'Due verità svelate': la recensione del libro di Giovanni Suraci

La sfida è cercare, tra il labirinto che ci circonda, uno spazio che ci salvi

La Calabria e il Sud hanno la necessità di essere narrati con amore e, soprattutto, con un taglio differente rispetto a dei luoghi comuni che fanno moda, ma dai quali, con estremo coraggio, bisogna uscire per generare un percorso di speranza da offrire alle nuove generazioni e a una larga parte di popolazione che intende chiudere con un passato spesso, purtroppo, fallimentare.

La presentazione del libro

Giovanni Suraci, autore di “Due verità svelate”, – Città del Sole edizioni – durante la recente presentazione di questo suo ultimo romanzo, che ha visto protagonisti, la prof.ssa Florinda Minniti e il dr. Elio Stellitano, l’organizzatore dell’evento dr. Pino Bova, Presidente del Reghium Julii ha asserito:

“Narrare la Calabria e il Mezzogiorno d’Italia, attraverso la testimonianza diretta dei protagonisti, facilita la comprensione del presente.”

Borrata: “Scrittura argomentativa”

L’intento è stato apprezzato da tanti esponenti della cultura calabrese come, tra gli altri, dalla prof.ssa Benedetta Borrata, componente del direttivo del Reghium Julii di Reggio Calabria, che, in questi giorni, ha recensito il libro di Suraci.

“”Due verità svelate”, scrive la prof. Borrata, è un romanzo di gradevolissima lettura, di scrittura significativamente argomentativa, nutrita di archetipi, icone, modelli primari di umanità correlati a riferimenti storici, antropologici e culturali. Sono pagine in cui si respira il desiderio di conferma della dignità, del senso di responsabilità, della morale, dell’etica, di valori che abilmente l’autore mette a fuoco attraverso i punti di vista e le azioni degli stessi personaggi.

Tra situazioni e intrecci diversi emerge nel romanzo il motivo della trasformazione, soprattutto quella storico-sociale che, silenziosamente condiziona il senso del vivere, con effetti a volte gravemente irreversibili. Il Sopruso di Stellario Baccellieri, in prima di copertina, segna una brillante contaminazione tra parole e immagini. L’antico albero, con a terra tutte le sue spoglie, ora è solo una ciminiera di fumo nero che, nello svelamento di due verità, contrasta con l’azzurro di quel mare, bacino di tradizioni e crocevia di culture.

Il romanzo sottende anche un importante messaggio: non lasciarsi oscurare da quel fumo nero. La sfida è cercare, tra il labirinto che ci circonda, uno spazio che ci salvi da un labirinto ancora più grave che è quello interiore. L’umanità vive un’esistenza sempre più caotica, confusa e alla ricerca di verità e forse la risposta sta nell’arte creatrice, in tutte le sue espressioni, di armonia, di ordine estetico, di equilibrio, di estasi, ricerca di una forma che sia meditazione e elevazione.”