Ammazzati per una lite di confine: i coniugi Cotroneo uccisi da un anziano parente

Risolto in meno di un mese il duplice omicidio di Calanna

Morti per una disputa da verismo verghiano. Ammazzati da un parente per una questione che potrebbe risalire a una banalissima disputa di confine. Ci sarebbe un litigio per questioni irrilevanti alla base del duplice omicidio di Giuseppe Cotroneo e Francesca Musolino, i coniugi di Calanna colpiti nel dicembre scorso con cinque colpi di fucile semi automatico nelle campagne di San Basilio.

INDAGINE DA MANUALE

Omicidio Carabinieri 2

Una storia tremenda che si è abbattuta sulla piccola comunità di Calanna e che è stata risolta in poco meno di un mese dai carabinieri coordinati dalla procura dello Stretto, che hanno arrestato il settantacinquenne Francesco Barillà, concittadino e cugino delle sue stesse vittime.

«Un’indagine da manuale» l’ha definita il procuratore capo Bombandieri durante la conferenza stampa «sia dal punto tecnico grazie all’apporto di Ris e Racis, sia che da quello che riguarda la conoscenza del territorio e delle persone da parte dei nostri carabinieri».

Molti sono stati i testimoni ascoltati dagli investigatori dell’arma in queste ultime settimane, così come certosino è stato il lavoro di ricostruzione dei movimenti dell’indagato grazie al controllo di vari sistemi di video sorveglianza, per un’indagine veloce «e frutto del lavoro di squadra» che ha permesso di inchiodare l’anziano presunto omicida che avrebbe agito sull’onda della rabbia a fronte di un litigio banale.

«POSO IL FUCILE E TORNO»

Omicidio Carabinieri

Un storia che sembra tirata fuori da un racconto di Strati, e che fa il paio con l’omicidio di Salvatore Pangallo (anche in quel caso, nel settembre scorso, il giovane incensurato e lontano da ambienti criminali era stato ucciso da un parente in seguito ad una lite legata ad una manciata di alberi di olive). E le olive – le vittime del duplice omicidio di Calanna stavano raccogliendo le olive in un terreno di una terza persona il giorno dell’omicidio – sarebbero al centro anche di questo violentissimo atto di sangue ai danni di una coppia di lavoratori, finiti stritolati da una lite dal sapore novecentesco. A mettere gli investigatori sulla giusta pista la testimonianza del figlio delle vittime che, negli attimi dell’omicidio, si era allontanato per sistemare parte del carico sull’auto, parcheggiata a poca distanza.

Secondo quanto raccontato dagli inquirenti, il giovane subito dopo essersi reso conto dell’agguato aveva visto il presunto omicida (parente e vicino delle vittime) che si allontanava, chiedendogli, ironia della sorte, aiuto: richiesta a cui lo stesso Barillà avrebbe risposto un surreale «poso il fucile e torno». Lo stesso fucile, regolarmente detenuto, che dalle indagini degli specialisti dell’arma è risultato compatibile con i bossoli ritrovati sul luogo del delitto.