Museo archeologico di Reggio, digitalizzati 12mila reperti

Digitalizzazione del patrimonio culturale al MArRC: completata la prima fase del progetto PNRR

Museo Archeologico Reggio Calabria MArRC (2)

Il Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria ha completato la digitalizzazione di oltre 12.000 beni museali in gran parte legati al santuario dell’antica Rhegion, “Griso-Laboccetta”.

Un cantiere, il primo ultimato, che vede il museo reggino capofila di un più ampio progetto che coinvolge altri musei archeologici calabresi, realizzato nell’ambito del Pnrr e coordinato dall’Istituto Centrale per la Digitalizzazione del Patrimonio Culturale – Digital Library del ministero della Cultura.

Le finalità della digitalizzazione

“Un lavoro che per noi è motivo di grande conoscenza e di tutela, ma anche di nuova fruizione e nuove proposte per valorizzare i nostri reperti – ha spiegato il direttore del MArRC Fabrizio Sudano -.

Il cantiere sta adesso proseguendo con la digitalizzazione di tutte le risorse che avevamo nel nostro archivio fotografico. Immagini eccezionali che risalgono agli scavi di fine 800 realizzati da Paolo Orsi”.

Attività tecniche e soggetti coinvolti

Le operazioni di digitalizzazione, affidate al Consorzio Maggioli, sono state portate avanti da Sinapsys – Società del Gruppo Maggioli – e da Maggioli Cultura e Turismo. Le attività sono finanziate con il Sub-investimento M1C3 1.1.5 – “Digitalizzazione del patrimonio culturale” e rientrano tra le azioni strategiche delineate nel Piano nazionale di digitalizzazione del patrimonio culturale (Pnd), che costituisce la visione strategica con la quale il ministero intende promuovere e organizzare il processo di trasformazione digitale nel quinquennio 2022-2026, rivolgendosi in prima istanza ai musei, agli archivi, alle biblioteche, agli istituti centrali e ai luoghi della cultura statali che possiedono, tutelano, gestiscono e valorizzano beni culturali.

Estensione del progetto e prossime tappe

“Dopo Reggio Calabria e Lamezia Terme, che abbiamo già completato, proseguiremo con il Museo Nazionale di Vibo Lamezia e Gioia Tauro, e questo ci inorgoglisce – ha detto ancora Sudano – per il primato acquisito rispetto ad altre Regioni italiane che sono ancora un po’ indietro”.

Un patrimonio da riscoprire e valorizzare

Le migliaia di reperti catalogate e digitalizzate saranno oggetto di studio. “È un momento di grande conoscenza – ha aggiunto Sudano – di materiale che era nei depositi e di cui non avevamo piena contezza. Successivamente si potrà pensare a pubblicazioni di stampa ed a progetti di valorizzazione”.

Il ruolo dei materiali del santuario “Griso-Laboccetta”

“Un processo che coinvolge anche altri istituti della Direzione regionale Musei il cui obiettivo sarà quello di acquisire oltre 28mila oggetti digitali – ha spiegato Daniela Costanzo, funzionaria archeologa del MarRC -. I materiali digitalizzati a Reggio provengono dal santuario ‘Griso-Laboccetta’ che è un santuario importantissimo dell’antica Reghion, scoperto alla fine dell’800, ma mal conosciuto. Questa diventa quindi un’occasione per conoscere ed avviare dei nuovi progetti di ricerca”.

Il coordinamento nazionale e la sfida del PNRR

“Siamo riusciti, in questo cantiere, che è parte di altri 127 cantieri nazionali, – ha detto Cinzia Gallo, business manager e referente per la Digital Library del ministero della Cultura – a portare avanti le persone. La sfida ambiziosa era produrre dei numeri alti, 12mila risorse digitali in poco tempo.

Quindi mantenendo i tempi dettati dal Pnrr, mantenendo i criteri di qualità stabiliti dai capitolati che non potevano essere disattesi. Ci siamo riusciti per la sinergia che si è creata tra l’istituto, gli appaltatori e il ministero”.