Fuga dal Sud, Provenzano: 'Ho sognato di andar via e poi di tornare'

Una storia comune a tanti meridionali

Una valigia piena di speranze. Non è quella che, oggi, trasportano solo i giovani diplomati che emigrano per studiare fuori. Nel 2020 non è più necessario valicare i confini della Calabria in cerca di un’istruzione migliore, le eccellenze sono anche qui.

Il problema della migrazione meridionale, adesso, è che non sono più solamente gli under 25 a partire, ma anche gli over 50. Uomini e donne, padri e madri di famiglia, in cerca di un futuro migliore. Giovani laureati che nella loro terra non hanno trovato come impiegare il loro talento e le loro competenze. Il Sud è pieno di persone così. Non sorprende, dunque, che anche il ministro per il Sud sia fra questi. In un post sponsorizzato sulla sua pagina Facebook Giuseppe Provenzano che, da ‘bravo terrone’ non ha rinunciato al diminutivo ‘Peppe‘, fa commuovere tutto lo Stivale: quelli che al Sud ci sono rimasti e quelli che, purtroppo, il Meridione lo hanno dovuto lasciare.

“Ho trascorso l’adolescenza – scrive Provenzano – immaginando come poter fuggire dal mio paesino e gli anni dopo l’università a pensare come poter tornare. Ne ho fatto un tema forte della mia azione di governo: dobbiamo garantire ai giovani del Sud il diritto a restare”.

Solamente qualche giorno fa, il ministro per il Sud ha esaurito il suo primo anno di mandato. L’anniversario è stato ricordato da Provenzano con queste parole:

“Un anno è passato, a volte mi sembra una vita, altre appena ieri. Sarà per le emozioni e le preoccupazioni, la passione e qualche volta la rabbia, che hanno accompagnato tutti questi giorni senza tregua, e specialmente i momenti più difficili dell’emergenza. Ho provato a essere sempre, come diceva una grande Madre costituente, né al di sopra né al di sotto del ruolo istituzionale ricoperto.

Ma le ricorrenze, soprattutto in politica, valgono davvero poco. Contano i fatti. E gli atti, le norme, i numeri che scorrono in queste immagini ci ricordano che forse mancava da decenni un impegno così deciso di Governo a colmare i divari territoriali. Serve ancora molto, lo so. Ma ora abbiamo un’occasione storica che non si può sprecare: idee, progetti, strumenti e risorse per rilanciare il Sud e i luoghi marginalizzati, perché così l’Italia uscirà dalla crisi con un nuovo sviluppo, con più giustizia sociale e ambientale, con più equità. E oggi tutto questo significa, finalmente, Sud”.

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