voto evitando il commissariamento.

Prova di bipolarismo… personale

Prima dell’intervento del sindaco Falcomatà, il centrodestra ha messo in scena una protesta, o provocazione, con tanto di striscione che chiede allo stesso primo cittadino di dimettersi. Da lì il via ad una sorta di baruffa che squalifica il Consiglio – non certo nella sua interezza – e che spinge il presidente Marra ad annunciare provvedimenti.

Per questo Falcomatà parla di bipolarismo, non inteso nell’accezione politica, ma personale, da parte dei consiglieri del centrodestra.

“Credo ci voglia coerenza sempre e comunque nei comportamenti. Quello successo oggi è diverso da quello che mi avevano preannunciato gli esponenti dell’opposizione. E’ inquietante, infatti, la naturalezza come questo cambio di vedute sia avvenuto a meno di 24 ore. Chi, adesso, annuncia le proprie dimissioni senza, tuttavia, firmarle, ieri riconosceva l’inutilità di un simile gesto per la propria coalizione. Mi rammarica, poi, dover constatare l’atteggiamento bipolare di chi ha impedito l’intervento della Polizia municipale in aula, alla quale va la mia piena ed incondizionata solidarietà, ma durante la propria attività di consigliere chiede, propone, invita, chiama, sollecita. Delle due l’una: se si ha l’idea che questo consiglio sia delegittimato, frutto di attività che hanno leso la democrazia, mai andrei a chiedere qualcosa agli assessori, ai consiglieri, agli uffici. Per primo, non mi interfaccerei con una classe dirigente che reputo illegittima. Bisogna scegliere di essere e come interpretare il proprio ruolo in consiglio comunale”.

Per il sindaco bisogna dire le cose come stanno:

“è falso dire che qualcuno sia stato zitto chissà per quanto tempo. La nostra posizione, sull’odierna inchiesta che vede indagato un consigliere comunale per presunti brogli elettorali, è stata da subito chiara in diversi interventi sulla stampa e più volte ribadita nelle dirette social con le quali, io stesso, aggiorno i reggini sulle varie vicende amministrative e politiche. Di quale silenzio stiamo esattamente parlando? Di un silenzio o di una volontà di protagonismo? Di silenzio o di opportunismo nel voler buttare in bagarre una situazione che ha ancora i contorni da definire e noi, per primi, abbiamo chiesto che si definiscano nel più breve tempo possibile”.

Per Falcomatà infine, è bizzarro chiedere una commissione d’indagine durante un’indagine che è ancora in corso.

“Di che cosa stiamo parlando? Dispiace che oggi il Consiglio comunale abbia dato prova, mi duole dirlo, di grandissima povertà di contenuti. Eppure, noi ce lo aspettavamo. Non c’è nulla di nuovo. La minoranza ne ha spesso dato prova. Purtroppo, ognuno ha i propri punti di riferimento e gli esempi da seguire. Nella consapevolezza di questo, abbiamo provato ad alzare il livello della discussione. Ritengo che noi dobbiamo continuare a tenere alto lo sguardo e ad occuparci delle cose di nostra competenza”.