Hotel Miramare, Falcomatà cambia rotta: in vendita lo storico albergo

Il 'gioiello di famiglia' verso la vendita, si partirà da una base d'asta di 12-13 milioni di euro. L'assessore Romeo: 'Il Miramare attrae diverse società, il bando entro fine agosto'

Hotel Miramare Reggio Calabria (2)

Dopo anni di attese, rinvii e vicende giudiziarie, il Comune di Reggio Calabria ha deciso di mettere in vendita lo storico Hotel Miramare. La scelta, approvata in Giunta e passata in Consiglio comunale nell’ambito della revisione del piano di alienazione degli immobili, segna una svolta destinata a far discutere.

Non solo perché riguarda uno dei simboli dell’ospitalità reggina, ma anche perché negli anni il sindaco Giuseppe Falcomatà aveva più volte escluso la possibilità di “svendere” il bene, sottolineando la volontà di mantenerne la gestione pubblica. Ora, invece, l’amministrazione ha scelto di inserire il Miramare nel piano di alienazione, aprendo alla vendita tramite asta pubblica.

Una storia complessa

Il Miramare, affacciato sul Lungomare Falcomatà, è stato per decenni un punto di riferimento per il turismo cittadino. Sottoposto a vincolo della Soprintendenza, ha attraversato una lunga stagione di difficoltà: dal terremoto politico-giudiziario che colpì l’amministrazione comunale nel 2012, alle interdittive antimafia e ai sequestri giudiziari che hanno bloccato ogni tentativo di rilancio.

Nel 2020 la società romana SGS Srl, a cui era stato affidato l’immobile in locazione, fu colpita da interdittiva antimafia. Seguirono il controllo giudiziario, un nuovo sequestro e infine la risoluzione del contratto. La struttura, intanto, restava chiusa e inutilizzata, con il solo restyling della facciata realizzato grazie a bonus edilizi con l’allora assessore alle attività produttive Angela Martino.

L’intervento di restyling esterno aveva acceso speranze sul futuro del Miramare. Del percorso di rilancio aveva fatto parte anche uno studio di fattibilità commissionato a una società internazionale leader nel settore dell’accoglienza, ossia la Horwath HTL che, con una spesa di circa 30.000 euro, ha offerto al
Comune di Reggio uno studio, condiviso con gli amministratori giudiziari della struttura, pensato per attrarre investitori e valutare una riapertura sostenibile.

Per gli interni gli esperti del settore che avevano visitato la struttura avevano previsto un investimento di 6/7 milioni di euro e la sinergia con Horwath avrebbe dovuto essere volano per il rilancio della struttura grazie ai contatti della stessa con multinazionali del settore alberghiero. Ma così purtroppo non è stato.

La decisione della vendita

La delibera approvata in Giunta e passata in Consiglio comunale prevede la vendita del Miramare con una base d’asta compresa secondo quanto raccolto tra i 12 e i 13 milioni di euro. Una cifra che riguarda il solo acquisto della struttura, alla quale andranno aggiunti gli investimenti per la ristrutturazione interna, stimati appunto in 6-7 milioni di euro, cifra in ogni caso variabile in caso si voglia realizzare un hotel a 5 stelle o meno. Considerato l’alto importo, probabile che la prima asta andrà deserta, e si procederà con ribassi per successivi bandi.

L’assessore comunale alle Attività Produttive, Carmelo Romeo, conferma ai microfoni di CityNow l’interesse già manifestato da più soggetti:

“Tante società negli ultimi mesi hanno mostrato interesse verso il Miramare, facendo manifestazioni e dichiarandosi disponibili anche a partecipare a eventuali gare. Parliamo di un bene di pregio che, con un investimento importante, può portare un nuovo target turistico di alto livello e rendere la città più attrattiva”.

Romeo annuncia anche i prossimi passi:

“Il Miramare è inserito nel piano di alienazione e l’obiettivo è pubblicare il bando di gara entro fine agosto. Abbiamo già avuto conferme di interesse da diverse società. È un’occasione per far crescere la ricettività di alto livello a Reggio Calabria”.

La scelta della vendita non mancherà di alimentare il dibattito politico. Negli anni, Falcomatà aveva più volte ribadito che il Miramare non sarebbe stato venduto, preferendo una gestione pubblica o in partenariato.

Ora, con il cambio di strategia (guidato proprio dallo stesso Falcomatà, che ha raccolto e mantenuto le deleghe alle attività produttive dall’ex assessore Marisa Lanucara), sarà inevitabile vedere qualche malumore e opinioni contrarie, anche per la scelta di mettere in vendita il Miramare a pochi mesi dalle elezioni.

Quel che è certo è che il Miramare, per decenni simbolo di eleganza e potenzialità turistica, da troppo tempo resta un guscio vuoto. L’asta di fine estate potrebbe segnare l’inizio di un nuovo capitolo, ma anche aprire una stagione di polemiche su scelte e priorità della città.