L’ex governatore Giovanni Toti torna libero: “Processo alla politica. Mi difenderò dalle accuse”
"Grazie mille a tutti coloro che in questi 86 giorni mi hanno fatto sentire il loro affetto e la loro vicinanza", le parole di Toti
01 Agosto 2024 - 16:17 | di Redazione
L’ex presidente della Regione Liguria Giovanni Toti è tornato libero. Dopo oltre 80 giorni il giudice per le indagini preliminari Paola Faggioni ha accolto la richiesta di revoca degli arresti domiciliari presentata dall’avvocato Stefano Savi. Toti potrà dunque lasciare la sua villa di Ameglia (La Spezia) dove si trovava dal 7 maggio. Dopo le dimissioni, per il giudice non ci sarebbe più il pericolo di reiterazione del reato.
Attraverso i social, Toti ha commentato la fine dei domiciliari.
“Sono mancato per un po’, e soprattutto mi siete mancati tanto. Grazie mille a tutti coloro che in questi 86 giorni tramite la famiglia l’avvocato, e in ogni modo possibile, mi hanno fatto sentire il loro affetto e la loro vicinanza. È stato il maggior conforto in questi giorni bui.
Ci difenderemo da ogni accusa, con la coscienza a posto di chi non ha mai intascato un centesimo dei liguri, ma lasciamo una Liguria più ricca: di lavoro, di opportunità, di speranze.
Quello che è accaduto in questi tre mesi è un processo alla politica: ai finanziamenti, trasparenti e legali, agli atti, anch’essi legali e legittimi, che abbiamo ritenuto necessari e utili a far crescere la nostra terra”.
Toti dopo la fine dei domiliari
“Tutto questo sarà tema di confronto in tribunale. Soprattutto spero sia oggetto di vera e definitiva riflessione della politica. Della politica tutta o, almeno, di coloro che non ritengono di usare opportunisticamente la giustizia a scopo politico.
Mai come in questo caso l’autonomia della politica, la sovranità popolare, il suo finanziamento trasparente, la sua possibilità di indirizzare lo sviluppo e la crescita sono stati al centro del confronto tra la giustizia e il potere sovrano che discende dal popolo.
I magistrati interpretano le leggi ma la politica quelle leggi le fa. L’autonomia della politica, come quella della giustizia, dovrebbero essere un patrimonio di tutti. Difficile sperare consapevolezza da chi riempie le piazze di luglio (riempie, insomma…), festeggiando l’aiuto arrivato. Ho fiducia in chi crede nella democrazia liberale e spero colga queste vicende come un definitivo campanello che suona per ricordare l’inerzia di troppi anni.
Mi sono dimesso, richiamando tutti voi al voto, perché ora tocca ai cittadini decidere invece la sorte della nostra terra: andare avanti con la Liguria protagonista che abbiamo costruito, o consegnarla alla cappa grigia dell’ipocrisia, della cultura del sospetto, dell’immobilismo, della doppia morale capace di oscurare già in questi giorni anche il fulgido sole di agosto. Sarebbe un futuro che, se possibile, appare già peggio del passato che ci siamo lasciati alle spalle”.