Emergenza guardia medica in Calabria, Usb: “La sanità pubblica ha bisogno di personale”
Emergenza guardia medica in Calabria: chiusure estive, carenza di personale e condizioni di lavoro insicure. USB chiede un piano straordinario
16 Agosto 2025 - 17:06 | Comunicato Stampa

Le recenti notizie delle chiusure estive di diverse postazioni di guardia medica a Cosenza, insieme a quelle di Gallico e Ravagnese a Reggio Calabria, raccontano un’emergenza sanitaria che non riguarda solo un quartiere o una città, ma tutta la Calabria.
Si tratta di un problema strutturale, frutto di anni di tagli, precarizzazione e mancata programmazione.
Le cause della carenza di medici
La carenza di medici che oggi colpisce il servizio sanitario deriva anche dal numero chiuso nelle facoltà di medicina, che per anni ha ridotto l’accesso alla formazione e la disponibilità di nuovi professionisti.
In questo contesto, l’ASP di Reggio Calabria ha deciso di tamponare la situazione chiedendo ai medici di base di coprire i turni vacanti. Un provvedimento previsto dai contratti nazionali, ma che si traduce in una toppa inefficace: i medici di medicina generale sono già sovraccarichi e difficilmente potranno rispondere a un appello che scarica su di loro le conseguenze di scelte politiche sbagliate.
Sicurezza e condizioni di lavoro
Uno dei motivi per cui mancano professionisti disponibili a coprire i turni di guardia medica riguarda anche le scarse condizioni di sicurezza, con medici costretti a turni notturni da soli.
L’introduzione di un infermiere di supporto renderebbe il servizio più sicuro ed efficace, migliorando sia la tutela degli operatori che la qualità dell’assistenza.
Le risorse ci sono, ma vengono dirottate
Il problema non è l’assenza di fondi, ma il loro utilizzo distorto: ospedali e ambulatori pubblici cadono a pezzi mentre milioni di euro finiscono alle cliniche private.
I Fondi di Coesione e Sviluppo, che avrebbero dovuto dare respiro al sistema sanitario, vengono invece deviati verso opere faraoniche e inutili come il ponte sullo Stretto.
La radice della crisi è chiara: la salute pubblica non è considerata una priorità, ma un terreno di profitto per pochi.
La soluzione: un piano straordinario per la sanità pubblica
La risposta non può essere spremere ulteriormente i medici di base. Serve un piano straordinario di assunzioni:
- assumere nuovo personale medico e infermieristico,
- stabilizzare i precari,
- garantire stipendi e condizioni di lavoro adeguate per trattenere i professionisti in Calabria.
Non servono toppe, ma investimenti veri, gestione trasparente e il coraggio di rompere il legame malato tra politica, affari e salute.
L’impegno di USB Sanità Calabria
USB Sanità Calabria continuerà a denunciare e mobilitarsi, perché il diritto alla cura non può essere sacrificato per fare cassa o alimentare speculazioni.