Emergenza abitativa ad Arghillà, D’Aguì e Marino: ‘Il silenzio continua’

"Silenzio e soprattutto la totale mancanza di volontà politica di questa amministrazione nell'affrontare e risolvere l'emergenza abitativa delle famiglie del Comparto 6"

protesta comp arghilla

Alla vigilia delle festività natalizie, mentre in città si accendono le luci e si moltiplicano i messaggi di auguri e solidarietà, ad Arghillà – e in particolare al Comparto 6 – decine di famiglie continuano a vivere nell’incertezza più totale, senza un tetto sicuro sopra la testa e senza alcuna risposta concreta da parte dell’Amministrazione comunale.

È per questo che oggi le associazioni NOI SIAMO ARGHILLÀ – La Rinascita e Un Mondo di Mondi sono tornate in piazza, insieme ai cittadini, per denunciare ancora una volta una situazione che dopo undici anni di amministrazione Falcomatà resta drammaticamente irrisolta.

«Siamo qui – ha dichiarato Patrizia D’Aguì, presidente di Noi Siamo Arghillà – dopo nove mesi dall’ordinanza di sgombero del marzo 2025, per denunciare l’indifferenza, il silenzio e soprattutto la totale mancanza di volontà politica di questa amministrazione nell’affrontare e risolvere l’emergenza abitativa delle famiglie del Comparto 6.

Oggi, sotto Natale, queste famiglie non chiedono regali: chiedono una casa, un tetto, dignità. E non ottengono nulla. L’ordinanza di sgombero è stata emessa senza alcun piano di ricollocazione abitativa e il risultato è sotto gli occhi di tutti: famiglie disperse, alcune costrette a occupare abusivamente di nuovo altrove, con un aumento dell’illegalità e non certo la sua riduzione».

D’Aguì ha ribadito come le famiglie rimaste nel Comparto 6 – circa trenta nuclei – siano in larga parte famiglie vulnerabili, con minori, disabili e persone fragili, che secondo la legge avrebbero diritto a una risposta immediata: «La normativa consente al sindaco di intervenire in deroga per assegnare un alloggio in emergenza abitativa. Questa possibilità esiste, ma non viene utilizzata. È una scelta politica, non un problema tecnico».

Giacomo Marino e il percorso di legalità

A rafforzare questa lettura è intervenuto Giacomo Marino, presidente dell’associazione Un Mondo di Mondi: «Noi non difendiamo l’abusivismo. Difendiamo il percorso di legalità. La legge e la Costituzione sono chiare: l’occupazione è un reato, ma non può diventare una condanna sociale perpetua.

Dopo cinque anni il diritto alla casa si reintegra e, in presenza di fragilità, può essere riconosciuto anche prima. Invece si sta spingendo queste persone ad andarsene senza soluzioni, costringendole a ripetere l’illegalità altrove. È un paradosso che danneggia tutti, anche chi è in graduatoria, perché il patrimonio pubblico resta inutilizzato e l’emergenza si aggrava».

Alla manifestazione ha preso parte anche Massimo Ripepi, consigliere comunale e presidente della Commissione Controllo e Garanzia, che ha espresso parole nette e ha annunciato nuovi passi istituzionali: «Questa è una protesta democratica e giusta. Questi concittadini soffrono e non hanno mai ricevuto risposte concrete, solo parole vaghe che hanno aumentato paura e disorientamento. Dopo dodici anni – e il Comparto 6 è solo un simbolo di questa paralisi – il settore delle assegnazioni delle case popolari è fermo. Convocherò una nuova Commissione di Controllo e Garanzia per chiamare alle proprie responsabilità chi governa oggi la città.

Voglio guardare negli occhi chi dovrà decidere cosa fare per queste famiglie, perché non è più tollerabile usare il tempo che resta solo per la campagna elettorale».

«A Natale – concludono D’Aguì e Marino – si parla di famiglia, di cura, di solidarietà. Ma ad Arghillà queste parole restano vuote se non si traducono in atti concreti. Continueremo a fare pressione finché le famiglie del Comparto 6 non avranno risposte vere. Perché la casa è un diritto. E il tempo dell’attesa è finito».