Falcomatà-Pd, il duello finale. Se non c'è Don Abbondio, come finirà il romanzo?

La situazione dopo la mossa a sorpresa di Falcomatà. Lo strappo e le minacce, adesso si cercherà l'intesa. Il tempo stringe, nulla è da escludere...

Tutto si può dire, tranne che a Giuseppe Falcomatà non piacciano i colpi di teatro. Al termine di un (triste) balletto durato praticamente due mesi e mezzo, il bivio sembrava chiaro: giunta del sindaco e strappo ufficiale con il Pd oppure rapporti ricuciti ed esecutivo con 3 esponenti dem al suo interno.

Non c’è stato bisogno di attendere le parole di Falcomatà per capire la soluzione al rebus, a parlare sono state le 7 sedie presenti all’interno del Salone dei Lampadari. “Mancano 3 assessori”, l’ovvia conclusione, con il sindaco che circa mezz’ora più tardi ha spiegato l’assenza delle altre 3 postazioni.

Lo scatto in avanti di Falcomatà, senza dubbio coraggioso e azzardato, è servito per smuovere acque stagnanti che stavano iniziando a diventare putride. Le inconciliabili posizioni del sindaco e del Pd avevano costretto la maggioranza e l’intera amministrazione a settimane surreali e a due consigli comunali che definire imbarazzanti è riduttivo. Serviva qualcuno che prendesse l’iniziativa, Falcomatà ha deciso di farlo il 31 di dicembre, con i successivi 5 giorni che sono serviti per affinare le strategie e aspettare (invano) un passo incontro da parte del Pd.

Il durissimo comunicato emesso dai dem nel pomeriggio non avrà certamente fatto piacere a Falcomatà: secondo quanto raccolto però il sindaco non replicherà direttamente alle invettive del Pd, anche perchè si tratta di un comunicato di fatto anonimo, considerato che non porta nessuna firma ma solo l’indirizzo della segretaria cittadina Valeria Bonforte.

“Rischio appoggio esterno da parte del Partito Democratico? Non credo, mi auguro di no”, le parole di Falcomatà a margine della conferenza stampa, alla domanda posta da CityNow. Doveva ancora arrivare però il comunicato al vetriolo emesso un paio d’ore più tardi dal Pd. Poco utile adesso ripercorrere le tappe salienti di una diatriba che va avanti da troppo tempo, è importante però collocare nelle scelte in autonomia di Falcomatà dopo la sospensione (con le nomine di Versace e Brunetti) il ‘big bang’ che ha irrimediabilmente compromesso i rapporti.

Certamente più interessante capire (o provare ad ipotizzare) cosa potrà accadere da oggi in avanti, con il Pd chiamato a rispondere stavolta senza ulteriori indugi all’invito di Falcomatà: sceglieranno di stare dentro o fuori l’esecutivo del terzo tempo? Il sindaco ha delineato la cornice: 3 le caselle destinate ai dem, con 2 conferme rispetto agli ormai ex 4 assessori (Lucia Nucera, Mimmo Battaglia, Angela Martino e Rocco Albanese) e 1 volto nuovo. Allo stesso tempo, il primo cittadino ha garantito ampia libertà al Pd sia nell’individuare i 2 assessori da confermare, secondo quanto raccolto in pole ci sarebbero Mimmo Battaglia e Lucia Nucera, sia sul profilo inedito da inserire.

Giunta Falcomatà

Si attende adesso la mossa in tempi brevi da parte del Pd, con Falcomatà che si è guardato bene dallo specificare entro quando i dem dovranno fornire la loro risposta. Poco chiaro il passaggio finale del comunicato dem (“Assieme alle altre forze politiche democratiche valuteremo le iniziative più utili alla città ed alla democrazia”) considerato che è solo al Pd che spetta la decisione se far parte o no della nuova giunta, non certo a Democratici e Progressisti, Psi, Italia Viva o Azione, tutti già defenestrati da Falcomatà con un colpo di spugna.

Valutazione che obbligatoriamente verrà fatta anche sulle deleghe lasciate vacanti dal sindaco, in attesa che le 3 caselle vengano riempite: Bilancio e tributi, Welfare, Cultura e Istruzione e Personale. Deleghe non pesantissime, fatta eccezione per il bilancio, settore che dopo anni sarà orfano dell’ex assessore Irene Calabrò.

Falcomatà ha chiarito che tratterrà per sè le partecipate, mentre sono confermati i consiglieri Franco Barreca per il settore idrico, Pino Cuzzocrea per l’illuminazione e Giovanni Latella per lo sport. Andrà ad un nuovo consigliere invece la delega alle Festività mariane e i grandi eventi, gestita (non in modo impeccabile) negli ultimi anni dal consigliere Marcantonio Malara.

‘Non sono Don Abbondio’, aveva dichiarato Falcomatà durante l’ultimo tragicomico consiglio comunale del 2023, seduta ‘Peace&Love’ a favore di telecamera mentre sotto i banchi era difficile nascondere i coltelli necessari per la battaglia interna alla maggioranza. Il sindaco è stato di parola: sprezzante del pericolo, ha messo all’angolo il Pd con la scelta di presentare una giunta monca. Fondamentale, per farlo, anche le interlocuzioni con i vertici nazionali del Pd, con il sindaco di Bari Antonio Decaro che secondo quanto raccolto è una delle figure chiave per ‘proteggere’ politicamente le decisioni forti di Falcomatà.

Al netto del duro comunicato emesso dal Pd, ad oggi si può escludere un adesione dei dem ad un eventuale mozione di sfiducia, rumors sembrano soffiare maggiormente in favore dell’intesa con Falcomatà (su spinta di Roma) rispetto al possibile appoggio esterno che però è ipotesi del tutto verosimile. Da capire adesso come si concluderà il romanzo, una storia che certamente ha appassionato pochissimo i reggini, interessati esclusivamente alle sorti della città e alla risoluzione delle numerose problematiche.